Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Dei selfie come specchio: a) la boccuccia a cuore, b) la faccia da oca (la femmina) e c) la faccia di pietra (il maschio)… tra apparenza e verità. Due esempi di di boccuccia a cuore/ faccia di pietra: il “figlio di papi” presidente canadese Justin Trudeau; boccuccia a cuore/ faccia da oche le ragazze che hanno impedito a Roccella di presentare il suo libro al Salone di Torino, con Schlein che dice che in democrazia ci si deve aspettare le contestazioni, sì, ma prima viene il dialogo offerto da Roccella e rifiutato dalle oche scalmanate!

I selfie sono diventati una moda irresistibile con il dilagare di cellulari e smarthphone. Oggi mi offrono l’occasione per parlare di stupidità di varia natura.

Madame ocà

Allo specchio in bagno e nei selfie non si può essere sinceri/ veri, poiché si è – nel contempo – soggetto-che-opera e oggetto-operato. E poi c’è l’altro che “gode” di te, forse. Ci sono alcuni tipi e modelli espressivi. Questi, grosso modo.

La boccuccia a cuore è una pura imitazione dei bimbi, che si atteggiano involontariamente per ottenere attenzione da parte dei grandi, e risultati convenienti dal loro punto di vista immaturo e già furbetto. A volte i grandi li imitano.

La faccia d’oca delle femmine che si mettono in posa per i social è una potente espressione di superficiale stupidità, che può traguardare anche a situazioni serie e pericolose, se ci si mette in mostra in modo tale da suscitare l’attenzione di malintenzionati che si nascondono dietro nickname accattivanti. Non si offenda chi tra le donne fa dei begli autoritratti che possono ricordare Antonio del Pollajolo da Florentia!

La faccia di pietra dei maschi, che loro pensano esprima virilità, forza e decisione, e invece esprime menti tarde e lente, come quella dell’asino di Buridano. Se quei maschi che si auto-fotografano in quel modo conoscessero l’apologo dell’asino di Buridano, non si farebbero i selfie (perché sufficientemente intelligenti). Ma non lo sono, ahiloro!

Temi come l’identità personale, il ruolo del soggetto e dell’oggetto, il rapporto tra l’io e il tu, così come studiati da Martin Buber, filosofo austro-ebreo, l’argomento dell’altro, del volto dell’altro, cui Emmanuel Lévinas, ebreo franco-lituano dedicò tanta attenzione, attestano quanto sia importante riflettere bene sulla questione, che rappresenta il centro delle relazioni interpersonali e non tollera, pena l’impoverimento della qualità relazionale, che si banalizzi ciò-che-mette-in-relazione soggetti umani, intelligenze e storie personali, come accade, invece, nei fenomeni falso-socializzanti dei… social media, che sono quasi un ossimoro concettuale e pratico-concreto.

I social sono dis-sociali e dis-socianti, proprio per i danni che fanno, quando vengono utilizzati nei modi che sto qui indicando.

Vediamo in pratica due esempi proposti nel titolo.

Justin (Giustino, chissà se il figlio di papà sa che San Giustino era un filosofo neoplatonico cristiano?) Trudeau, nell’occasione di incontro del G7 a Hiroshima, che ha all’ordine del giorno questioni fondamentali per gli equilibri socio-economico-politici del mondo (si sia o non si sia affini a questa parte), non trova di meglio che rimproverare Meloni per la scarsa attenzione o addirittura l’avversione ai diritti Lgbtq+. Non solo l’occasione è inopportuna per affrontare un tema del genere, ma i modi e i toni (che risultano) sono inadeguati e insensati… tra l’altro da parte di un politico che dovrebbe innanzitutto pensare a quello che per oltre un secolo è successo nel suo Paese: il massacro della cultura dei nativi, con la collaborazione delle chiese locali. Per tale devastazione lo stesso papa Francesco si è sentito in dovere di andare nella grande Nazione americana per scusarsi come Chiesa cattolica. Monsieur Trudeau boccuccia-a-cuore-faccia-di-pietra lo imiti, di grazia! Se parliamo di diritti, lo stesso premier spieghi la ragione per cui il suo paese è uno dei luoghi in cui più si pratica la gravidanza per altri. Sono questi i diritti che il giovin signore canadese intende difendere?

Guarda caso, si tratta dello stesso tema di Torino. Al Salone del libro, un congruo numero di giovanissime intolleranti boccuccia-a-cuore hanno impedito al Ministro Roccella di presentare il suo libro sui diritti civili, in particolare al femminile. Roccella, che ha una sua tradizione personale e politica di militanza antico-radicale, che non ha rinnegato (fu una delle leader che si occupò della Legge 194 ai tempi nei quali il diritto all’interruzione di gravidanza era reato), ha nel tempo temperato quei “giovanili furori” dirittistici con un’immersione in una sana antropologia realista-personalista. Dubito che alcuna delle ragazze contestatrici boccuccia-a-cuore fosse informata di questa biografia rispettabilissima. La proposta di discutere con civiltà formulata dall’autrice è stata rifiutata dalle fanatiche, e la presentazione del libro è stata sospesa, senza peraltro che il direttore della manifestazione prendesse posizione per consentire che si svolgesse quanto programmato.

Non basta, boccuccia-a-cuore-nazionale Schlein, ovviamente, è intervenuta per dire che il Governo (sempre lui) non tollera le contestazioni. Forse dovrebbe informarsi meglio sul caso e guardare il video di ciò che è successo.

Tra altre, non pochine, una boccuccia a rosa la si vede ogni mattina su Rai News 24, una giornalista grosso modo di bell’aspetto che, non so se distrattamente o per ignoranza semantica, ha definito “celebrazione” il ricordo della strage di Capaci del 23 Maggio 1992. Le stragi di ricordano, non si celebrano. Poi in regia la hanno corretta, ma…

Se, come insegnava Tommaso d’Aquino, contra factum non valet argumentum, cioè contro un fatto accaduto non ci son chiacchiere di sorta, potrebbe ritenere – magari eh – utile informarsi e pensare a che cosa dire prima di dirlo, contenendo entusiasmi mal riposti.

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