Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Pace a Gaza? Con sant’Agostino e Renè Descartes penso “Ratione paululum dubito (ergo sum), sed spero”, cioè “ragionando dubito un po’ (perciò sono), ma spero”. Partirò da lontano nel tempo, per tornare all’oggi… con il ricordo di Francesco De Pinedo, “il signore delle distanze”, in volo su tre oceani, in cerca del sereno, oltre le nuvole, e di Francesco Agello, il “signore dell’ali sull’acqua” (G. D’Annunzio). La memoria di uomini coraggiosi, di cui si dovrebbe essere orgogliosi tuttora, perché sono stati dei grandi Italiani, mentre il XX secolo, come un animale morente, dà gli ultimi sussulti per farsi ricordare: la guerra, il terrorismo, la fame, l’ignoranza

Come un animale morente, il XX secolo dà gli ultimi sussulti per farsi ricordare in eterno: la guerra (le guerre), il terrrorismo (i terrorismi), la fame e la sete, l’ignoranza (le ignoranze, dal woke alla non-conoscenza della storia).

Pace a Gaza? Con sant’Agostino e Renè Descartes penso “Ratione paululum dubito (ergo sum), sed spero“, cioè “ragionando dubito un po’ (perciò sono), ma spero”. Epperò, sconfitti e vincitori ci sono: per ora.

Gli sconfitti: Hamas, (ma non troppo, purtroppo); l’UE e in particolare Macron (per mera inutile propaganda, visto che in Francia gli va maluccio: deve pur tirare avanti fino al ’27, se ci riesce), i media occidentali ed europei in generale, e italiani in particolare; molti docenti liceali e universitari; una parte cospicua dell’opposizione politica italiana (che tristezza per me) + landini, la Flotilla crocierista (tra i cui partecipanti qualche sognatore a occhi aperti dice che la spedizione marinara ha determinato gli accordi di pace, “convincendo” sia Trump sia Netaniahu sia gli hamassoni: il ridicolo non ha confini; anzi, bisogna manifestare ancora, come faranno nella mia Udine martedì, nell’occasione della partita di calcio tra Italia e Israele); tutte le persone che parlano a vanvera, presuntuosamente, arrogantemente, senza documentazioni e conoscenze almen sufficienti, sputtanando parole come “pace, umanità, diritto, amore, democrazia…”. Quelli che interpretano la storia giudicandola senza applicare le lenti giuste della diacronia, che obbligherei a studiare Wahrheit und Methode di Hans Geog Gadamer; grilli canterini assai stonati, figli dei giullari di Pol Pot e nipoti di quelli di Stalin, Hitler, Mussolini, Kim Il Sung e famiglia, e Mao; gli antisemiti che confondono il sionismo, che è stato socialista inventore dei kibbutzim, con la destra messianica di Ben Gvir e di Smodrich; quelli che sotto sotto vorrebbero veder ricomparire le stelle gialle sugli abiti degli Ebrei; altri scappati di casa di tutte le risme, nuovi fascisti che sputano sulla bandiera italiana della Resistenza e della Costituzione, nel silenzio imbarazzato di Elena Schlein (che forse vorrebbe dire qualcosa, ma non ci riesce); quelli che sono rimasti straniti (cioè rimasti male) dalla pace, che li ha sorpresi negativamente come dice in video un’impiegata volontaria dell’Onu, forse prossima a perdere l’occupazione attuale, con questo armistizio che può portare alla pace; la linea politico-militare di Netaniahu e dei suoi (che vanno distinti da Israele e dal suo destino), costretto dagli Americani a smetterla.

I vincitori: i trenta paesi islamici (dal Marocco al Pakistan), gli USA tramite Donald Trump, il popolo israeliano (che forse potrà sopravvivere), il popolo palestinese (se riuscirà, dopo ottant’anni di esitazioni, a volere veramente una Patria e uno Stato); l’anima immortale del generale e primo ministro socialista (a proposito, come mai i manifestanti in piazza non si ricordano di questo aspetto, né si ricordano dell’Ucraina? Lo so ben io, mascherine!) Yitzhak Rabin, che è morto per “due popoli due stati” (biografia disponibile); Maria Corina Machado, Nobel per la Pace, oppositrice di Maduro, campione di un’autocrazie stracciona, tiranno del Venezuela fuori tempo massimo; Hamas, che non è stata smantellata, e deve essere collocata, sia nel primo sia in questo secondo elenco.

