Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Del Pensiero innovativo

Le citazioni dei cosiddetti guru americani, i Drucker, i De Bono, i Joel Barker, i Jhonson (altrove magari troviamo i Luttwack e gli Alan Friedman), così diffuse sulla stampa locale e nazionale, i quali (guru) sarebbero il limes della ricerca sul pensiero innovativo e creativo, mi lasciano sempre piuttosto perplesso.

Li ho letti, ma non ho mai trovato nei loro scritti particolari novità sui meccanismi del pensiero umano, che non fossero già stati ampiamente esplorati dagli autori classici. A partire dai due grandi padri greci del pensiero occidentale, Platone (in particolare nei dialoghi Fedone, Fedro, Timeo, Gorgia e Protagora) e Aristotele (negli Analitici secondi della Fisica, nella Logica e nella Metafisica, o Filosofia prima); da sant’Agostino (ne Le Confessioni, ne La controversia accademica, ne I soliloqui, ne L’immortalità dell’anima, ne Il libero arbitrio), e da san Tommaso d’Aquino (in diverse Quaestiones disputatae, nella Summa Theologiae e ne L’unità dell’intelletto contro gli Averroisti). Ho bene presente poi la rivoluzione cartesiana del Discorso sul metodo e kantiana, della Critica della ragion pura. Cartesio e Kant, e anche più radicalmente gli empiristi inglesi Locke (Saggio sull’intelletto umano), Hume e Berkeley, sulle tracce del beato Duns Scoto, di Occam e Malebranche, hanno teso a rovesciare la convinzione precedente della conoscibilità oggettiva degli enti (cioè del reale), attribuendo alla conoscenza del pensiero umano solo l’accessibilità ai fenomeni, vale a dire alle manifestazioni del reale presenti alla coscienza del soggetto percettore (dal detto cartesiano famoso “Cogito ergo sum“, cioè il partire dalla coscienza, non dalla realtà). Di lì nasce tutta la cultura moderna, sia idealista, sia positivista e relativista. Dunque, essa non inizia, in questo senso, da Galileo o da Newton, i quali non avevano mai negato la conoscibilità oggettiva del reale. Ma ho presente anche, come approccio ai processi della conoscenza, e quindi all’esercizio del pensiero creativo, la fenomenologia husserliana e heideggeriana (ad esempio di Essere e tempo), e la lezione di Jung, attento alle scienze psicologiche e neurologiche cliniche, ma corroborate da una profonda scienza umanistica.

Inoltre: è noto che le scienze interessate alla struttura della conoscenza dell’uomo sono imperniate su quattro nuclei: la critica della conoscenza, o gnoseologia, che studia la conoscibilità oggettiva del reale, supportando così, epistemologicamente, le scienze sperimentali; la gnoseologia è sottesa ad ogni utilizzo di un linguaggio descrittivo. La logica, che studia le strutture del pensiero in quanto pensate (i giudizi, le proposizioni e i ragionamenti), fondandosi sul rapporto virtuoso esistente fra processo induttivo-intuitivo e deduttivo sillogistico (ecco dove si può fondare la capacità del “pensiero alternativo” o “laterale”, o come si vuole chiamarlo), e con la sua struttura simbolica si connette strettamente alla matematica; la logica poi appartiene alla conoscenza umana fin da ciò che si impara da bambini, individuando intuitivamente le parti del discorso (soggetto, perdicato, complementi, etc.) e poi sistemandolo con lo studio scolastico della grammatica. La metafisica od ontologia, che studia la struttura essenziale e accidentale degli enti, cioè l’essere e il divenire della loro essenza; essa è la scienza basilare, che permette di costituire il terreno su cui poggiare gli statuti epistemologici delle altre scienze, sia di quelle sperimentali  naturali (fisica, chimica, geologia, biologia, etc.), sia umane (antropologia culturale, sociologia, psicologia, etc.). La psicologia, che studia le strutture e le modalità con cui si produce nella mente il pensiero umano, che è sempre connotato dai peculiari tratti del carattere, dalla struttura fisico – psichica e dal patrimonio genetico, come vengono oggi studiati dalle neuroscienze.

Tutto questo lo sappiamo da molto tempo, senza che supposti esperti superpagati vengano a spiegarci ciò che è noto a chi conosce le fonti del pensiero occidentale e orientale, antiche, moderne e contemporanee.

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