Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Ad Altavilla Milicia la credenza nel soprannaturale si fa delitto, la religione orrore, un sedicente santone che è un tragico idiota

Credevano (credevano! credevano! credevano!) che il demonio, satana, il diavolo avesse invaso la famiglia – possedendola – e che, per debellarlo, bisognasse sacrificare una parte di essa, uccidendo alcuni componenti.

E così, padre-marito, figlia maggiore e due compari di setta si sono messi in testa di ammazzare la moglie-madre e due dei tre figli dell’assassino principale. In modo orrendo e tragico, truculento e malvagio.

Si è trattato dell’uccisione del cosiddetto sacrificio del capro espiatorio (da nozioni note dell’antropologia culturale classica), con il quale ci si sarebbe salvati dal male maligno del demonio.

Forse occorrono alcune nozioni teologiche sul tema del diavolo e del demonio, sapendo che la società dell’informazione, soprattutto con la tv, sta già proponendo da anni il tema sul suo versante più terrificante e pauroso, quello degli esorcismi. Da un lato abbiamo avuto come personaggio televisivo di primo piano un sacerdote, il padre Gabriele Amorth, che ha spiegato molte volte e diffusamente quale è il suo “lavoro” pastorale amministrando il “sacramentale” (non è un sacramento) dell’esorcismo, dall’altro una filmografia non sempre di primo livello, forse con l’eccezione abbastanza forte de L’esorcista (1970) del regista americano William Friedkin.

Consideriamo che proprio il padre Amorth ha tenuto sempre a specificare che le possessioni demoniache sono estremamente rare, e che il primo dei suoi collaboratori, nel momento in cui lui incontra la persona “disturbata” è l’esperto della psiche, è lo psicologo o, meglio, lo psichiatra, “perché, sosteneva, la maggior parte dei disturbi temuti come demoniaci, erano e sono in realtà di interesse medico-psichiatrico.

Io stesso, in gioventù, ho avuto modo di assistere a un esorcismo in quel di Montelupo Fiorentino, esperienza che mi colpì molto, comunque. Ero in compagnia di un sacerdote, allora come ora mio caro amico.

Teologia: cenni di Angelologia e Demonologia

La demonologia è lo studio delle credenze concernenti spiriti e demòni o, più precisamente e specificamente, riguardanti satana (satàn, in ebraico è il “separatore”) e i diavoli. (diàbolos, da diabàllo, in greco, significa colui-che-divide) Queste credenze possono essere diffuse all’interno di tradizioni popolari e religiose e consistono nella convinzione che esistano esseri soprannaturali, malvagi e assai potenti in grado di influire sulle vicende della vita umana e della natura.

Si affianca all’angelologia, che assume significato analogo nel campo di studi opposto, cioè quello sugli angeli. I demòni rappresentano, in molte culture, entità del pantheon infernale, suddivise in gerarchie “militari” definite «legioni». Ogni demonio è dotato di caratteristiche peculiari, è diverso da ogni altro, perché ha una personalità individuale, possedendo diverse funzioni o capacità. Soprattutto all’interno di credenze nelle quali si ritiene possibile la loro azione nel mondo umano e l’interazione con l’essere umano, essi possiedono un proprio aspetto e un sigillo (una sorta di firma autenticante), utile soprattutto all’operatore dell’occulto che si serve dei loro poteri per scopi personali (per esempio magia nera o Goezia).

Se l’angelologia si occupa delle gerarchie angeliche la demonologia si occupa di quelle diaboliche, come pure del carattere e della specializzazione di ogni entità, che spesso sono rese evidenti dal nome stesso, per esempio: Abaddon → «perdizione», Asmodeo → «spirito del giudizio», Baalzebub → «signore delle mosche», Satàn → «avversario», Samael → «veleno di Dio», Behemoth → «grande bestia».

Particolarmente sviluppata nella tradizione cristiana, la demonologia riguarda le creature, definite angeli, che avrebbero peccato contro la divinità cristiana.

