Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il diavolo e alcuni suoi adepti (tra molti altri, l’allenatore dell’Inter Conte (ormai ex), i calciatori Donnarumma e Ronaldo, il procuratore calcistico Raiola, un amministratore aziendale come Castellucci, quello del ponte Morandi, un imprenditore come Nerini di Stresa…)

Diàbolos è un termine greco che significa il separatore (dal verbo greco dia-bàllein), e si riferisce a un essere (spirituale) che interviene in qualche modo nella vita degli esseri umani.

Nella Bibbia e nei Vangeli troviamo molti passi in cui è presente, magari chiamato satàn in ebraico. Si consulti soprattutto il libro di Giobbe, dove il satàn, dialoga con Iahwe, il Signore Dio, e questi addirittura gli affida un incarico, quello di tentare con terribilità Giobbe stesso per mettere a repentaglio la sua fede.

Ma sappiamo come va a finire: Giobbe resiste alle tentazioni e rivive dopo traversie inimmaginabili.

Il padre Gabriele Amorth, recentemente mancato, è stato il più famoso esorcista dei nostri tempi in Italia. E’ nota la sua posizione, che è ampiamente minoritaria nell’ambito ecclesiale: in altre parole la maggior parte di vescovi e sacerdoti non dà credito alla “figura personale” del diavolo, o demonio, o satana. Nella storia delle Chiesa e della Teologia, comunque, a partire dalle Scritture e dal fondamentale testo di Dionigi l’Areopagita De caelesti Ierarchia, il tema degli angeli e dei diavoli, trattato nelle dottrine dell’angelologia e della demonologia, è molto presente.

Il padre Amorth distingue vari interventi del diavolo verso gli uomini, che vanno dalla tentazione al male, ai disturbi ossessivi a una vera e propria possessione del corpo, per cui occorrono preghiere di benedizione e liberazione e la pratica del ministero dell’esorcismo, antichissima, e presente anche in altre religioni. Il diavolo non può possedere l’anima umana, ma la può tentare con i suoi intelligenti inganni. Il diavolo crede… in Dio, e non è un paradosso, perché sa di essere una sua creatura. Il paradosso è che altre creature come molti esseri umani non credono in Dio ed alcuni addirittura pretendono di poter mostrare l’inesistenza di Dio, talora accusando di ingenuità i credenti in Dio, che non sono in grado di mostrarne l’esistenza.

Ma di Dio non si può mostrare l’esistenza, perché la sua nozione eccede le possibilità razionali umane, cosicché una sana logica filosofica, cara professoressa Hack e cari militanti ateisti tutti, non è nemmeno possibile mostrarne l’inesistenza. verrebbe quasi da dire, un po’ scherzando che, se ci crede il diavolo, che è più intelligente di noi, perché dovremmo essere così superbi da non crederci noi? Scherzo un po’, ma non del tutto.

Papa Paolo VI ebbe a dire che il fumo di satana era penetrato anche nella sua Chiesa. Potremmo allora facilmente pensare allo Ior, la banca vaticana, al vescovo Marcinkus e ai suoi rapporti (accertati dalle inchieste della magistratura) con disonesti finiti assai male come Calvi e Sindona, come quelli della banda della Magliana (perché Enrico De Pedis “Renatino” era sepolto in una basilica romana come uno della nobiltà nera di una papa rinascimentale?) e forse della mafia, e fors’anche, fin da allora, alla pedopornografia che stava venendo alla luce nelle strutture cattoliche, con abusi di sacerdoti e altro personale ecclesiastico, vescovi e cardinali. Papa Benedetto XVI denunziò con voce drammatica questa deriva durante l’omelia del venerdì Santo al Colosseo nel 2005, mentre papa Wojtyla stava morendo aggrappato al Crocefisso in diretta video. Lo stesso papa poi agì duramente reprimendo e allontanando decine di prelati e preti a divinis. Papa Francesco lo seguì con forza su questa strada.

E, notizia di oggi, che tipo di uomini e di donne di Dio erano preti e suore cristiani di quell’istituto canadese, dove si sopprimeva la cultura locale e i bimbi nativi morivano di stenti (e di altro) come mosche? Un istituto fondato nel 1890 e chiuso solo nel 1978!

Quanto dolore per papa Francesco!

E ora alcuni esempi di adepti del diavolo, nella loro semplice e cinica malvagità e indifferenza morale. Nella società sportiva del calcio professionistico in questi giorni emergono tre casi che costituiscono uno scandalo immenso sotto il profilo etico: primo, Conte Antonio, allenatore dell’Inter, stipendiato a un milione di euro al mese (13 all’anno, perché ha anche la tredicesima), se ne va, perché la società non gli conferma gli investimenti in calciatori bravi per restare al vertice, in quanto quel signore concepisce il suo lavoro solo per la vittoria, poiché la sconfitta non è ammessa nella sua Weltanschauung; secondo, Donnarumma Gianluigi, gran portiere del Milan e della Nazionale italiana, 22 anni, percepisce 6 milioni di euro all’anno, mentre il suo procuratore, tale Mino Raiola, non noto se non per questi atti, ne chiede 12, il doppio, la società gliene offre 8 e i due rifiutano.

Il ragazzino 22enne rifiuta 8 milioni all’anno di stipendio, ma non basta, perché l’indescrivibile essere umano che è il suo procuratore ne chiede 20 per la sua commissione; terzo, Cristiano Ronaldo, 37 anni, sempre fortissimo, il più famoso calciatore del mondo e più pagato dopo Lionel Messi del Barcellona, percepisce dalla Juventus di Torino oltre 30 milioni di euro all’anno e non ammette di calmierare tale cifra mostruosa… ma se ne andrà. Grazieadio.

Non possiamo dimenticare lo sguardo cinico e quasi offeso (“ma come, osate convocarmi in Procura?”) del signor Castellucci, amministratore delegato di Atlantia, l’azienda proprietaria di Autostrade e dunque del ponte Morandi di Genova.

Potrei continuare con tale Nerini, padrone della funivia Stresa-Mottarone, di cui tutti ormai sanno che ha preferito, con altri suoi adepti (del diavolo?) rischiare la vita delle persone piuttosto che sistemare l’impianto. Lì, il titolare dell’impianto, e i suoi collaboratori hanno deliberatamente deciso di togliere l’operatività del freno per evitare interruzioni del servizio, a rischio di quello che è poi successo.

Oppure citare gli innumerevoli cinici irresponsabili che hanno cuore e freddezza tali da mettere a repentaglio vite umane per lucrare di più, proprio in Italia, patria delle normative più rigorose del mondo in tema di sicurezza del lavoro.

Tutti in qualche modo adepti del diavolo, chi per egoismo, chi per cinismo estremo, chi per irrefrenabile superbia. Quest’ultimo è il peggiore dei vizi umani, fomite ed inizio di tutti gli altri. Caro lettore, pensa a una persona superba che conosci, e noterai che questa può essere capace di qualsiasi azione, perché si ritiene superiore agli altri, ritenendo se stesso autorizzato a ogni azione e a ogni detto, impunemente.

Ora, che dire di queste vite, di queste esperienze, di queste “visioni del mondo”? Nel loro miserabile “piccolo” sono esempi clamorosi.

L’economista cinico mi può rispondere che è il mercato a fare gli emolumenti e le gare d’appalto, ma mi pare non basti, che ne dici, gentile lettore? Si può spiegare a questi 4 signori e ad alcune migliaia che vivono le medesime esperienze che non può funzionare più cosi?

Si può fare in modo che il diavolo cominci a perdere un po’ di adepti?

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