Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Tra quattro mura e dietro sette massicci portoni ferrati stava Jim Quillen, rapinatore a mano armata e rapitore, ad Alcatraz, recluso in the Rock, nel mezzo della Baia di San Francisco, quando strappava il bottone dalla giubba e lo gettava per aria…

Quillen era stato spedito nell’isola per rapina a mano armata e per rapimento, quest’ultimo crimine (ovviamente) finito non-male (s’intende) con la morte della persona rapita, perché se fosse finito male lo avrebbe aspettato la sedia elettrica, in quegli anni Cinquanta americani. O la camera a gas.

The Rock era ed è il nome del penitenziario californiano, oramai dismesso da decenni. Le persone ivi recluse non avevano più un nome e un cognome propri, ma un numero, come accadde a Majdanek, come a Sobibor, come ad Auschwitz un decennio prima.

Chi veniva rinchiuso ad Alcatraz sapeva che lì, o avrebbe terminato i giorni della sua vita, oppure avrebbe trascorso anni e anni tra quelle solide mura costruite su uno sperone di roccia nella baia di San Francisco, tra il Golden Gate e la terraferma. Oltre il ponte che collega San Francisco e Sausalito, cantata da Carlos Santana, vi era l’Oceano Mare, come scriveva Cristoforo Colombo, il grande Ammiraglio delle cattolicissime maestà di Castiglia e d’Aragona, la regina Isabella e Don Ferdinando.

Onde fredde e scure sferzano la scogliera che contorna l’isola. Chi aveva tentato nel corso degli anni la fuga riuscendo ad arrivare al mare, era scomparso, inghiottito dall’abisso marino.

La cronaca nera e il cinema hanno raccontato efficacemente, come solo il grande cinema americano è in grado di fare, di qualche tentativo, uno solo riuscito, ma senza prove di un tanto. Sì, forse Clint Eastwood ce l’aveva fatta (nel film Fuga da Alcatraz) e nella realtà… si narra quanto segue:

“…la fuga sarebbe stata possibile grazie all’abilità dei fratelli Anglins nel nuoto. Poiché vivevano nella baia di Tampa, i fratelli erano abituati a nuotare in acque turbolente. Conoscevano la natura delle correnti oceaniche e le condizioni da affrontare in mare aperto. La chiave del loro successo era sapere il momento giusto per entrare in acqua. Un’entrata non tempestiva li avrebbe visti spazzati via dal mare, ma quando entrarono in acqua alle undici di sera, ebbero maggiori possibilità di raggiungere la terraferma.

Anche se ci sono stati altri prigionieri che sono scomparsi dopo la loro fuga da “The Rock”, è questa fuga del 1962 che ha catturato l’immaginazione del pubblico. Non c’è bisogno di chiamarli per nome… ogni volta che se ne parla, è chiaro che “loro” è il tacito riferimento a Frank Morris e ai fratelli John e Clarence Anglin e alla loro epica grande fuga da Alcatraz. Clint Eastwood può prendersi il merito di aver reso questi uomini degli eroi popolari, dato che ha portato in vita la storia nel suo film epico del 1978 Fuga da Alcatraz.

Eastwood, che nel film ha interpretato Frank Morris, ha raccontato una storia avvincente (ma in stile hollywoodiano) che ancora incuriosisce tutti noi a più di mezzo secolo dalla scomparsa della dozzina di “artisti della fuga”, avvenuta di notte. Sono diventati personaggi leggendari e la loro storia contribuisce ad attirare più di un milione di visitatori ogni anno per vedere di persona la scena del crimine. Ma cosa è successo veramente? Sono sopravvissuti? Sono annegati nelle fredde acque della baia di San Francisco? Quali sono le prove reali? Perché si discute tanto? Sapremo mai la verità? Queste sono le domande che sono state dibattute.

Frank Morris e i fratelli Anglin avevano un passato criminale che risaliva alla loro giovinezza. I piccoli crimini finirono per trasformarsi in rapine in banca e tutti loro finirono in una cella di 5’x9′ mq ad Alcatraz, per il loro infame status di artisti dell’evasione.

Durante il suo periodo di detenzione federale, Alcatraz è stata pubblicizzata come la prigione federale più sicura mai costruita ed è stata un potente simbolo della guerra del governo al crimine. L’evasione era stata pianificata da mesi e prevedeva la realizzazione di giubbotti di salvataggio e di una zattera cucita e incollata con più di cinquanta impermeabili. Inoltre, ricordando la famosa evasione di Willie Sutton dal penitenziario di Stato orientale nel 1940, i detenuti hanno fabbricato teste di manichino simili alla vita da usare come esche nei loro letti. Si è trattato di uno stratagemma epico, in quanto ha ingannato le guardie che per più di un mese hanno effettuato frequenti pattugliamenti davanti alle loro celle, mentre il trio si alternava per lavorare in cima al blocco di celle.

I fratelli Anglin sono stati condannati e sono evasi dalla prigione di Alcatraz nel 1962. Erano detenuti che avevano commesso una serie di rapine in banca. I loro crimini li portarono nelle carceri di tutto il Sud. In un caso, furono trasferiti ad Alcatraz dopo aver commesso una rapina in banca. Uno dei loro primi tentativi di fuga si concluse con un fallimento. (…)”

Torniamo a Quillen.

Appena la porta della cella oscura si chiudeva, Quillen era un turbolento ed era a volte inviato in una segreta, dove lui chiudeva gli occhi, si strappava un bottone dalla giubba e lo gettava in alto.

Il bottone cadeva sul pavemento sconnesso rotolando.

Poi lui girava quattro o cinque volte su sé stesso e poi si metteva in ginocchio, e gattonava per cercare il bottone…

(dal web) “From the rear cover of this 164 page book: “Follow Jim Quillen from his tragic childhood into a desperate life of crime that lands him inside the nation’s most notorious prison. Witness the sensational Alcatraz Riot of 1946 and the bloody escape attempt that followed. Share Mr. Quillen’s compelling story of life on Alcatraz – the cruel realities and dangerous alliances – and the hard road that led him back to freedom.”

Perché Quillen si comportava in questo modo? Per passare il tempo, pare. Per non diventare matto per il tempo che aveva, immisurabile, al buio.

Strapparsi un bottone dalla giubba, buttarlo per aria e poi cercarlo gattonando, era un modo per non morire?

Per non morire dentro?

La libertà vale la vita?

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