Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Croniche turchesche

Il mio amico professor Claudio (fummo liceali assieme un tempo…) accompagna per le terre della Storia grande persone di tutti i generi e specie, come indicate dalla classificazioni aristoteliche. Ebbene, dell’ultimo viaggio nella magna Turchia ha scritto una cronaca piena di vita vera e di umori, e di colori in… un

Diario di viaggio

“03/08/2023

Il piano voli prevede sei località di partenza: Roma, Milano, Bologna, Venezia, Napoli, Catania, pertanto gli ultimi arrivano in albergo dopo la mezzanotte. L’ aeroporto Internazionale di Istanbul è una delle innumerevoli opere faraoniche volute da Erdogan e dista una quarantina di km dalla città. Alcuni passeggeri hanno dovuto attendere a lungo prima di partire con il pulmino messo a disposizione da Adil. Infatti l’autista del mezzo aspettava anche altri gruppi di Avventure prima di dirigersi verso l’albergo.

04/08/2023

Alle ore 8 del mattino, il gruppo si riunisce nella sala d’ingresso dell’hotel per fare conoscenza e per disbrigare le prime formalità. La signora Elisabetta si offre per fare la cassiera, con grande sollievo per gli altri partecipanti. Vengono raccolte le prime quote di euro, che verranno cambiate in Lire turche, destinate alla Cassa comune. Puntuale arriva Adil con il figlio Emre, che raccoglie gli euro (75 pro capite) della Cassa viaggi e quelli (50 pro capite) per la prenotazione della gita lungo il Bosforo, della serata folcloristica turca, e dell’esibizione dei Dervisci rotanti.  La maggioranza del gruppo decide di non versare i 230 euro richiesti da Emre per la Mongolfiera in Cappadocia. Anche chi era favorevole si adegua. Emre è sbalordito: “E’ la prima volta che un gruppo decide di non prenotare il volo”. Un partecipante ha trovato su google prezzi decisamente più favorevoli (ingannevoli). In Hotel è arrivata anche Selda, la guida che ci mostrerà, seppur rapidamente, i luoghi più interessanti della città. Selda parla correttamente l’italiano, ha studiato presso la scuola per mosaicisti di Spilimbergo in Friuli Venezia Giulia, è decisamente preparata in storia e storia dell’arte. Iniziamo dalla collina di Sultanhamet; acquistiamo la Tessera che ci consentirà di visitare quasi tutti i musei e i siti archeologici della Turchia, il costo, nel corso dell’anno ha subito, dalle iniziali 1.000 Lire turche, diversi rincari, attualmente è di 3.500 Lire turche (circa 120 euro). L’inflazione in Turchia si aggira intorno all’80% annuo. Entriamo nel Palazzo di Topkapi, la residenza dei Sultani e della loro corte di visir, odalische, eunuchi, cuochi, scudieri ecc. Alcune sale custodiscono incomparabili tesori. Ma tant’è, alcuni del gruppo si lamentano della guida: “Ma quanto parla, ci costringe a un tour de force, è insopportabile”. Per sopravvivere alla visita, preferiscono attendere seduti nelle aree ombrose dei vari giardinetti interni. Selda, che è brava, con il gruppetto che la segue con interesse, ci introduce nella maestosa Basilica di Santa Sofia. Oggi, per volontà di Erdogan, è tornata ad essere una Moschea; nelle ore in cui non c’è la preghiera può essere visitata. Proseguiamo poi per la Moschea Blu un vero gioiello di architettura, costruita dal geniale architetto armeno Sinan. Nel primo pomeriggio ci caliamo nelle viscere della città per ammirare la Basilica Cisterna, l’imponente struttura ci regala un po’ di frescura. E’arrivata l’ora per la gita in battello lungo il Bosforo. Il “pilota maior” parla italiano (nell’imbarcazione oltre al nostro gruppo ci sono altri due gruppi di Avventure: family e discovery) e ci illustra le dimore fastose che sorgono sulla riva europea. Tocca vertici di vero lirismo allorché ci indica i vari ponti moderni che valicano lo stretto ed innalza un sentito ringraziamento al “nostro Grande Presidente”. Le donne del gruppo, poco interessate alla politica turca e al rapido susseguirsi di palazzi, moschee e parlamenti, preferiscono un bagno di sole cullate dall’ondeggiare del battello.  Salutiamo e paghiamo Selda, troviamo un modesto ristorante con tavoli all’aperto dove cenare. Come capogruppo ho una pessima idea: “Se volete vi dico qualcosa sulla Turchia del XX secolo e di oggi”. “Sì vogliamo”. Inizio rettificando alcune affermazioni della guida troppo benevole nei confronti della tolleranza dei musulmani nei confronti delle altre fedi religiose. “I cristiani pagavano più tasse oltre a quelle imposte ai musulmani: una tassa per godere della protezione del sultano, un’altra (il devshirme) consisteva nel cedere, di quando in quando, i figli maschi di pochi anni ai gendarmi, che li portavano a Istanbul per trasformarli in feroci guerrieri, i giannizzeri, inoltre nei tribunali la testimonianza di un cristiano non aveva alcun valore”. Mi accorgo che, tranne tre persone, il gruppo ha ripreso a parlare del nulla. Tronco il discorso, mi servirà di lezione. Avrei dovuto capirlo dall’apprezzamento dimostrato alla guida.

