Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il capolinea della decenza

Dispiace per Aristotele e Vilfredo Pareto, dispiace per tutti gli onesti cittadini che hanno sempre creduto, sempre compreso, sempre perdonato anche i suoi vizi, ma ora siamo al declino della politica.

Aristotele diceva che la politica è la più alta e dignitosa delle arti umane, perché si occupa del bene comune della città e del popolo. Pareto era convinto che la politica fosse la rappresentazione della èlite più èlite, necessariamente, poiché la politica deve fare la sintesi tra interessi diversi e a volte contrapposti.

Invece qui da noi ci si barcamena tra Lusi e Rutelli “che non sapeva“, tra Belsito e Bossi (ma anche Maroni) “che non sapeva“, tra Penati e il puro Formigoni ospite in vacanza di un delinquente abituale, tra Fiorito, i suoi compari e la stupita Polverini “che non era tenuta a sapere“… ma fammi il piacere!

Dunque: se Rutelli, Bossi, Maroni, Bersani (per Penati), Formigoni (per sé) e Polverini  (ah se ne è andata, grazie a Dio, anche se dandosi arie da vittima-eroina, ma dài che non ce la racconti come la racconti a Floris) e altri che qui non ricordo, non sapevano, vadano a casa per insipienza, se invece sapevano vadano a casa per connivenza. Peggio l’insipienza della connivenza, perché è più pericoloso lo stupido del malvagio.

Tra conati di vomito metaforici (per ora) non riesco a non stupirmi per le affermazioni di quel turpe ciccione e impresentabile cialtrone di Fiorito, fino a qualche giorno fa assiso in televisione, ma ora opportunamente custodito nelle patrie galere, che bofonchia giustificazioni risibili del suo comportamento, nel verminaio trimalcionesco di una Roma che suscita vergogna e urla per il ludibrio cui è sottoposta. Perfino maschere di maiali alle loro feste, ma è un’offesa per il nobile e intelligente suino!

Come canta Davide Van de Sfroos siamo sicuramente al “capolinea della decenza” della politica, che non riesce a diminuire i suoi costi abnormi, scandalosi ancora di più di questi tempi, che non riesce a fare una riforma che permetta agli Italiani di scegliere i propri candidati.

Penso invece, molto più gravemente, che siamo al capolinea della primazia della politica sulle altre attività umane: ora è chiaro a tutti, ma non perché ci sono i vari beceranti “grilli”, “dipietro” e “vendola” che fanno i nuovisti, ma sono solo ridicoli pupazzi in fiera, che il buono, il bene, il bello, l’intelligente, cioè i trascendentali dell’antica Scolastica, sono altrove: nelle aziende sane, nelle scuole attive, nel volontariato pulito, tra i laici e i credenti intellettualmente onesti, tra i lavoratori  che tengono duro e gli imprenditori che ci credono ancora…

La politica ha bisogno di una catarsi, di una purificazione (passare attraverso il fuoco della espiazione e del pagamento del suo grave debito verso la buona fede e l’onestà dei più), ha bisogno di scendere dallo scranno, dai titoli dei giornali, dalla fama usurpata e collocarsi tra le varie attività umane, una delle tante, senza iattanza, e non la più importante, perché la più importante è il pensiero pensante, in sè, oramai, assente dalla politica.

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