Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Krisis, Problema e Opportunità

Come ogni cambiamento e discontinuità nell’umano, la crisi attuale è non solo problema, ma opportunità. Dall’ormai remoto crack della Lehman&Brothers (settembre 2008) sembra passato un secolo.

In greco Krìsis significa “forza distintiva”, “separazione”, “scelta”, “elezione”, ma anche “giudizio”, e “lotta”, “contesa”, “querela”, “lite”, “decisione”, “sentenza”, e ancora “esito”, “risoluzione”, “evento”, “riuscita”.

Si può dunque trarre un grande incoraggiamento dall’etimologia. 

Come le piaghe d’Egitto (cf. Es 7 – 11) le piaghe di questa crisi economico-finanziaria globale sono dieci, e si sono manifestate con un’inesorabile progressività: la prima piaga è stata la crisi finanziaria negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Irlanda, Spagna, etc., a cui ha fatto seguito una terribile ondata di pignoramenti di abitazioni acquistate con mutui concessi con troppa facilità; poi è venuta seconda piaga, quella dei titoli tossici che hanno minato i bilanci delle banche e i risparmi delle famiglie; la terza piaga è stata la crisi delle banche, alcune delle quali sono fallite e altre sono arrivate sull’orlo del fallimento; la quarta piaga è stata il crollo delle borse; la quinta piaga la restrizione del credito che ha messo in difficoltà i consumi, gli investimenti, i pagamenti e l’operatività corrente delle imprese; la sesta piaga è stata il manifestarsi della crisi nell’economia reale, delle industrie produttrici e del commercio mondiale; le conseguenze di questa recessione, propagatasi rapidamente nel mondo hanno provocato l’aumento preoccupante della disoccupazione; l’ottava piaga è costituita dalla crisi che ha colpito le economie emergenti e quelle più deboli del mondo (Est Europa, Africa, Asia, etc.); la nona piaga è in corso di autogenerazione, perché cresceranno anche i debiti pubblici dei grandi paesi industrializzati, a seguito dell’aumento del costo sociale del welfare e degli ammortizzatori sociali, nonché degli interventi statali a favore delle strutture produttive e del sistema del credito; la decima piaga, per ora incognita, ma presumibilmente correlata d eventuali tensioni socio-politiche a livello internazionale, magari in regioni già coinvolte da crisi, con il rischio di guerre locali e nuovi protezionismi. 

Non serve disperarsi. E’ invece necessario cogliere l’occasione per fare pulizia: nella finanza, nel sistema delle imprese, nel pubblico impiego, nella politica (pia illusione?) e nella stessa nostra mente.

Magari facendo due passi indietro dal post-moderno e post-industriale ad un neo e sempre attuale equilibrio tra i settori economici, ad esempio riproponendo la questione della “sovranità alimentare”, delle economie locali, della sussidiarietà, della sobrietà.

 

Mente e cuore ci soccorreranno più del Fondo monetario internazionale, più dei burocrati europeàns (anglo-friulano), più dei guru e delle cassandre prezzolate dei talk show.  

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