Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Ritratto politico-morale di un socialista friulano

Nasce qualche anno dopo metà del Novecento. Dicono che è un boomer. Il padre è un operaio tuttofare, capace di far muri e di abbatterli, di sfalciare erba e di caricare il carro, di strappare le radici del platano e di segare il tronco, di spaccare la pietra dell’Assia e di caricarla per l’Olanda, che strappa la terra al mare.

Instancabile, di fibra forte, silenzioso e ciarliero nei racconti dei vecchi, e della sua vita.

Ricordava suo padre (nonno del “nostro”), di fervidissima memoria e d’arte calzolara. Ricordava sua madre che non ingrigiva mai e le piaceva cantare l’opera. Raccontava della sorella grande che aveva sposato il milanese e aveva avuto una bella bambina, che faceva teatro e televisione ed era diventata famosa. E di una sorella andata a servire sui grandi laghi e poi a Lausanne, in Svuizzera. E della sorella più vecchia andata a marito nel paese, da un possidente più vecchio di lei di quindici anni.

A volte gli veniva in mente la guerra e quel soldato senza divisa che aveva ammazzato sulle rive di quel lago (Koniijc) in Bosnia, con la baionetta, che lo tormentava spesso la notte. Le Germanie già percorse dal nonno in Baviera a far mattone con i giovanotti del paese, e le sue Germanie della cava di pietra, dove era andato anche Beppino, il bel moro morto una sera sulla Wolkswagen di seconda mano, che aveva comprato per caricare le fraulein.

La madre è di pelle olivastra e setosa, le tette grandi e l’occhio marrone scuro, come i suoi, …che lo trattava come un Gesù Bambino redivivo e unico. Figlia di un Dante, uscito dalla Grande guerra per sposare Catine, la nonna grande che insegnava sapienza viva.

Lui poi cresceva tra la chiesa e la scuola dove studiava bene. Cresceva, bello, forte, la pallacanestro, le scuole “alte” e classiche di Udine, il lavoro di fabbrica, lo studio del greco e del latino, le ragazze, come quella americana col cognome scozzese, e poi quella che veniva – per metà – per via della mamma, dalle Valli favolose, da Garmak, non lontano da Polava. Valli che sarebbero tornate nella sua vita, più avanti con gli occhi del bosco.

Altro studio profondo di filosofie e di teologie cristiane, titoli alti dell’università, presidente per due anni di filosofi pratici italiani, politica, sindacato, socialista per natura, comprensivo con le ditte, comprensivo con gli operai, socialista di qua e di là, amico di chi voleva la luna e amico di chi sapeva che non si può avere la luna, presidente di comitati etici e tutore di chi è andato fuori strada. Una figlia d’oro zecchino, zlatan, in lingua slava.

Socialista democratico accettato, rispettato e stimato da gente che la pensa più o meno come lui, ma soprattutto da chi non la pensa come lui, perché è un uomo credibile, resistente, onesto, (abbastanza) buono.

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