Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Elogium Mortis

Giovanni di Pietro di Bernardone dopo la svolta della sua vita si era fatto chiamare Francesco, san Francesco d’Assisi, e lo conoscono quasi tutti.

Due anni prima di morire, forse nel 1224, scrive il Cantico di frate Sole (o delle Creature, in latino Laudes creaturarum).

Dopo avere lodato il sole il fuoco l’acqua e il vento come creature di Dio, Francesco prende a lodare il Signore per “sora nostra morte corporale” che nessun uomo può evitare, raccomandando di curarsi di non morire ne “le peccata mortali“, poiché così eviterà che “la morte secunda” gli faccia male…

Il testo:

“(…) Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale,

da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali;

beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male (…)”.

 

Un altro Francesco, nostro contemporaneo, ha chiamato la morte “La grande consolatrice” (da la locomotiva, 1970).

Che consolazione Francesco ragionare della morte come fai tu, dandole confidenza, quasi; com’è lontana la tua visione da quella nostra contemporanea, quando la si nasconde o si contratta superbamente con lei, o la si usa per fini politici.

Qui da noi, in Friuli, è in corso uno squallido dibattito mediatico su un film “Bella addormentata“, che trae spunto dalla vicenda dolorosa conclusa il 9 febbraio di tre anni fa, quella di Eluana, ragazza oramai conosciuta solo con il nome proprio.

Vedo affannarsi attorno alla poco francescana vicenda politici improvvisatisi moralisti (ma quasi tutti i politici sono tuttologi pozzi di ignoranza, privi di umiltà, alieni dallo studio), giornalisti monotematici, diventati famosi sulla pelle della bella ragazza, talebani della vita che bandiereggiano… 

Consiglierei a tutti costoro di rileggere (anzi di leggere, ché son convinto la maggior parte non l’abbia mai fatto) il tuo Cantico e di andare a trovarsi un posto silenzioso e discosto, di guardarsi attorno, di stare zitti, di non fare dichiarazioni, di astenersi, astenersi, astenersi… ché il mondo intero ne guadagnerebbe.

Tesso un elogio della morte, che riguarda tutti, grandi e piccini, deboli e potenti, timidi e prepotenti, giocatori d’azzardo e quelli dei media, artisti sedicenti tali e quelli veri, persone sincere e ballisti, tutti ma proprio tutti, senza qui parlare oltre de “la morte secunda“, come le intendi tu, morte prima e morte secunda, caro Francesco.

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