Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Asini

tuona (o raglia?) entusiasta la diligente lettrice del GR della sera: “In America (da intendersi “U.S.A.”, dove si fanno e si decidono sempre le cose più intelligenti, n.d.r.) una sentenza della Corte Suprema ha dichiarato che si tratta di matrimonio non solo tra due persone di sesso diverso, ma…”. Eh, se una cosa si dice o si fa in America, allora… siamo noi che non ci arriviamo, poveri retrò derelitti europei vecchi rimbambiti.

Eccovi, direttamente dal web:

Usa, Corte Suprema riconosce le nozze gay.
Obama: “L’amore è amore”.
Una storica sentenza abroga
il Defence Marriage Act (Doma),
legge del 1996 voluta da Bill Clinton
che vietava di riconoscere le coppie dello stesso sesso.
A festeggiare è anche il Presidente degli Stati Uniti:
"E' un passo storico verso la parità nei matrimoni".
(Poor Obama, you don't know what is written hereafter...)

Uauh (non wow) che bello, una sentenza della magistratura dichiara che il “matri-monio“, cioè l’ufficio della madre è concepibile plausibile esistente certo vero non solo tra un uomo e una donna. Concepibile? Ma in che senso? Forse non è vero che se non vi è un uomo e una donna non vi è fecondità, e non può nascere alcun pargolo. Se è così, allora non si dà alcun “ufficio della madre” e dunque non vi è “matrimonio“, ma qualcosa che si deve chiamare in un altro modo. Sillogismo aristotelico logicamente inattaccabile. Anzi, entimema logico, cioè sillogismo sintetico.

Una sentenza della magistratura mette in mora tremila anni di lessicografia, di etimologia, di semantica, di accezioni concernenti il circolo ermeneutico esistente tra suono-segno-significato! Splendido, che potere, che novità, che avanzamento della cultura e della civiltà. Estasiato, sono. Dopo l’idiozia di Hollande che ha voluto chiamare marito e moglie “sposi” e padremadre “genitore 1” e “genitore 2”, eccoti quest’altra stronzata etimologico-semantico-cognitiva, si fa per dire con l’eleganza linguistica che merita l’oggetto qui trattato.

Altro è il discorso di riconoscere tutti i diritti civili alle coppie dello stesso sesso, decisione totalmente giusta e ragionevole. Proposta nominalistica: Patto di Convivenza Solidale.

Ah, che stupido che sono, dicono “matrimonio”, ma forse è solo perché in inglese si dice wedding, nulla a che vedere con mater munus.

Bè, allora, se è così…

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