Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

…d’alti Eldoradi malchiuse porte…

 

Corno inglese

  Il vento che stasera suona attento –
ricorda un forte scotere di lame –
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l’orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D’alti Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell’ora che lenta s’annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.
 

E. Montale, Ossi di seppia, in Tutte le poesie, A. Mondadori Editore, Milano 1977, p. 19)

 

Sul comodino tengo sempre dei libri, in viaggio li porto con me. Uno è il volume citato. “Corno inglese” accompagna il brivido. Vivo guardando il cielo quando trascorrono le strade e le grandi fiumare del Friuli, ah… il ponte di Dignano sul Tagliamento, da cui le acque scorrono cercando infinite sconosciute strade nei sassi, e le montagne in fondo come una cerchia estrema, azzurra nel giorno e inrosantesi verso la sera agostana.

Le “malchiuse porte” di alti Eldoradi io vedo nella solitudine. Mi prende il senso dell’eternità, Eraclito in fondo al ponte che mi dice “tutto scorre“, ma Parmenide mi ha atteso prima apostrofandomi con un “nulla cambia“, proprio all’inizio del ponte, quando ancora non si vede l’antica ciminiera dove nidificano le cicogne.

Entrambi hanno ragione, perché il verde trascolora nei meandri, oltre i boschetti di golena che crescono di stagione in stagione, e l’acqua torna abbondante dopo ogni nevicata o temporale estivo. L’acqua torna, sempre diversa e sempre uguale, in attesa del mio effimero passaggio per quel ponte e per questo mondo.

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