Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Frasche, private, osmizze: una tradizione di vita e di frontiera  

(Pubblico in bella vista questo scritto del mio amico Romeo che parla della Terra di Confine, di luoghi di ristoro, di vini e vivande semplici, che in America si sognano, e noi viviamo, se solo ci spostiamo verso il confine Orientale dove spira, se stiamo attenti, il vento sarmatico.) Una frasca in bella vista, davanti a una porta di casa, lungo la strada o presso un bivio: un richiamo rustico durante la breve stagione di vendita del vino padronale,…

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La madre del bandito

Mater dolorum et criminalium. Eadem est. Amo la sintesi rigorosa del sonetto classico, sulle tracce di Guido D’Arezzo, di Francesco Petrarca, di Ugo Foscolo e Giosuè Carducci. Lo coltivo. Le mani della madre del bandito/ sono arcuate nel gesto del saluto,/ l’afona voce è dentro nell’agone/ stanco e vinto ora che è conosciuto. Lo sguardo della madre s’è smarrito/ ora che il figlio è perso su in montagna,/ lei spera che il buon Dio lo salvi, amato/ giovane uomo senza…

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“Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome Fausto Coppi…” cantava Mario Ferretti

Grandezza e tragedia. Mi ispira questi sentimenti l’impresa di Fausto nella tappa del Giro del ’49, era il 23 maggio, la Cuneo-Pinerolo, quando fuggì da solo per 190 km salendo i grandi Colli alpini del versante francese, tra cui il Vars e l’Izoard, e poi la Maddalena e il Monginevro, passando per il Sestriere. Me lo ricordava papà Pietro, che era un “bartaliano”, ma amava Coppi, perché era impossibile non amarlo. Mi diceva sempre che se la Guerra non…

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Il tempo e il suo senso

Del concetto di tempo, di ciò che possa essere il tempo, se possa addirittura dar-si il concetto di tempo, l’uomo pensa, scrive e discute da sempre. Personalmente ne sono stato sempre interessato, ma… Ha senso parlare del “tempo”? Domanda retorica, comunque in questo pezzo non intendo parlare delle due nozioni forse più note (della cultura occidentale) di “tempo”, quella agostiniana (cf. Libro 11 delle Confessiones), che illustra la misteriosità indicibile del concetto “tempo”, e quella einsteiniana, con la quale, specialmente…

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Esiste l’amore puro? se sì… che cosa è?

Potrei cavarmela rispondendo alla domanda del titolo con una citazione antica, greco-latina, paleo-cristiana, in buon latino stoico à là Seneca, oppure in evangelico agostiniano: l’amore-puro-è- l’amor benevolentiae, cioè l’amore che-vuol-bene-all’altro in modo disinteressato, senza attesa di gesti o di sentimenti di gratitudine. Detta così sembra semplice: tu ami una persona e basta. Non procedi oltre. Non ti aspetti nulla. Il tuo sentimento procede unilateralmente verso l’altro e lì sta, come il de-stino, costituendo la struttura-della-relazione, dal tuo punto di vista,…

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“Credo per comprendere, comprendo per credere”; “fede” e “ragione” si sostentano a vicenda, come insegnavano sant’Agostino e sant’Anselmo d’Aosta, e in tempi più vicini a noi Joseph Ratzinger. Un parallelismo sinonimico che collega i due strumenti della conoscenza umana

Anselmo d’Aosta, o di Canterbury, platonico-agostiniano d’ispirazione, riprende dall’Ipponate il parallelismo del titolo. Famosa è la frase agostiniana, riportata da sant’Anselmo: “Credo ut intelligam et intelligo ut credam”, cioè “credo affinché possa capire, comprendo perché possa credere“. La struttura logica “finale” delle due frasi mostra come ci debba essere una condizione (necessaria, che-non-cessa, e sufficiente) per realizzare la seconda, con quell’ut più il verbo al modo congiuntivo della forma latina classica, in tutte e due le parti del parallelismo. (Karl…

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Del “vuoto” e/o del “nulla”, del “parkour” metropolitano, come esercizio-limite, e della “Sequenza di Fibonacci” (forse che c’entrano tra loro questi tre “oggetti concettuali”? e se sì, in quale modo?)

Più di trecent’anni fa, Evangelista Torricelli prima e Blaise Pascal successivamente, hanno mostrato l’esistenza del vuoto pneumatico nella fisica dei corpi, mentre gli antichi filosofi epistemologi, più o meno fino agli esperimenti dei due sopra citati, credevano e insegnavano che una sostanza, l’etere, pervadesse il vuoto, mentre invece l’etere non esiste, come si è capito dopo. Tant’è che si definisce “etereo” un qualcosa di estremamente sfuggente, vago, vacuo (vacuum, cioè vuoto). La fisica contemporanea delle particelle, da Einstein e Heinsenberg…

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Il chaos non è confusione, ma energia, il kòsmos non è noia, bensì armonia

Il chaos non è confusione, ma energia, dynamis, enèrgheia, in greco antico. Il kòsmos non è noia, bensì armonia, struttura “razionale”, secondo lo schema cognitivo umano. Come spesso accade, l’accezione corrente di certi concetti va esaminata più a fondo, interpellando prima di tutto l’etimologia dei termini e poi l’accezione in uso corrente, non trascurando le accezioni passate di moda nel corso del tempo. A volte sembra che una situazione sia caotica, e invece è solo un po’ confusa, ma…

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valore… lavoro… vita… esperienza… amore… iphone… pace… maternità… università… famiglia… lgbtq+… padre… finanza… psicologia… clima… filosofia… globalizzazione/ mondialità… giustizia… prudenza… fortezza/ coraggio… temperanza… umiltà… obbedienza… proattività… amore… filosofia… empatia… scuola… destino… economia… bioetica… islam… religione… woke… cultura… mondo… empatia… narcisismo… epicureismo… guerra… etica… Dio… terrorismo… educazione… politically correct… nucleare… psicologia… azienda… Dio… etc.: parole per un “Dizionario del XXI secolo”

Il mondo cambia, come sempre, e le parole sono il modo con il quale lo comprendiamo e lo comunichiamo. Valore… Il valore è ciò-che-vale, è la virtù morale, è il principio da cui partire per scegliere… per agire secondo criteri di un’etica del fine, laddove il fine sia l’uomo stesso e la natura di cui fa parte. Lavoro… Il lavoro è l’opus, l’opera, l’intervento sulla natura e per la vita umana… ed è il modo più nobile…

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L'”essere” è più importante dell'”avere”, soprattutto per quanto concerne la persona umana, non solo perché costituisce la struttura verbale generale di tutte-le-cose-che-esistono, ma anche perché comprende l'”avere” al proprio interno, come una parte-del-proprio-essere-persona

Nella storia del pensiero occidentale e nelle prassi scrittorie – spesso – i due fondamentali verbi italiani, essere e avere, sono normalmente e correttamente usati nel rispetto di grammatiche come quella italiana derivata dal latino (e dal greco antico), in quanto verbi ausiliari atti a formare costrutti (tempi e modi) verbali complessi, e costituiscono, in sovrappiù, termini-concetti fondamentali per sviluppare la riflessione filosofica, logica ed etica. Comparando i due verbi pare si possa dire che – comunque – è più…

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