Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il minimo comun denominatore degli insopportabili

Userò empiricamente una scala Likert da 1 a 5 per dare un’idea al mio gentil lettore circa il grado di insopportabilità del soggetto citato, per poi indugiare brevemente in una declaratoria, come si fa in ogni classico schema di valutazione del Patrimonio Umano. La soggettività di tali giudizi è fuori questione, e quindi non vi è nelle mie intenzioni alcun criterio di scientificità, neppure alla lontana. In ogni caso si tratta dell’espressione di un’opinione, di un sentiment immediato e limpido, condivisibile o meno, in ogni caso diretto e trasparente nella sua onesta veridicità. Un primo elenco.

Gino Strada: 4. E’ un medico che fa troppa politica militante, orientata a sinistra e questo non è un male: lo è quando diventa discrimine per ogni giudizio di merito, là dove chiunque non faccia parte dello schieramento proprio ha torto a prescindere. Poco laico. Militante di forze che preferiscono stare all’opposizione piuttosto che al governo, perché a governare non si può dire di sì a tutti a partire dai propri, e a volte si sbaglia, come in ogni ambito dell’agire umano. Un po’ come faceva Bertinotti: nel dubbio di non fare cose di sinistra, meglio lasciar fare ad altri per poi criticarli facilmente.

don Luigi Ciotti: 3. Sacerdote dal piglio e atteggiamento posturale triste, compreso, fin troppo, nel suo ruolo di soccorritore dei deboli e degli oppressi. Dà l’impressione di aver scelto questa professione per esercitare la quale per forza debbono continuare a esistere poveri, deboli e oppressi. Il mestiere del soccorritore di mestiere, non del samaritano che passa di lì per caso, ma dell’uomo pietoso che cerca qualcuno da salvare. Professionista della carità, come Saviano lo è dell’antimafia.

Ilaria Cucchi: 4. Di mestiere fa la sorella di Stefano Cucchi. Non è in questione la bestiale pestata che ha ucciso il povero geometrino romano, ma l’agire mediatico della sorella, ottima parlatrice e datrice di lavoro di avvocati e giornalisti, fino a diventare, lei stessa, una di questi ultimi,

Erri De Luca: 3. Scrittore discreto e militante inutile.

Roberto Formigoni: 4. La superbia si evidenzia in ogni suo agire, coerente con la erre moscia di uno stancamento presumido e stolto.

Nicolas Sarkozy: 3. Inqualificabile idiota.

Donald Trump: 3. Pericoloso saltafossi.

Matteo Renzi: 4. Il maggior distruttore della sinistra italiana dai tempi del Congresso di Livorno (1921). Dovrebbe vivere vergognandosi per i prossimi 30 o 40 anni.

Maurizio Gasparri: 3. Ma bastaaa!

Matteo Salvini: 3. La sua arroganza è pari alla superbia che lo guida e alla furbizia che lo distingue dagli altri insopportabili. Bravo a farsi ascoltare dai semplici, e a prendere i loro voti, usando “il linguaggio di oggi”.

Ettore Rosato: 4. Gareggia con Boldrini per insipienza inconsapevole.

Alessandro Di Battista: 4. E’ l’espressione espressiva al suo massimo (forse) dell’inconsistenza sistemica di questa fase storica.

Renato Brunetta: 3. Superbo per ragioni psico-antropologiche.

Roberto Saviano: 4/5. Scrive male e mi sembra molto furbo.

Laura Boldrini: 5. La sua intelligenza è la sua scusante.

Emmanuel Macron: 3/4. In un anno o poco più è già riuscito a rendersi quasi odioso, con un’arroganza apparentemente educata, in realtà non poco villana.

Pietro Grasso: 3/4. Non è il nulla cosmico, è il nulla logico.

Nicola Fratoianni: 3. Chi?

Nichi Vendola: 4. La fintaggine fatta persona.

Oliviero Toscani: 4. Ha voce in capitolo pur essendo uno dei personaggi televisivi più scontati.

Mauro Corona: 3/4. Sopravvalutato, furbo, autore insigne di espressioni generiche.

Fabio Volo: 4. Scrittore perché scrive.

Fabio Fazio: 4/5. Falsetto anzichenò, lombrosianamente non lo aiuta il mento sfuggente come la sua psiche, provvidenzialmente barbuto.

Luigi Di Maio: 3/4. Un miracolo di inconsistenza: é lì a rappresentare la medietà aurea.

Romano Prodi: 3. Sopravvalutato da sempre.

Carmelo Barbagallo: 4. Rappresenta il livello attuale del dirigente sindacale italiano; neanche in grado di parlare in italiano.

Deborah Serracchiani: 4. In proporzione manifesta e mostra -coerentemente- tutte le sue qualità.

Susanna Camusso: 4. La voce arrocchita da fumatrice è in armonia con la banalità dei discorsi che fa.

 

Per consolarci un piccolo elenco di figure almeno un poco gradevoli: Gianni Cuperlo, elegante ed educato, colonnello austro-ungarico e poco altro; Roberto Fico, bell’uomo non stupido; non è una cima, ma meglio lui di Di Maio; Sergio Mattarella, uomo garbato e colto, pensoso.

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