05/08/2023

Stamattina dovremmo visitare, da programma, la Moschea di Fatih e quella di Solimano. Ammutinamento delle donne del gruppo. La portavoce: “Basta Moschee! Abbiamo deciso di girare la città per conto nostro senza meta”. Io chi sono? Sono parte del gruppo o una controparte? Devo far leva sulla diplomazia: “Un ragionevole compromesso potrebbe essere questo: in mattinata visitiamo le due Moschee e poi tutti al Gran Bazar (come peraltro previsto dal programma). La sedizione rientra, il Gran Bazar val bene due Moschee. La sosta al Bazar, per fortuna, dura meno del previsto. Cariche di pacchi e pacchetti, ora sono anche disponibili ad andare sul Corno d’oro e poi sulla Torre di Galata, da cui si gode di un meraviglioso panorama sulla città. Il gruppo soddisfatto dalla piacevole giornata si concede un a buona cena con vista sul Corno d’oro.

06/08/2023

Si parte prestissimo dalla nuova stazione, nella sponda asiatica, con treno veloce per Ankara. Ad aspettarci nella capitale c’è Fadime, la nuova guida in italiano che Adil ha prenotato. Sarà con noi anche domani in Cappadocia. Ci conduce a visitare il Museo delle civiltà anatoliche. Il Museo è splendido, ha solo una “piccola” dimenticanza: dagli Hittiti si passa ai Romani. E i Greci? Forse la loro presenza è stata ininfluente. Anche qui, c’è chi preferisce starsene all’ombra all’aperto vicino a un chiosco di bibite ghiacciate e di caffè turco. Certamente la socializzazione è importante e serve a rafforzare le nuove amicizie. All’uscita il gruppo si ricompone. Altra sedizione: “Noi abbiamo deciso (ho imparato a riconoscere questo incipit) vogliamo girare nella Cittadella, non ci interessa il Mausoleo di Ataturk!” Ataturk chi era costui? La parte del gruppo favorevole all’autogestione credeva di girare in un dedalo di vie e di bazar. La cittadella dev’essere stata una cocente delusione: un paio di stradine e la fortezza. Per il lungo viaggio che ci spetta per arrivare a Urgup, possiamo soltanto fare un paio di foto al Mausoleo, peraltro nascosto in parte dalla fitta selva di alberi del parco. Il centro dell’Anatolia è un immenso altopiano stepposo privo quasi di alberi. Questa regione è il granaio della Turchia, il giallo delle stoppie è ciò che resta del frumento appena mietuto. A interrompere la monotonia del paesaggio c’è solo il lago salato Tuz. Facciamo una sosta e ci accodiamo al lungo serpentone di persone, che si inoltra nel lago camminando sulla sua superficie salata. Non c’è acqua ma un’abbacinante e biancastra distesa di sale, usato nell’industria. Fadime entra subito nelle grazie di una parte del gruppo. Ha studiato la lingua italiana all’Università di Ankara, è simpatica ed è un vulcano di proposte: “Se volete, alle 18 andiamo a vedere i Dervisci rotanti, alle 20 andremo alla serata folcloristica turca”. “Sì, facciamo così”. Poco dopo: “Potremmo andare all’Hamam e, se arriviamo in tempo, a vedere i Dervisci prima della serata folcloristica”. “Che bello l’Hamam, ci vuole proprio un bagno dopo una giornata così calda. Fadime noi ti seguiamo”. Fadime piace perché è una confusionaria simpatica come diversi viaggiatori. Non ha cognizione del tempo. Non dico niente, anche perché, vista l’ora e i km che mancano per Urgup, arriveremo dopo le 18 e quindi verrà rispettato il programma previsto per la serata. Tuttavia intervengo per precisare alcune cose. Per evitare la confusione assordante del momento a Fadime dico: “Tu dovrai prendere, per le visite, ordini, indicazioni solo da me”, agli altri: “Se qualcuno ha delle proposte, ne discutiamo assieme, dopo aver preso in comune delle decisioni, poi sarò solo io a comunicarle alla guida”. I balletti folcloristici sono interessanti, ma lo è ancor di più l’”odalisca” che si lancia in una sfrenata danza del ventre. Si possono benissimo comprendere le esplosioni di sensi e i languori dei viaggiatori in Oriente dell’Ottocento.

