Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La frusciante ovvero “Nemo intrat in caelum nisi per philosophiam”, come scriveva Johannes Scotus Eriugena nel IX secolo

Più avanti vedremo che cos’è la frusciante, cosicché lascio per il momento al mio solito o nuovo paziente lettore di immaginare che cosa sia, la frusciante.

Invece ti intrattengo sul detto latino riportato nel titolo, risalente al pensatore irlandese frate Johannes Scotus Eriugena che nel IX secolo lo ebbe a scrivere (Oxford: Clarendon Press, 1988) qui nella traduzione italiana: “nessuno va in paradiso se non tramite la filosofia“, e dunque “se non sarete come bambini… con ciò che segue. I bambini sono naturaliter filosofi, in quanto il loro approccio alla vita e alle relazioni è caratterizzato da infiniti perché. E perché è la domanda filosofica per eccellenza, così come il come è la domanda che concerne le scienze fisiche e biologiche.

Chiedere perché è non solo legittimo, ma anche segno di curiosità intellettuale, di capacità di comprensione preventiva del nuovo, del diverso, mentre chiedere come manifesta un interesse per ciò che già esiste e per sapere come funziona. Chi ama chiedere perché non si accontenta, chi chiede come a volte si accontenta delle cose così come sono, e si adegua. Il perché e il come devono stare insieme, aiutarsi, completarsi, nel giusto ordine logico.

Un esempio: se la scienza scopre la possibilità di fare una certa operazione sull’uomo e sull’ambiente, che mette a repentaglio la natura del vivente, il decisore deve chiedersi prima “perché lo faccio?”, “che cosa accade se lo faccio?”, “intervengo in maniera da modificare in modo irreversibile la struttura vitale?” Se le risposte saranno soddisfacenti nel senso di salvaguardia, si può passare al come e procedere. Nel concreto si può pensare all’intelligenza artificiale e al suo utilizzo, o alla fecondazione eterologa insieme con l’utero in affitto o maternità surrogata… bene si può fare, ma è bene farlo?

Vedi caro lettore, come dovrebbe funzionare la logica illuminata da una visione etica chiara e rispettosa dell’uomo. Non sto sostenendo un passatismo fuori luogo, o una visione oscurantista, ma semplicemente l’esigenza di riflettere con calma e profondità sulle scelte che si fanno, e che coinvolgono principi e valori fondanti della vita umana.

Ecco che torna in campo il sapere filosofico come sapere fondamentale e fondante degli altri saperi: iniziare da un rischiaramento concettuale e da una logica del concreto è il primo passo per affrontare i vari temi e problemi della vita, del lavoro, del nostro passaggio per questo mondo.

Johannes Scotus Eriugena afferma che nessuno si salva se non tramite la filosofia, ma che cosa intende? Non certo l’accademia filosofica staccata dalla realtà effettuale, ma la filosofia vissuta, la saggezza, la prudente phronesis presente nella sapienza degli anziani che anche noi (io) abbiamo conosciuto. La filosofia naturale.

In questo senso allora si può pensare che il pensiero filosofico possa aiutare ad andare in cielo, anche se per cielo si intende anche solo la partecipazione a un livello superiore dell’attività spirituale.

La frusciante. Ecco, ho ripreso in mano quest’oggetto leggero in fibre di carbonio, silenziosa nel suo muoversi. La bicicletta, cioè il mezzo che mi ha dato nei decenni forza e salute, e ora me la sta facendo recuperare, in limiti che non conosco, ma certamente.

Questa fende il vento leggiera come fosse nata dove il vento stesso disegna i bordi, e traccia i confini dei percorsi. Anche quando è contrario benignamente accoglie chi si spinge dentro le sue spire vorticose. Ecco, due chilometri ancora controvento, ma poi la strada curva a destra e il burian ti percorre i lombi, quasi dandoti una spinta, quasi un premio per averlo sfidato.

E scorrono ai lati paesaggi e campane annunziano la messa eterna, e cani e voci d’umani e fronde color d’ocra e terre di Siena. Acquae discurrunt tra le rive e i boschi. Un daino traversa e si fa vento nel vigneto.

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