Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Vi ringrazio

…Pietro, mio padre, e Luigia, mia madre.

Per la vostra discrezione e i vostri silenzi, per la vostra fatica e la vostra umiltà, vi ringrazio. Ringrazio mio padre per la sua semplicità, per la sua forza e la sua rettitudine, perché era trasparente nelle parole e nei sentimenti. Perché mi teneva sulle ginocchia quando a dicembre tornava dalla Germania e mi insegnava i nomi di tutti i fiumi del mondo e le loro lunghezze, le altezze dei monti più alti,  e le capitali di tutte le nazioni. Così mi ha appassionato alle nozioni del sapere, facendomi capire che bisogna far fatica per esercitare la memoria e la riflessione.

Ringrazio mia madre perché sapeva con uno sguardo verso me se parlarmi o star zitta, lasciandomi sempre le briglie sul collo. Ringrazio i suoi silenzi preziosi di quando non sapeva e non si azzardava a parlare a vanvera come fanno tanti. La ringrazio per la sua discrezione quando stavo crescendo, e sentimenti e moti turbinosi mi facevano soffrire vivendo.

Li ringrazio per non avermi fatto pesare i loro problemi, che intravedevo ma non venivano caricati sulle spalle della mia anima.

Oggi io sono come sono, con i miei difetti e le mie virtù, per molto merito loro, ché mi hanno lasciato spazio senza invadermi, naturalmente consapevoli che io ero diverso e così ho potuto crescere fino a questo punto.

Mi hanno fatto spazio imitando la Creazione, quando Dio si è appartato per fare spazio al mondo. Pietro e Luigia non avevano pretese, non si vantavano, non parlavano sempre di altro, quando gli raccontavi una cosa di te, come fanno molti, a cui dici: “Mi è capitato questo…” e subito ti interrompono per dirti che anche a loro e a quel conoscente (di cui non ti frega un cazzo) è capitato altrettanto, e vie indenant.

Non sarò mai abbastanza grato ai miei due vecchi perché erano umili quasi a sembrare dimessi o timidi. Erano prudenti e sapevano che ognuno di noi ha un ingombro che occupa spazio: a volte sembravano chiedere scusa del loro ingombro.

E con loro ringrazio la nonna Catine, fortissima ausiliatrice del mio procedere bambino, il maestro Costantino che mi ha appassionato alla storia degli uomini e del mondo, e don Aurelio che mi ha insegnato a parlare in pubblico e al mistero delle Scritture. Ringrazio la professoressa Gioietta, grecista e latinista insigne, inizio della mia passione per le lingue antiche e per il pensiero filosofico. E anche altre persone che qui non cito, se pure mi hanno dato tanto, mi hanno voluto e mi vogliono bene, senza chiedere nulla, fino a oggi stesso.

Li ringrazio, per sempre, nel mio cuore.

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