Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’amico professor Alberto Felice De Toni sarà un buon sindaco di Udine

Due notizie previe su quest’uomo, che conosco molto bene e stimo. Professore di discipline chimico-ingegneristiche, è stato uno dei rettori più dinamici dell’Università di Udine, nonché Presidente dei Rettori italiani. Va ascritto alla sua intuizione accademica lo sviluppo del dipartimento di Ingegneria gestionale, che ha dato al territorio regionale – e molto oltre – una congerie di ingegneri-economisti che stanno già facendo bellissimi percorsi in molte aziende ed enti pubblici.

Durante il suo rettorato ho avuto modo di insegnare Sociologia industriale nel corso interfacoltà, con un’impostazione antropologico-filosofica umanistica che lui apprezzò e apprezza molto.

Alberto Felice De Toni

Uomo sensibile e competente sulle dinamiche economico-industriali, fa parte di board e consigli di famiglia, ambiente dove lo ho ritrovato trovandomi io in analoghi ruoli.

Tra i suoi numerosi studi e pubblicazioni scientifiche mi va di citare qui Prede o Ragni, pubblicato presso UTET una quindicina di anni fa. Un libro composito, indefinibile come genere, ma pieno di suggestioni logiche ed epistemologiche, adatto a studiare la complessità in tutte le sue manifestazioni, a partire dalla struttura umana e dal suo agire.

De Toni interpreta volentieri e con grandi capacità diplomatiche una funzione propositiva e di mediazione, con la quale ci si integra facilmente e volentieri.

Il cambiamento a Udine era necessario. Vorrei dire più che necessario. Tra l’altro, direi anche che l’amico Pietro Fontanini (perché conosco benissimo anche Pietro, da quando mi intervistava per Radio Onde Furlane, io giovane segretario regionale del sindacato degli edili e poi segretario generale della UIL di Udine e regionale). Allora il giovane Pietro insegnava economia alle superiori, era un sociologo, e militava in un raggruppamento di Nuova Sinistra (così si chiamavano i raggruppamenti collocati alla sinistra del PCI), non ricordo quale dei due o tre del tempo… Lotta Continua? Forse Avanguardia Operaia? Qualcuno, lo stesso Pietro, me lo ricordi.

Come passa il tempo e come cambiano le cose, isal cussì, Pieri? Poi ha fatto un carrierone politico, ambientandosi da altre parti. Gli è mancato solo un ministero e la Presidenza della Repubblica. Scherzo dài (ma non troppo).

Torno ad Alberto Felice. Lui è un moderato perché è intelligente e colto, ovvero è intelligente e colto perché è un moderato (entimema aristotelico), conditiones sine quibus non… per fare bene. Come me, socialista democratico (io) fin dall’adolescenza. Con questa categorizzazione non voglio dire che una posizione estremista è di per sé incolta e poco intelligente: dico solo che non funziona perché di solito fa fatica a non ammettere di avere previamente delle soluzioni a tutti i problemi senza ascoltare alcuno e non accettando di sbagliare. Quasi mai. Perché l’estremismo è in generale (non in assoluto e non in tutti) presuntuoso e arrogante, come mostra la Storia tutta.

Sono certo che saprà coinvolgere molte forze, economiche, culturali, sociali e politiche, perché non ha da chiedere granché oltre a quello che ha avuto finora meritandoselo. Non vive ansie e affanni arrivistiche. E’ da un’altra parte.

Vediamo se sono riuscito a non dare ai miei lettori l’impressione di aver scritto un panegirico encomiastico, che sarebbe inutile e dannoso, e soprattutto non potrebbe in alcun modo essere “roba mia”.

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