Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni, o dell’omnipotenza superba

Pare che abbiano provocato o causato la morte di decine di persone, a Saronno, in Lombardia, nell’omertà dei più. Anche la madre e il marito di lei hanno ucciso. A che punto è la notte dell’anima, sentinella? Parafraso Isaia perché mi sembra siamo al limite inferiore dell’umanità, al pari dei killer nazisti e dei fanatici jihadisti e dei monaci assassini di Ipazia. Pare lei dicesse che quei due dovessero essere puniti, e così l’avrebbe fatto lei. Perché no? E ancora:…

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energie e lontananze

Oggi va molto di moda il discorso sull’energia, mutuato dalla fisica moderna e, inconsapevolmente per i più, dalla filosofia classica (l’enèrgheia, cioè, più o meno, la potenzialità di sviluppo degli enti). Ne parlano un po’ tutti, spesso senza cognizione, come accade per tutti i termini promossi dalle mode cangianti. La New Age l’ha eletta a una centralità assoluta, così come, anche se in modo diverso i movimenti “neo-pagani” (absit iniura verbo), sciamanici et similia. Non vi è dubbio che il concetto…

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Il male come evidenza del limite, il limite come radice del male

Il male è una mancanza di bene (Agostino), il male è un limite, un’amputazione dell’essere fisico (manca un dito) e spirituale (manca la coscienza). Abbiamo -come umani- dei limiti e pertanto confiniamo con il male. Vi è male in Dio? Nel “dio” gnostico, manicheo e mancusiano sì, nel Dio unico e omnicomprensivo no. Chi fa il male? i cattivi? ma “cattivo” non significa “prigioniero” (captivus, da captus, catturato in latino, verbo capio, is, ere, prendo, catturato)? e se uno è “catturato” come…

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La vita plurale, tra singolarità e altruità

Anche se  si vive individualmente, singolarmente, la vita di ciascuno, irriducibilmente se stesso, è pur tuttavia plurale, perché in-relazione. In relazione con altri soggetti umani,  con gli ambienti e le cose. Si è dentro il cosmo, dentro la natura, dentro la propria vita (si è la propria vita e la propria anima), si è in re-lazione con il tutto, anche se non mai totalmente. Ciò che pensiamo e facciamo è sempre plurale nella singolarità del pensiero e dell’atto, e…

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Sempre più sensibile, nervoso, insofferente…

mio caro lettor, sto diventando, invecchiando. Sensibile alle cose, al paesaggio, alla bellezza, ai fatti e ai misfatti. Vedo più profondo, partecipo delle cose come mai prima d’ora, contemplando dettagli, scaglie di senso, spicchi di verità, forse mai colti, prima. Ma pagando un prezzo di sofferenza maggiore di prima, quando le cose mi scivolavano via più velocemente. Nervoso, perché mi parte per un nonnulla l’embolo e sbotto, scatto, impreco, non sopporto, mi rivolto contro chi mi dice stupidaggini, scontatezze…

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L’orgoglio tra permalosità e difesa della dignità personale

Discutendo con amici e colleghi mi è stata chiesta una riflessione in tema. Innanzitutto, secondo la dottrina classica, l’orgoglio è un amore disordinato ed eccessivo per il proprio “io”. Ci sono due tipi di orgoglio, studiati fin dai tempi del pensiero greco latino e da Padri della chiesa come Agostino (cf. De Genesi ad litteram) e Gregorio Magno (cf. Moralia in Job e Dialoghi). Ne parlano anche Giovanni Climaco e Giovanni Cassiano in alcune loro rispettive opere (cf. La scala del…

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L’odio della vita e la violenza

L’episodio di Orlando richiama ancora il tema dell’odio e della violenza. Che sia o meno violenza anche di matrice islamista, e questo afgano-americano sembra forse confermarlo, occorre soffermarsi anche sulla violenza in sé, che è e resta -per ora- intrinseca all’umano, anche come patologia psichica. Oltre ricordare i grandi eccidi legati alla contemporaneità (ad esempio nessuno tiene un conto delle stragi provocate dagli attentati islamisti nelle nazioni islamiche, che sono di gran lunga più numerose e causa di vittime), mi è…

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Non abbiamo la libertà di essere felici, ma la gioia sì, perché è come l’ombra che ci accompagna… basta accorgersene

La felicità, fecondità, (latino fecunditas, dal sanscrito “fe”) o, in greco, makarìa, non si dà in continuo, tuttalpiù la gioia, una sorta di contentezza, come quella descritta sotto ne “L’odore dei tigli”, un sommesso stare nell’incanto dolce del ricordo (memoria del cuore), che viene ricostruito dai flussi mentali. La gioia, invece, è il gaudium, una specie di sentimento tranquillo, di completezza, un accorgersi della bellezza, e quindi un correggere le proprie pretese (in latino accorgersi deriva da ad corrigendum, cioè correggersi). La…

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Accettare la perdita

La vita è tutta un “accettare perdite”: dei propri genitori quando giunge l’ora, della giovinezza perché si matura e si invecchia, della casa, del lavoro perché non è scontato andare in pensione dove ci si trova attualmente, essendo il pensiero stesso di “andare in pensione” molto discutibile, e così via. La dimensione della perdita è un passaggio naturale della vita, come insegna anche il sapiente biblico Qoèlet, che dice “Vanità delle vanità, tutto è vanità (cap. 1)”, e anche, più avanti:…

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Mi manca il raglio possente dell’asino

…per dire come occorre stare nella natura dei viventi, Robocop permettendo, o la possibilità di sintetizzare i geni della riproduzione umana. Mi manca il raglio dell’asino, quello potente, che scavalcava i cortili e i borghi rurali, fino alle strade polverose della campagna e alle provinciali asfaltate. Il raglio dell’asino è il verso di un animale nobile, ingiustamente metaforizzato quale simbolo di stupidità: è piuttosto l’uomo, stupido, quando punisce un suo simile con le orecchie d’asino, ché l’onagro è…

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