Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Teresa Lewis deve vivere

Domani in Virginia potrebbe salite sul crocifisso dell’iniezione letale Teresa Lewis, condannata a morte per aver progettato e collaborato all’attuazione dell’assassinio del marito e del figliastro poco meno di una decina di anni fa per intascare i soldi dell’assicurazione.

In America tengono anche conto del Quoziente intellettivo al fine di decidere se l’imputato possiede un sufficiente “libero arbitrio” per poter essere considerato responsabile di delitti. Pare che anche gli ultimi passi giudiziari (Corte Suprema) non lascino speranze.

Il Quoziente intellettivo della Lewis avrebbe un “72”, ai limiti dell’insufficienza mentale (secondo la scala in uso in Virginia, che prevede la soglia a “70”). Ma non è in questione il Quoziente intellettivo, è in questione l’inaccettabilità della pena.

La pena di morte è assurda e crudele, disumana e irrazionale nella sua arcaicità. Non serve come deterrenza e manifesta un’impotenza dello Stato che la commina (Obama!).

Così come per Sakineh e per tutti i condannati a morte diciamo che Teresa Lewis deve vivere.

Il prezzo da pagare per le sue azioni, per quanto siano state consapevoli e tali da meritare una punizione, lo deve scontare vivendo, come cantava Ungaretti (“la morte si sconta vivendo”).

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