07/08/2023

Oggi visita alla città sotterranea Kaymakli. Una delle qualità che il gruppo apprezza nella guida è la sua laconicità e asciuttezza nelle spiegazioni. “A cosa serviva questa città? Chi la abitava? Perché andare a vivere sottoterra”? “Non si sa, non si conosce il perché, forse per nascondersi dalle predazioni dei nemici”. Interessante. Poi, un’illuminazione: “Vedete quella grande ruota di pietra? Era la serratura, che impediva a chiunque di entrare”. Ancora più interessante, all’uscita, è il venditore di Kilim. “A noi i tappeti non interessano, non vogliamo comprarli”. “Niente comprare solo vedere”. La sosta si preannuncia lunga, anche se allietata dalla gentilezza del mercante che offre a tutto il gruppo un bicchiere di tè aromatico alla cannella. “Quanto mi dai per questo? Per te faccio uno sconto, mi voglio rovinare”. La faccio breve, ben tre donne del gruppo sopportano ora il fardello dei Kilim acquistati e piegati in capienti borse di plastica. Brava Fadime che richiama il gruppo: “Abbiamo tante cose da vedere”. La visita prosegue per le Valli dell’Immaginazione, del Cammello, di Indanonou, per giungere poi al museo all’aperto di Zelve. Fadime ci indica sempre il percorso, ci dà i tempi di visita, dopodichè, paziente, ci aspetta in qualche luogo ombreggiato. Finalmente arriva l’ora fatidica dell’Hamam, tutti ben felici di bollire e farsi scorticare. Me ne torno in Hotel in taxi, preferisco una doccia fredda, rigenerante. Ritornano tutti soddisfatti e anche un po’ indolenziti. Nel frattempo è scoppiato il “caso Adil”. Pare che gli zelanti ricercatori per un volo economico in mongolfiera siano riusciti a prenotare per il gruppo. In albergo, una di noi, alla maniera di Perpetua nei Promessi sposi, invece di tacere, racconta al coordinatore dell’altro gruppo ospite che il nostro volo è molto più conveniente di quello proposto da Adil. Il coordinatore, che invece ha anticipato ad “Allegro turco” 230 euro, immantinente si mette in contatto con Adil per avere delle spiegazioni. Poco dopo l’offerta vantaggiosa, come d’incanto sparisce, sparisce la possibilità della conferma e del pagamento della prenotazione. Siamo un popolo che ama il complottismo. “E’stato Adil, con metodi mafiosi, ad imporre all’agenzia la cancellazione del volo”. Molti concordano con questa tesi. Prove non ci sono. In realtà, dopo aver lanciato dei “ballons des essais” per saggiare la direzione e l’intensità dei venti, i voli possono venir cancellati. Vorrebbero che telefonassi ad Adil e umilmente gli chiedessi di prenotare alle sue condizioni. Mi rifiuto, ero d’accordo di pagare il prezzo stabilito da Adil, ma a Canossa non ci vado. Altre frenetiche consultazioni via internet per trovare altri possibili voli convenienti, visite anche alle agenzie a Goreme. Sicuramente i voli economici, ammesso che ci siano per numeri consistenti di persone, non sono il massimo della sicurezza, nel passato ci sono stati incidenti mortali; in altri casi le agenzie, pur di riempire gli ultimi posti, concedono un ribasso del prezzo. Conclusione: la Mongolfiera viene trovata allo stesso prezzo stabilito a Istanbul da Adil. Tanta confusione, tanta perdita di tempo, “Molto rumore per nulla”. Sono l’unico a rinunciare per coerenza.

