Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il tempo e il suo senso

Del concetto di tempo, di ciò che possa essere il tempo, se possa addirittura dar-si il concetto di tempo, l’uomo pensa, scrive e discute da sempre. Personalmente ne sono stato sempre interessato, ma… ha senso parlare del “tempo”? Domanda retorica, comunque in questo pezzo non intendo parlare delle due nozioni forse più note (della cultura occidentale) di “tempo”, quella agostiniana (cf. Libro 11 delle Confessiones), che illustra la misteriosità indicibile del concetto “tempo”, e quella einsteiniana, con la quale, specialmente…

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Riflessione sui “revisionismi”, per un 25 aprile moralmente sano e intellettualmente onesto

ri-vedere, ri-considerare, ri-flettere, ri-prendere, ri-costruire, ri-organizzare, ri-convertire, ri-strutturare, ri-nnovare… non sono verbi negativi, perché attengono al perfettibile dell’umano e delle sue opere, come le attività economiche. Alcuni dei verbi indicati come ri-organizzare, ri-convertire, ri-strutturare, descrivono cambiamenti più o meno radicali nelle strutture produttive di un’azienda. Vi sono momenti storici nei quali occorre, è indispensabile, modificare gli assetti di una struttura organizzativa per garantirne il futuro. I verbi che contengono il prefisso iterativo “ri” hanno a a che fare con l’infinito…

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Il fucile dell’alpino

Il Mannlicher Carcano Parravicino 91 era il fucile che armava gli Alpini e gli altri Corpi militari italiani fino alla Seconda Guerra mondiale. Gli Alpini hanno sempre avuto in dotazione un fucile, che oggi si è modernizzato in arma d’assalto, il Beretta 70/90, perché sono dei militari, che da circa centottant’anni hanno combattuto e possono combattere ancora per la Patria italiana e non solo. Mio suocero non era un guerrafondaio, era un alpino friulano. Nel 1943 è uscito da una…

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Esiste l’amore puro? se sì… che cosa è?

Potrei cavarmela rispondendo alla domanda del titolo con una citazione antica, greco-latina, paleo-cristiana, in buon latino stoico à là Seneca, oppure in evangelico agostiniano: l’amore-puro-è- l’amor benevolentiae, cioè l’amore che-vuol-bene-all’altro in modo disinteressato, senza attesa di gesti o di sentimenti di gratitudine. Detta così sembra semplice: tu ami una persona e basta. Non procedi oltre. Non ti aspetti nulla. Il tuo sentimento procede unilateralmente verso l’altro e lì sta, come il de-stino, costituendo la struttura-della-relazione, dal tuo punto di vista,…

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Dal maestro Perboni al maestro Manzi, questa Italia, Patria nostra

Cuore è stato il primo (e forse unico) libro che mi sono trovato in casa da bambino delle elementari. Non sono uno che a casa da piccolo avesse migliaia di libri in librerie di genitori o nonni intellettuali. Diceva papà Pietro che c’era stata in casa, un tempo, una cassa di libri di suo nonno Pietro e di suo padre Antonio, che sparirono dopo la rotta di Caporetto nel 1917, portati via dagli Austro-Ungarici che erano dilagati per la pianura…

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“Dignitas Infinita”, papa Francesco e il “politically correct” (di cui a Francesco nulla importa)

Papa Francesco, pur essendo aperto a comprenderne la plausibilità umana e morale – tra altre questioni e tematiche – a temi come quello dell’omosessualità, del quale riconosce la plausibilità morale, fisica e umana, è nettamente contrario – invece – su altri aspetti dei cosiddetti “diritti civili”, oggi tanto esaltati specialmente da una sinistra sempre più di stampo liberal-radicale e sempre meno “sociale”, nonché considerati “politicamente corretti”, american-anglosassoni, come, ad esempio, la maternità surrogata, o per terzi. In ragione di ciò,…

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“Credo per comprendere, comprendo per credere”; “fede” e “ragione” si sostentano a vicenda, come insegnavano sant’Agostino e sant’Anselmo d’Aosta, e in tempi più vicini a noi Joseph Ratzinger. Un parallelismo sinonimico che collega i due strumenti della conoscenza umana

Anselmo d’Aosta, o di Canterbury, platonico-agostiniano d’ispirazione, riprende dall’Ipponate il parallelismo del titolo. Famosa è la frase agostiniana, riportata da sant’Anselmo: “Credo ut intelligam et intelligo ut credam”, cioè “credo affinché possa capire, comprendo perché possa credere“. La struttura logica “finale” delle due frasi mostra come ci debba essere una condizione (necessaria, che-non-cessa, e sufficiente) per realizzare la seconda, con quell’ut più il verbo al modo congiuntivo della forma latina classica, in tutte e due le parti del parallelismo. (Karl…

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Fra il “Ganz anderes”, cioè il “totalmente altro” e la “kènosis”, vale a dire lo “svuotamento” della divinità nel Figlio di Dio. Leggendo assieme Husserl, Ricoeur, Heidegger, Nietzsche, Edith Stein, Jaspers, Pareyson, Vattimo, Severino e sant’Agostino, senza dimenticare Tommaso d’Aquino et multi alii aliaeque

Sembra che i due concetti messi nel titolo, il “totalmente altro” e la “kènosis,” siano inconciliabili, poiché il primo termine esprime la radicalità assoluta della trascendenza divina, fortissima nell’islam e nell’ebraismo, e un po’ più temperata nel cristianesimo, proprio dall’incarnazione del Figlio… che è presente fin dalla fondazione del mondo, apò katabolès kòsmou (Apocalisse 13, 8). Come si può tentare di leggere assieme, in una sinossi teologica e teologale, ma anche logico-filosofica, questi due “luoghi” concettuali estremi? Scritti molto recenti…

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Tra quattro mura e dietro sette massicci portoni ferrati stava Jim Quillen, rapinatore a mano armata e rapitore, ad Alcatraz, recluso in the Rock, nel mezzo della Baia di San Francisco, quando strappava il bottone dalla giubba e lo gettava per aria…

Quillen era stato spedito nell’isola per rapina a mano armata e per rapimento, quest’ultimo crimine (ovviamente) finito non-male (s’intende) con la morte della persona rapita, perché se fosse finito male lo avrebbe aspettato la sedia elettrica, in quegli anni Cinquanta americani. O la camera a gas. The Rock era ed è il nome del penitenziario californiano, oramai dismesso da decenni. Le persone ivi recluse non avevano più un nome e un cognome propri, ma un numero, come accadde a Majdanek,…

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NON CAPIVAMO: UN PICCOLO VIDEO DI GRANDE ATTUALITÀ SULLA PRIMA GUERRA MONDIALE
L’“inutile strage” raccontata con gli occhi di un bambino diventato grande

Ringrazio l’amico Renato di ospitare questo audiovisivo nel suo Blog Sul filo di Sofia, che apprezzo per essere profonda e libera espressione di pensiero onesto e critico, merce sempre più preziosa e  rara in questo mercato comunicativo della vanità e della vacuità. Si tratta di una produzione “a costo zero” sulla Prima guerra mondiale, realizzata nel 2016 a (personale) compimento del progetto Movimenti nelle retrovie, una mostra laboratorio realizzata con l’Associazione Bellunesi nel Mondo (ABM), rivolta alle scuole secondarie e…

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