Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

ghiande

ghiande

Caro viandante notturno,

ti leggo un brano tratto dal Vangelo secondo Matteo (7, 6.12-14):

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti  ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi (…)”.

Di primo acchito la lectio divina suggerisce di interpretare come una raccomandazione al discernimento e prudenza nell’offrire le cose di valore. Certamente, nelle relazioni con gli altri Gesù proibisce di giudicarli (7, 1-5), perché giudicare è prerogativa divina. L’uomo infatti usa criteri di  misura condizionati dalla propria irriducibile soggettività. Ognuno di noi può per qualche ragione essere condannato. E ora veniamo alle  parole di Gesù sopra riportate. Questo “detto”  di Gesù può sembrare strano ed enigmatico. Infatti per noi certe espressioni lontane nel tempo e di cultura così diversa sono sconcertanti. Il linguaggio semitico dei tempi di Gesù è sempre spiazzante per la nostra logica, ma Gadamer ci insegna a cercar di “fondere gli orizzonti” tra quei tempi e i nostri, proprio per cogliere il senso vero delle cose. A quel tempo i cani non erano molto apprezzati perché ritenuti semi-selvatici e randagi.

Ma, l’invito a non profanare le cose sante è, in fondo, un invito a usare prudenza e  discernimento (cf. nell’Antico Testamento Levitico 22,14;  Esodo 29, 33ss; Numeri 18, 8-19). Per ciò che concerne il divieto di gettare le perle  ai porci, si può dire che per gli Ebrei i maiali sono animali impuri, e dunque non gli si può dare cose preziose.

Bisogna considerare, dunque, il livello interpretativo metaforico delle perle, che potevano indicare gli insegnamenti dei sapienti o le interpretazioni della «torâh». Nel vangelo di  Matteo la perla è immagine del regno di Dio (13, 45ss), che non si deve predicare a chiunque, in qualsiasi momento.

Iersera è accaduto qualcosa di simile nel locale di cui al post precedente (sottostante). Il frastuono gradito alla massa dei presenti è stato “disturbato” da alcune meravigliose canzoni proposte da un duo chitarra e voce.

Ho invitato gli artisti a ricordare il monito del Maestro e anche da Francesco Guccini: tenetevi le ghiande e lasciatemi le ali.

Iersera erano tanti in grado di apprezzar le ghiande.

 

Post correlati

0 Comments

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>