08/08/2023

Altre valli spettacolari, tra queste quella dei monaci. Sento confabulare alcune del gruppo: “Non riesco a capire come i monaci facevano a vivere qui”. Ho insegnato in un Liceo Classico e i difetti (vizi) professionali riemergono costantemente. Intervengo: “Se volete vi parlo dell’Anacoretismo e del Monachesimo in questo territorio”. Risposta lapidaria: “Non ci interessa”. Anacoretismo? Fadime saprebbe dare la risposta. “Non si sa cosa sia, gli archeologi stanno ancora scavando e studiando”. Ben mi sta! La maleducazione però mi reca fastidio. Purtroppo è sempre più diffusa. Ci avviciniamo alla Valle dell’Amore, il sole è implacabile. Un cammelliere offre subito i suoi servigi (quelli del dromedario) a una del gruppo, vorrebbe farla salire in groppa per poi scattarle una foto ricordo. La donna fa la ritrosa. “Allora una foto accanto alla bestia”. “Va bene”. Il dromedario riconoscente lecca la faccia della viaggiatrice. Siamo nella Valle dell’Amore e anche i dromedari possono provare questa passione.  Alle ore 18 puntuali ci disponiamo in un piccolo anfiteatro, posto sotto il livello del suolo a Goreme, è il luogo dove di esibiranno i Dervisci rotanti. Ci sono anche altri gruppi di Avventure. Entrano dapprima i musicisti, seguiti poi dai Dervisci. Non è uno spettacolo, ma una preghiera. Si capisce che tutta la gestualità e la mobilità degli adepti a questa congregazione sono rigidamente normate. Anche la musica e le parole delle preghiere contribuiscono ad immergerci in un’atmosfera mistica. Finita la cerimonia, dagli spalti si leva un applauso fastidioso e inopportuno, per fortuna subito fatto cessare. In Italia ormai si battono le mani in ogni occasione: nascite, morti, vittorie, sconfitte, non c’è più il senso della misura e del decoro. Poi sulla scena rientrano alcuni danzatori per consentire le foto e le riprese prima vietate. All’uscita, commento: “Cosa ti è sembrata la danza?” “Io ho dormito tutto il tempo”, altri “Anche noi abbiamo dormito” o “Era insopportabile”. Evviva la curiosità italica! Si viaggia per conoscere abitudini, credenze, storie, culture diverse dalla nostra. Infatti…

09/08/2023

 Alle prime ore dell’alba, un pulmino viene a prendere e poi a riportare in albergo, il gruppo per il volo in mongolfiera. Sono soddisfatti e pronti per il trasferimento alla volta di Konya. Lungo il percorso il Caravanserraglio di Sultanhani, uno dei meglio conservati, merita una sosta. Konya è la città più devota all’Islam della Turchia. E’ impressionante l’immensa periferia, folta di palazzi costruiti di recente. E’ in atto in Turchia una massiccia urbanizzazione, l’edilizia negli anni duemila è stata uno dei volani della crescita economica del paese. Nel centro si staglia il Mausoleo di Mevlana, il poeta mistico, fondatore dell’ordine dei Dervisci rotanti. Anche qui, parte del gruppo, è maggiormente interessata al vicino bazar. Peccato! Non hanno, in tal modo, potuto ammirare uno dei peli della barba di Maometto, conservata in una teca.