(dalla Bibbia C.E.I.) 2 Pietro 2:4 – Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell’inferno, serbandoli per il giudizio;

Questi angeli caduti in disgrazia sarebbero guidati da Lucifero. Ecco il passo del commentario, riferito a Pietro 5, 8, che tratta di queste creature:

«(…) L’avversario è la traduzione del nome ebraico Satàn che la versione dei LXX ha reso con il greco diàbolos che vuol dire il calunniatore. Quell’angelo ribelle è l’avversario di Dio e degli uomini. I fedeli non hanno da combattere soltanto cogli uomini o colle loro proprie passioni, ma devono lottare anche contro un nemico invisibile e potente, il quale suscita contro la Chiesa le passioni popolari e le persecuzioni. Che fomenta nella Chiesa errori e divisioni, nel cuore stesso dei fedeli lo scoramento e le tentazioni. Quel terribile nemico è paragonato al leone affamato e feroce che rugge per impazienza di preda e va attorno bramoso di divorare, cioè di perdere, chi si lascia sorprendere da qualche lato debole per mancanza di vigilanza o per troppa fiducia nelle proprie forze. Pietro ne sapeva qualcosa

Tommaso d’Aquino espresse la sua opinione circa l’esistenza di queste creature e la loro influenza sulla psiche umana. Secondo san Tommaso il demonio esisterebbe e potrebbe influire sull’intelletto umano plasmando forme immaginative.

Nel Medioevo alcuni elementi pre-cristiani si diffusero nella cultura popolare. In particolare conobbe grossa diffusione il mito delle streghe (termine derivanti da stryx o strix, creature dell’ambito pagano greco-romano, dipinte come demoni notturni dalle sembianze di barbagianni use ad abbeverarsi di sangue di neonati e di puerpere).

Secondo gli esorcisti il corpo umano sarebbe un luogo in cui possono penetrare i demòni, in qualità di creature puramente spirituali e non legate allo spazio.

La demonologia vera e propria era pressoché assente nel mondo ebraico-cristiano dei primi tempi. Essa veniva perlopiù menzionata in opere letterarie come i grimori e nell’Ars Goetia, che costituisce non solo lo studio, ma anche i metodi d’invocazione dei demoni e l’utilizzo della magia. Due dei grimori più celebri riguardanti i demoni sono sicuramente la Chiave di Salomone e la Piccola Chiave di Salomone, che si dice siano stati scritti da Salomone in persona. Ancora oggi però l’autenticità di questi scritti con la figura del re d’Israele è in dubbio.

Tuttavia i rabbini scoraggiavano i fedeli dall’uso di queste pratiche occulte e pericolose e li incitavano a non cadere in tentazione e a comportarsi bene, in modo tale da rimanere nella grazia di Dio. Lo stesso Salomone nel Testamento di Salomone, ormai in punto di morte, ricorda con dolore la propria idolatria, che attribuisce a influenze demoniache, dilungandosi in una trattazione demonologica.

Ciò detto torniamo alla tragedia siciliana.

Ci si deve interrogare su quanto sia il contributo dell’ignoranza, e quanto quello della malattia mentale, poiché anche quest’ultima causale non può essere esclusa. Ritengo però che, dalle pochissime notizie che si hanno, la dimensione dell’ignoranza tout court e dell’ignoranza religiosa siano prevalenti.

E poi c’è il ruolo della coppia complice dell’assassino, che è tutto da capire.

Che fare in questi casi? Non è facile individuare un percorso di “comprensione” (si badi bene, non di perdono facilitato) quantomeno per la figlia diciassettenne che ha collaborato al massacro.

Per quanto riguarda il Barreca, l’analisi delle sue capacità cognitive, cioè di intendere e volere, deve precedere ogni altro “movimento” delle istituzioni preposte. Viene da chiedersi: ma chi si credeva di essere il Barreca? Un teologo? Un mago? Un santone? Un sapiente? Invece, mi si perdoni il giudizio; un povero, pericoloso e tragico idiota.

La giustizia degli uomini ora deve fare il suo corso con l’individuazione di una sanzione proporzionata, che non può che essere grave, gravissima. Purtroppo.

Anche chi si occupa del web e del suo abuso deve farsene carico, come la Polizia postale, che farebbe bene a verificare ed eventualmente bloccare certi siti che esaltano le persone ignoranti proponendo addirittura teorie e prassi esorcistiche. Chissà quanto ne hanno usufruito il Barreca e soci criminali.

E la Chiesa che cosa può fare? Se è presente (come di sicuro è presente) in loco, è certamente un problema della Parrocchia e anche della Diocesi. Mi pare sia il caso di approfondire l’analisi della situazione con un’indagine socio-culturale e religiosa molto approfondita, molto seria, e poi, sulla base degli esiti, definire un intervento di presenza e di formazione, in alleanza con il sistema scolastico e con l’ente locale.

La religione non può e non deve essere il “luogo” della separazione e dell’ignoranza. E del delitto. Perché la religione è proprio il contrario, e il più forte elemento di contrasto, del male, ma deve essere bene intesa e praticata.

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