Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Caro vecchio Ario

…era da tempo che si diceva tu e io, un po’ per celia e un po’ per serio, che avremmo fatto un incontro una sera a Latisana, per parlare del tuo nome, in comune con il sacerdote Ario, quello che non riconosceva la divinità di Cristo, quando ad Alessandria si discuteva con passione della Trinità e dell’Uomo teandrico.

Ario sei andato via senza avvertire, c., mi avevi chiamato al cell. qualche settimana fa e non mi avevi trovato, poi non mi avevi risposto. Beatriz ti voleva bene come a un nonno, quattro volte a Roma insieme a presentare l’Agenda furlana. E adesso?

Stai quasi sogghignando, no sorridendo, dove sei perché il dolore è finito e inizia la gioia. La tua ironia serve anche lì, così fai ridere angeli e santi, che a volte sono un po’ seriosi. San Filippo Neri non dimenticarlo, vi farete buona compagnia. Magari cerca anche san Paolo, così parlerete della spina nel corpo, che avevi anche tu. In tua compagnia potrebbero divertirsi anche Agostino e Tommaso, che sicuramente accetteranno le tue domande sul senso delle cose, del male e del bene. Pietro poi sicuramente ti arruolerà tra i suoi perché lo aiuterai a comprendere i nonsense di Cristo Gesù come profeta umano-divino, e il suo linguaggio spiazzante. Non penso che ignorerai don Bosco e il Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney. Anche tu in qualche modo hai fatto il “curato” come maitre d’hotel, quante storie hai ascoltato tu che eri lì dove soggiornava Hemingway, di là dal fiume e tra gli alberi. Santa Caterina Benincasa che era di Siena forse ti chiederà conto della tua pietà cristiana, ma ascoltandoti sicuramente se ne andrà sorridendo: lei tende sempre a fare la direttrice spirituale, lo faceva anche con frate Raimondo da Capua. E san Giovanni? Parlo dell’evangelista teologo, quello del Lògos, cercalo, perché dicono che non sia ancora arrivato lì, ma vaghi ancora tra le rocce di Patmos. 

Non oso dirti, e se incontri Maria di Nazaret, che cosa le dirai? Salutala con affetto da parte mia, e dille che la penso ogni mattina che sorge dalla notte.

E il padre Dante chissà che cosa ti dirà, tu che tendevi a far letteratura mentre ospitavi, prova a vedere se da quelle parti c’è anche mio padre e mia madre, e magari mia nonna Catine, e salutameli, e saluta anche i nonni Mariute e Toni e Dante Pasariàn.

Se lo vedi saluta anche mio fratello Antonio, che non ho conosciuto. E Elena la mia nipotina.

Ti metto accanto il nostro grande padre Tagliamento, Ario, tu hai lavorato per quarant’anni sulla sua sponda, sulla rosta sinistra, con l’occhio vigile e la parola pronta.

Mane Deo, Ario, nell’eternità.

A rivederci?

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