10/08/2023

Tappa di trasferimento. Ci fermiamo a mangiare in un ristorante che si affaccia sul lago di Egredir. Lungo il percorso per Sagalassos, dal fondo del pulmino, si leva stentorea una voce: “Mi ha telefonato Fadime (in un giorno e mezzo è sorta una grande amicizia) è mi ha detto: anche se ora sono al servizio di un altro gruppo, mi siete rimasti nel cuore e vi seguo (col pensiero?)”. Di nuovo la prima voce: “Pensate ci sta programmando il viaggio, ci ha già prenotato il Lodge a Sagalassos”. “Fantastico!” Che dire? Nel programma di viaggio, tutti i pernottamenti e molte cene sono state programmate da Adil. Il viaggio è ancora lungo, per vincere la noia, la viaggiatrice, unica ad avere una guida (Lonely) ma dotata anche di altre qualità, decide di imitare Fadime. L’interpretazione è apprezzata soprattutto dalle grandi amiche della guida turca. Nell’Etica Nicomachea, Aristotele indaga diversi tipi d’amicizia. I giovani con estrema facilità riescono a stringere amicizia, ma anche facilmente non la coltivano o la tralasciano. E’ vero che l’età anagrafica del gruppo va dai cinquant’anni ai cinquant’otto, ma nello spirito, alcune, sono rimaste molto giovani e si comportano come Aristotele aveva scritto. Fadime, grazie al cielo, d’ora in avanti verrà dimenticata. Sagalassos è situata in alta montagna e al tempo dell’Impero Romano era la capitale della Pisidia. Splendidi i resti e lo scenario naturale.  Quella con guida chiama a raccolta il gruppo che le si fa intorno. Se avessi aperto una delle mie guide, sicuramente gran parte si sarebbe allontanata. Ma ho fatto esperienza e la metto a frutto. Con guida suggerisce di iniziare la visita dalla biblioteca. “Ah noo, la biblioteca proprio nooo!” Con guida cerca di recuperare e con voce suadente quasi sussurra: “Ma è senza libri”. “Ah beeh, allora…” Gli islandesi, che oltre a cibarsi di pesci si nutrono anche di cospicue letture, possono star tranquilli, gli italiani non insidieranno mai il loro prestigioso primato di lettori. Al ritorno, sotto l’ombra di un albero presso un caffè, ecco il solito gruppetto particolarmente interessato alle visite. L’argomento sta scivolando sul licenzioso. Pare che un pio fraticello, dimorante presso la Basilica del Santo a Padova, si sia perdutamente innamorato di una del gruppo, colà recatasi, più volte, per chiedere una grazia per il figlio, gravemente ammalato. Mi allontano, visto che l’argomento è molto riservato, così non saprò mai se il religioso è stato indotto al peccato, la carne è fragile e le tentazioni del mondo sono tante. Poco importa. Il gruppo si è affollato attorno alla narratrice, mi avvicino anch’io. “Ero in viaggio di lavoro con un mio collega, un bell’uomo, nell’albergo del paesino dove ci trovavamo avevano libera solo una camera matrimoniale, la prenotiamo. Nella notte, la mano di lui si fa strada tra le lenzuola per accarezzarmi, un brivido mi percorre tutto il corpo, l’abbraccio e poi…” Boccaccio avrebbe molto materiale per aggiungere novelle licenziose per un’undicesima giornata.

