Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

PUZZER S., CONTE G. (non Antonio, che comunque è tra i peggiori), GASPERINI G., sono (non tra, ma, a parer mio) i PESSIMI tra gli Italiani di oggi, emblematici, eponimi della mediocrità odierna, e della foto scellerata concernente l’illacrimata tomba (la ministra Dadone, sic, non si accorge che la foto del ricordo centenario del Milite ignoto non rappresenta un’immagine dei soldati italiani nella Prima guerra mondiale, né la geografia del Fronte, ma soldati Americani in Corea negli anni ’50 e un’area, forse del Sudamerica, non l’Isonzo o il Carso)

Sto parlando, per chiarire subito, di Stefano Puzzer, il capopopolo di Trieste, famoso per qualche dì, e tra qualche settimana di nuovo nemmen illustre sconosciuto; di Giuseppe Conte, il cosìautodefinitosi “avvocato del popolo” (ma va’); di Gianpiero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, squadra di calcio bergamasca (squadra di calcio bergamasca, per chi non segue il calcio) che NON E’ UNA DEA, giornalisti del cazzolo! Ma una ninfasemidea, nella mitologia greca. Attenzione, studiate, benedetti, studiate, per non scrivere stupidaggini. Puzzer, Conte, Gasperini, tutti…

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Le CANAGLIE (non le “Luci a San Siro” di Roberto Vecchioni) a SAN SIRO, e SONNY COLBRELLI: 1) da un lato la grande metafora, la Parigi-Roubaix e, dall’altro, 2) il vergognoso spettacolo di San Siro dove un’accozzaglia di imbecilli idioti ha mostrato il volto peggiore dell’Italia, fischiando l’Inno nazionale spagnolo

Da anni mi riprometto di andarci, a vedere questa gara, che non è solo tale. E’ altro, molto altro. Vorrei partire un paio di giorni prima, per visitare almeno Bruges, o Brugge, e poi andare nei pressi della cittadina del vélodrome dell’arrivo. Noleggerei una bici per portarmi lungo la Foresta di Arenberg, il luogo per eccellenza, della gara, avendo in tasca un baedeker della sua storia, e magari andarci con qualcuno. Gigi? Si potrebbe partire in aereo per Bruxelles…

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Beatrice (Bebe) Vio mostra come la “gioia”, quel sentimento che in latino si dice “gaudium”, prevalga sulla “felicità”

Quando vedo o ascolto Beatrice (Maria-Adelaide-Marzia)-Bebe Vio, nata nel 1997, provo gioia. Provo la gioia che la ragazza mi trasmette con il suo entusiasmo, il suo sorriso, la sua eccelsa classe sportiva. Pur essendo stata tormentata fin da piccola da una tremenda meningite che la ha mutilata, Bebe è una grande campionessa dello sport che si dice parolimpico, nella specialità della scherma, arma del fioretto, ma a mio parere si dovrebbe dire “dello sport”, e basta. Mi viene da pensare…

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Messi, che lacrime ridicole! Jacobs sia umile. Tortu, che bel sorriso… e approfitto della visibilità del titolo per segnalare l’ultima idiozia vista su un quotidiano sportivo: parlando della staffetta vincitrice della 4 per 100 a Tokio, leggo che il primo frazionista, Lorenzo Patta, nato nel 2000, è un millennial. Ma, se si intende che “millennial” è chi è nato nel nuovo secolo, il XXI e nel nuovo millennio, il III, Patta NON E’ un millennial! Ancora, ancora c’è gente convinta che il 2000 sia il primo anno del III millennio e del XXI secolo, idioti!

