Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

…destra/ sinistra, come (glie)le canta(va) Giorgio Gabersheck

Nella mia vita voterò sempre a sinistra (moderata) perché la destra mi è antropologicamente (che comprende l’eticamente, il politicamente, il sociologicamente, il culturalmente…) estranea.

Per farmi capire anche in questo pezzo, però, propongo ai miei gentili lettori questa antica ballata gaberiana, i cui contenuti politico-cultural-sociologico-folkrolistici condivido fino in fondo e del tutto. Mi rappresenta, anche nell’amarissima verve dell’acre ironia di quel grande.

“Tutti noi ce la prendiamo con la storia/ Ma io dico che la colpa è nostra/ È evidente che la gente è poco seria/ Quando parla di sinistra o destra

Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

Fare il bagno nella vasca è di destra/ Far la doccia invece è di sinistra
Un pacchetto di Marlboro è di destra/ Di contrabbando è di sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ Una bella minestrina è di destra
Il minestrone è sempre di sinistra
Tutti i film che fanno oggi son di destra/ Se annoiano son di sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

Le scarpette da ginnastica o da tennis/ Hanno ancora un gusto un po’ di destra
Ma portarle tutte sporche e un po’ slacciate/ È da scemi più che di sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ I blue-jeans che sono un segno di sinistra
Con la giacca vanno verso destra/ Il concerto nello stadio è di sinistra
I prezzi sono un po’ di destra/ Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

I collant son quasi sempre di sinistra/ Il reggicalze è più che mai di destra
La pisciata in compagnia è di sinistra/ Il cesso è sempre in fondo a destra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ La piscina bella azzurra e trasparente
È evidente che sia un po’ di destra/ Mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
Sono di merda più che sinistra/ Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

L’ideologia, l’ideologia/ Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È la passione, l’ossessione della tua diversità/ Che al momento dove è andata non si sa
Dove non si sa, dove non si sa/ Io direi che il culatello è di destra
La mortadella è di sinistra/ Se la cioccolata svizzera è di destra
La Nutella è ancora di sinistra/ Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

Il pensiero liberale è di destra/ Ora è buono anche per la sinistra
Non si sa se la fortuna sia di destra/ La sfiga è sempre di sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ Il saluto vigoroso a pugno chiuso
È un antico gesto di sinistra/ Quello un po’ degli anni ’20, un po’ romano
È da stronzi oltre che di destra/ Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

L’ideologia, l’ideologia/ Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È il continuare ad affermare/ Un pensiero e il suo perché
Con la scusa di un contrasto che non c’è/ Se c’è chissà dov’è, se c’è chissà dov’è

Tutto il vecchio moralismo è di sinistra/ La mancanza di morale è a destra
Anche il Papa ultimamente è un po’ a sinistra/ È il demonio che ora è andato a destra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ La risposta delle masse è di sinistra
Con un lieve cedimento a destra/ Son sicuro che il bastardo è di sinistra
Il figlio di puttana è a destra/ Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

Una donna emancipata è di sinistra/ Riservata è già un po’ più di destra
Ma un figone resta sempre un’attrazione/ Che va bene per sinistra e destra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra/ È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra/ Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ Destra, sinistra
Destra, sinistra/ Destra, sinistra/ Destra, sinistra/ Destra, sinistra
Basta!”

Questa vecchia (di cinquant’anni?) ballata di Gaber potrebbe fors’anche esaurire l’articolo. Che cosa aggiungere, se non che rappresenta ancora meglio oggi, rispetto a quei tempi, la situazione dei due storici schieramenti politici?

Ma qualcosa scriverò. Se la destra è stata storicamente il baluardo della conservazione (non intesa nel senso positivo di conservazione delle tradizioni umane, della bellezza e dell’ambiente) dei privilegi e della reazione a ogni avanzamento sociale e morale di chi aveva di meno, la sinistra è stata proprio quella posizione etico-politica che ha cercato di liberare dal bisogno e dall’iniquità i meno abbienti, i poveri, il popolo inteso come corpo sociale attento ai diritti di tutti gli esseri umani, su una base etico-filosofica di uguaglianza sostanziale in dignità. Ricordo che l’Illuminismo, fomite e origine di tutti i movimenti progressisti, dal primo liberalismo al socialismo, se storicamente si mosse obiettivamente contro l’alleanza fra trono (anche se tra i propri ammiratori annoverò sovrani come Federico II di Prussia e Caterina II di Russia) e altare, trasse linfa vitale proprio dalla lezione gesuana ed evangelica: il concetto di persona come entità inviolabile è senza alcun dubbio di matrice cristiana.

Detto ciò, si può liquidare la questione con concetti “tagliati con l’accetta” come quelli precedenti? No, evidentemente.

Se un autore e attento osservatore sociale, come Giorgio Gaber, si è sentito ispirato a scrivere una canzone come quella sopra riportata, qualche ragione ci sarà. Proviamo con un’esegesi semplice dei concetti, anzi delle figure, delle immagini gaberiane? A partire da quella iterata domanda “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra“. Come se lo stesso Gaber, che di destra non è stato mai certamente, non lo sapesse più. Lui era un anarchico mite e ironico.

Parlare separando i binomi, di minestra o minestrone, di doccia o bagno, di collant o reggicalze, di come si portano i jeans, se con la giacca o meno, della mortadella o del culatello, della fortuna o della sfiga, per caratterizzare destra o sinistra e viceversa, forse può sembrare banale, ma non lo è, perché rappresenta le semplificazioni che allignano nel linguaggio popolare, che contiene verità e superficialità nello stesso tempo.

Oggi, Gaber aggiornerebbe la sua ballata inserendo per la sinistra (una certa tal… quella borghesizzante-amerikana-canadese-austrobritannica) la cancel culture, il woke, lo schwa, l’lgbtqa+ e quant’altro (espressione senz’altro di sinistra), mentre a destra le nostalgie fascistoidi che tipizzano certi atteggiamenti di politici (molto più di un Salvini che di Meloni) e le derive razziste, xenofobiche e antisemite.

Senz’altro, penso, a Gaber non piacerebbero gli attuali capi della sinistra, che è sempre la sua parte, come è la mia, e gli dedicherebbe con dispiacere versetti come questi: “Affermare e negare è di sinistra (Conte, se Conte può essere di sinistra)/ Sintesi senza analisi è di sinistra (Schlein)”, mentre alla destra farebbe un gran sberleffo non privo di speranza, richiamando il detto paolino e pannelliano Spes contra Spem, e così sia.

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