11/08/2023

Alle ore 8.30 puntuali come sempre si parte per Hierapolis-Pamukkale. Nel fondo del pulmino è sorta una vivace discussione filologica. Qualcuno sostiene che il termine siciliano “minchia” è diventato un intercalare, svuotato del suo significato originario. Ma la signora “Sicilia” non è d’accordo. “E’ una parola volgarissima, da suburra”. Cerco di fornire il mio contributo, nel tentativo di nobilitarla: “Il sostantivo deriva dalla parola latina mentula”. “Ah è latino, visto che non è una parolaccia?”. Anche la Sicilia concorda dopo aver preso atto della nobile ascendenza. All’ingresso di Hierapolis si pone subito un dilemma: proseguire sotto un sole ardente per visitare le rovine o rinfrescarsi in alcune piscine dove molti viaggiatori se la godono beati? In attesa che il dubbio venga sciolto mi avvio sulle pendici di una collina dove sorge l’anfiteatro e poi proseguo oltre. Lungo il percorso incontro alcuni del gruppo, quelli più motivati e interessati. Gli altri dove saranno finiti? Le piscine digradanti di Pamukkale hanno pochissima acqua e non hanno l’incanto che si coglie nei filmati o nelle illustrazioni.

12/08/2023

Afrodisia (il filosofo Alessandro, cultore di Aristotele è di lì, ndr) è immersa in un paesaggio bucolico, la scarsa presenza di turisti consente di visitarla con calma e anche di immedesimarsi in questa che doveva essere una piacevole e accogliente città. Il museo è ricco di splendidi bassorilievi, ottimamente conservati, negli spazi esterni sono collocati magnifici sarcofagi. Afrodisia è un luogo evocativo, come non ricordare la poesia Ionica di Costantinos Kavafis:

Se abbiamo abbattuto le loro statue/ Se li abbiamo scacciati dai loro templi/ Non per questo gli dei sono morti. O terra/ Di Ionia, sei tu ch’essi amano ancora./ Quando il mattino d’agosto ti avvolge tutta/ Nella tua aria passa un vigore di quella loro/ Vita e una figura d’efebo, indecisa,/ immateriale, a volte corre via veloce/ sull’alto delle tue colline.

In alcuni membri del gruppo però prevale la prosa: quattro passi, appena accennati, lungo il percorso di visita e poi subito al bar per dissetarsi e per riposare. Arriviamo a Bodrum-Ortakent nel pomeriggio. Mevlut, il nostro autista ci saluta deve tornare ad Ankara la sua città. E’ stato un compagno di viaggio paziente e disponibile. Con lui ho comunicato (grazie al traduttore vocale) più che con alcuni membri del gruppo; ha 54 anni, una famiglia con due figlie da marito e un maschio, fra due anni andrà in pensione. Una gran brava persona! L’hotel che ci ospiterà si chiama Portofino. Ho letto giudizi contrastanti su di esso nelle relazioni dei coordinatori precedenti: secondo alcuni il posto è meraviglioso, secondo altri l’albergo cade a pezzi. Devo ammettere che entrambi i giudizi sono veri. Splendida la vista mare sul golfo ma la sporcizia e la noncuranza regnano sovrane. Ci accoglie Madame, parla benissimo l’italiano avendo vissuto per molti anni a Palermo e ci smista nelle diverse camere. Scoppia subito una piccola polemica. Una del gruppo ha dormito in una camera singola tutte le notti precedenti, ciò è stato possibile perché una famiglia di tre persone dormiva in una tripla. A Portofino dovrà dividere la camera con altre due viaggiatrici. Non ci sta: “Perché non ti sei premurato di prenotare una singola”? “Hai avuto il privilegio di dormire per diverse notti da sola per una circostanza favorevole, nessuno l’ha fatto notare ma non è un tuo diritto, leggiti il Decalogo di Avventure e così saprai che ti devi adattare”. La principale preoccupazione di tutti i viaggiatori è quella di connettersi a Wifi, inutilmente nelle adiacenze dell’albergo. Come mai? Madame: “Sono gli haker greci, delle vicine isole, che impediscono la connessione, dentro la Reception però è possibile”. Questo è uno di quei casi che potrebbero far precipitare le relazioni, peraltro già molto complicate tra Grecia e Turchia. “Timeo Danaos et dona ferentes” metteva in guardia Virgilio nell’ Eneide. In questo caso non portano doni sospetti ma hanno dichiarato una “guerra elettronica” al pacifico “Portofino”. Chissà se Madame è stata messa al corrente e rassicurata dal presidente Erdogan che, anche per migliorare il Wifi del suo hotel, ha minacciato l’Ellade? “Arriveremo di notte” ha tuonato. Nel frattempo i nostri sonni trascorrono tranquilli e il Wifi resta sotto attacco.