Ciò che qui scriverò, caro lettore, non avrà nulla di moralistico, ma sarà semplicemente narrativo, realistico, forse solo un po’ attento agli aspetti finanziari, gestionali e di etica d’impresa, nei limiti che la mia limitata competenza in materia mi consente, incompetenza che, come sai mio caro lettore, non riguarda l’etica d’impresa. Il signor Messi, gran calciatore e piccolissimo uomo, mi ha fatto solo malinconicamente ridere con le sue lacrime (?), mentre dalla sede della sua storica squadra di calcio, spiegava…

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Gli Inglesi, più ancora che sprezzanti verso gli Italiani, sono imbecilli. Sono questi i connazionali di Francis Bacon, Isaac Newton, John Locke, David Hume, Charles Dickens, G.B. Shaw e Bertrand Russel? Gli inglesi…

che pena. E che vergogna! Per me solo una conferma, perché ho avuto un parente acquisito di stampo razzista, colonialista e incapace di ascolto, l’idealtipo dell’inglese che ritiene las Malvinas roba sua, e i “negri” esseri inferiori, da governare quasi come un gregge. Ci sarà una ragione per cui tutto il mondo ha tifato per l’Italia agli Europei di calcio, compresi i loro cugini scozzesi e irlandesi, e contro la Nazionale inglese? Forse più di una. Gli Inglesi non piacciono…

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Maradona e lo spirito gregario

Inevitabilmente ripeterò anche qualcosa che in questi giorni i media – sia sportivi sia generalisti – hanno già sottolineato. Ma ne voglio scrivere lo stesso. Di Maradona. Dell’uomo e del calciatore Diego Armando, il più famoso del mondo di questi ultimi quarant’anni. La sua morte statisticamente prematura lo ha scagliato dritto dritto nel Mito. Basti osservare i reportage da Buenos Aires e da Napoli, le sue due città dell’anima. Le foto, gli altarini, i lumini, i dazebao, le grandi immagini…

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Del giuoco del calcio e di altro. Gianni Brera riteneva che lo 0 a 0, cioè il pareggio a reti inviolate, fosse il risultato perfetto in una partita

Il gioco del calcio è, pare, il gioco di squadra più popolare del mondo. Vi sono anche dei prodromi di questo gioco con la palla risalenti addirittura al Medioevo. Dall’Alto Medioevo, fin dal IX secolo: Nennio, un monaco benedettino, lo cita nella sua Historia Brittonum, narrando del gioco che si teneva in Galles, dove dei ragazzi si dilettavano a giocare con una palla (di stracci?), chiamandolo pilae ludus. In Francia si riscontrano tracce del “gioco con la palla” nel 1147.

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Dear Mister Conte (Antonio)…

un paio di decenni fa ero Direttore Risorse umane di un’azienda con un fatturato forse 15 volte maggiore di quello dell’Inter F.C. Spa di Milano, squadra che mi è simpatica. L’azienda dove fungevo da Human Resources General manager contava circa 5000 dipendenti (ora 7000), quindi almeno cinquanta volte il numero dei dipendenti dell’Inter pazza e imprevedibile. Bene, se avessi qualche anno di meno, mi sentirei di propormi come Direttore del Personale di quella nobile compagine calcistica e, tra le cose…

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La “non-dea” Atalanta, gasp, eph, sob, aiut, gulp, ops, cul de sac…

Onomatopee più o meno sono, molto disneyane, salvo la prima che, oltre a rappresentare uno stato d’animo di cui parlerò più avanti, così come delle altre onomatopee, è anche la contrazione giornalistica del cognome di un allenatore di calcio (Gasperini) molto, ma molto antipatico, anzi antipaticissimo e dalla voce un po’ stridula, squittente, quello dell’Atalanta, che giornalisti pigri e banali si ostinano a chiamare “dea”. Infatti, Atalanta, nella mitologia greca non era propriamente una “dea”, ma la figlia di un…

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“Poupou” e “Jacquot” lungo le strade di Borgogna e i tornanti dell’Izoard, scendendo dal Portet d’Aspet per affrontare il Ventoux di petrarchesca memoria, fino all’Arc de Triomphe

I due nomignoli del titolo, così, tutti soli, direbbero qualcosa solo a esperti di ciclismo, ma la citazione dei passi alpini e pirenaici dà qualche traccia anche ad altri. Ora anche il “contadino” Raymond ha raggiunto nella visio beatifica l’elegante campione che lo batté sempre. Per otto volte Poulidor salì sul podio del Tour de France, cinque volte secondo e tre volte terzo. Una volta lo vinse anche il giovane Gimondi, nel 1965, quando terzo fu Motta. Raymond Poulidor,…

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