13/08/2023

E’ il giorno tanto atteso da molti, si va per mare, si va in caicco. All’imbarco con noi c’è anche Madame. E’ stata lei a contattare i proprietari dell’imbarcazione e a gestire l’acquisto dei biglietti. “Non andate nelle agenzie, vi chiedono di più, io vi faccio un prezzo migliore (53 euro cadauno)”. La seconda uscita in caicco, prenotata in agenzia costerà esattamente 53 euro. In una piccola insenatura iniziano i tuffi, non tutto va bene. Stefano avverte un dolore lancinante alla spalla, probabilmente slogata. Madame entra in azione e questa volta va davvero ringraziata per la sollecitudine dimostrata. Al molo, dove siamo precipitosamente ritornati, ci attende l’ambulanza. Scendo anch’io ma sono costretto a rimanere a terra, nel veicolo, oltre agli infermieri c’è posto solo per la moglie Franca. Stefano, tra i partecipanti, è quello più interessato all’arte e alla storia, ed è un piacere conversare con lui anche di altri argomenti, come ad esempio di geopolitica. In attesa del ritorno dell’infortunato provvedo ad inviare una chat ad Avventure per informarla dell’incidente. Prendo poi contatto con Europ Assistance per aprire la pratica che coprirà le spese ospedaliere turche. L’ultimo dato mancante, il codice personale dell’Assicurazione lo fornirà Franca. Stefano verrà dimesso e dovrà portare una fascia elastica per bloccare la spalla slogata. Qualche giorno dopo a Bologna verrà operato.

14/08/2023

Bodrum è un centro turistico di primaria rilevanza in Turchia. Notevoli sono il Castello crociato e l’imperdibile bazar. Alcuni (del gruppo) hanno la brillante idea di prenotare all’aperto, nel patio di un ristorante. In alto c’è della plastica trasparente che dovrebbe proteggerci dai raggi roventi del sole e invece li potenzia. “Abbiamo prenotato in un bellissimo posto all’ombra e all’aperto”. Incredibilmente gli ideatori di cotanta delizia, accortisi della calura insopportabile, decidono di levare le tende e di cercare un luogo più fresco. Gli altri, purtroppo, rimangono a soffrire avendo già ordinato. Evviva lo spirito di gruppo. Decisamente migliore la cena a Portofino con lume di candela e vista sul golfo di Ortakent. Festeggiamo Massimiliano che compie gli anni e ci offre delle gustose palacinke al cioccolato e dello spumante.

15/08/2023

Ultimo giorno a Ortakent-Bodrum e ultima uscita in caicco. A sera, siamo riuniti per la cena attorno a un lungo tavolo, con vista mare, a capotavola si siede Madame, è sua abitudine conversare con noi mentre pasteggiamo. All’improvviso un tonfo fragoroso e Madame scompare alla nostra vista. La fragile sedia non ha retto il suo peso e si è sfasciata. Accorrono prontamente i ragazzi dell’albergo, la sollevano, la fanno sedere sopra una sedia più resistente. Madame non si è fatta niente per fortuna. L’ingegno dei ragazzi prontamente “restaura” la sedia malconcia, che viene spostata sul tavolo accanto, così qualche altro ospite potrà verificare la bontà del lavoro d’incastro. La caduta di Madame può essere anche intesa come una metafora dello stato in cui si trova l’hotel. Da giorni ci eravamo accorti che era pericoloso sollevare le sedie, perché la parte superiore ci rimaneva in mano mentre quella inferiore rimaneva saldamente ancorata al suolo. Ma è tutta la residenza che avrebbe bisogno di un integrale restauro.

16/08/2023

Oggi nuovo pulmino e nuovo autista. La solita: “Telefona ad Adil che ci metta a disposizione la corriera (33 posti) che avevamo in precedenza”. Si parla senza riflettere e anche dopo si evita la riflessione. Anche in questo caso vale il Decalogo di Avvventure. Rientra la protesta, tutti hanno il loro posto a sedere e il chiacchiericcio finisce per coinvolgere il gruppo. Efeso è affollatissima, per visitare le rovine si deve sgomitare. La città è grande e magnifica, personalmente preferisco Afrodisia distesa tra amene colline e con saltuari visitatori. Lungo la strada ci sono le bancarelle del bazar per gli ultimi acquisti. “Originali” quelli delle “due amiche” meridionali, sono soddisfatte dei ciondoli che si ripromettono di mettere al collo e che riproducono, in formato mignon, l’organo sessuale maschile. E’ stato un acquisto di buon gusto certamente; infatti oltre a questi c’erano grossolani e vistosi organi in legno, un po’ pesanti da portare al collo. In albergo  signora Sicilia mi avvicina e: “Hanno cancellato il volo del 17 Istanbul- Catania, devi fare qualcosa”. “Non sono io che dirigo il traffico aereo, posso però informare via chat Avventure e chiedere se ti hanno spostato su di un altro volo”. Mentre scrivo, si avvicina l’amica: “Hanno cancellato il volo Smirne-Istanbul e non quello Istanbul-Catania”. Evito di spedire la chat e verifico; tutti i voli sono in programmazione. Nuovo problema: “Devi telefonare ad Adil che ci venga a prendere domani alle ore cinque (i milanesi)”. Ad Adil ho già inviato un messaggio. Finito il turno di lavoro Adil non risponde ai vari numeri telefonici, ma la solita non capisce e continua a dire: “Devi telefonare e ritelefonare fino a quando ti risponderà”. La confusione è stata la caratteristica peculiare di una parte del gruppo. Smirne, è l’ultima sera, ceniamo in un ristorante lungo il famoso Cordon. La Cassa comune piange e anche le lire personali sono quasi esaurite. Scegliamo il piatto più economico e beviamo acqua minerale. La scena finale si svolge tra lo sguardo divertito dei camerieri venuti per il conto. Riusciamo a raggiungere la somma segnata sullo scontrino, con fatica e dopo diversi conteggi, e tiriamo un sospiro di sollievo: non è rimasta una lira nella cassa. Almeno abbiamo pagato e non ci siamo dileguati, come va di moda.

17/08/2023

Alle ore 4.40 mi alzo per scrupolo per verificare che ci sia il pulmino. Alle cinque puntuale il piccolo gruppo parte in direzione aeroporto. Solo una ha il buongusto di ringraziarmi per essermi svegliato per verificare che tutto procedesse con puntualità. Alle ore 10 partono tutti gli altri. Il pulmino è piccolo ed è inevitabile sentire le solite chiacchiere. “Dovevo tornare da Napoli alla mia città e ho preso il pullman della sera, appena spente le luci, il mio vicino allunga le mani verso di me con l’intenzione di palparmi. “E’ tutto buio, siamo in fondo alla corriera, qui lo possiamo fare benissimo nessuno ci vedrà”. “No non sei il mio tipo”! Sembra un racconto tratto da “La leggenda delle donne virtuose” di Geoffrey Chaucer. Poi anche le amenità cessano, in aeroporto ci salutiamo appena giunti, il Duty free esercita su alcuni un’attrazione irresistibile. In ore diverse infine partiamo per le nostre destinazioni. “Ridendo castigat mores”.”

No comment al racconto bellissimo, che basta a sé stesso. Commenterei a lungo sui comportamenti dei partecipanti al viaggio, ma non aggiungerei nulla di significativo all’eloquente auto-dimostrazione di qualunquismo e turismo atto a miracol mostrare sui… social.

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