Sto ascoltando la piazza festante di Gaza, dove si urlano anche frasi non proprio rassicuranti, ma sono informato di come altri palestinesi vogliano fare senza Hamas, cui pure avevano delegato il potere. Spesso la storia attesta come l’inizio di alcune autocrazie sia democratico (in proposito, eccovi tre “campioni”: il caporale Adolfo, l’uomo di Predappio, il signor Ismāʿīl Haniyeh). Ora si tratta di vedere come quei territori saranno ricostruiti e gestiti, come si svilupperà la “narrazione” dei fatti futuri e come gli interessi economici dei vari protagonisti saranno governati. Il Vicino Oriente attuale è un coacervo di popoli, culture, interessi, storie e passioni difficilissimi da comporre.

Ma la vita continua, sai (caro lettor) che continua e gioca con noi, e viene da lontano, ha i piedi in un terreno profondo che va conosciuto. Pochi, però, ritengono che per comprendere il presente, occorre alzare lo sguardo e renderlo lungo, profondo, andando indietro, indietro nel tempo. E studiare per conoscere la storia.

Francesco De Pinedo e gli altri

V’è uno spazio temporale di cent’anni, dai fratelli Wright a Elon Musk che vuole andare su Marte, per cui propongo – per cambiare argomento – il ricordo di un uomo coraggioso, Francesco De Pinedo, il “Signore delle distanze” in volo su tre oceani, in cerca del sereno, oltre le nuvole. Egli si mosse su aerei di carta e legno trasvolando i continenti. Erano gli anni Venti e Trenta. Fu fascista perché gli Italiani erano quasi tutti fascisti, non sempre per convinzione.

Prima di lui i fratelli Wilbur e Orville Wright il 17 dicembre 1903 staccarono un oggetto di tela e legno per qualche cento metri, il primo aereo, dopo i tentativi falliti di Leonardo da Vinci.

(il Colonnello Francesco De Pinedo)

Allora si preferivano gli idrovolante agli aerei, poiché era più facile, per quei voli precari, trovare dove atterrare, fiumi, laghi, il mare. Italo Balbo trasvolò l’Oceano Atlantico con decine di idrovolanti e arrivò fin nelle due Americhe. Di lui Mussolini divenne geloso e non pianse quando l’aviatore cadde nei cieli di Tobruk.

Prima di Balbo, il maggiorre Francesco Baracca volò su un monomotore biplano che aveva il Cavallino rampante sulla fusoliera, che poi fu regalato a Enzo Ferrari. Morì sul Montello nel pieno della Battaglia del Solstizio, il 18 giugno 1918.

Gabriele D’Annunzio, italiano in tutto, vizi e virtù comprese, volò su Vienna per volantinarla. Era un manifestante dell’Italia che si stava completando.

Charles Lindbergh, cui toccò la più grande disgrazia con la perdita del figlioletto ucciso, volò dall’America all’Europa per primo, nel 1927, con lo Spirit of Saint Louis. Temerario, disgraziato, filonazista, fu riabilitato nel 1945 dal Presidente Roosevelt.

Francesco Agello detiene tuttora il recordi di velocità di volo con idrovolante, che stabilì sul Lago di Garda il 23 ottobre 1934: 709 km all’ora. Era l’Italia che voleva fascisticamente mostrarsi al mondo come una grande potenza. Ma uomini come Agello e De Pinedo erano dei grandi Italiani. Come Cristoforo Colombo (che fu pure schiavista in qualche fase), Amerigo Vespucci, Giovanni da Verrazzano, Sebastiano e Giovanni Caboto, Marco Polo, Giovanni da Pian del Carpine, il Beato Odorico da Pordenone e Walter Bonatti. Non fascisti come Farinacci, Starace o Pavolini.

Agello non era un acrobata. Era metodico, silenzioso, ossessionato dalla perfezione. Da ragazzino pedalava contromano aggrappandosi ai camion, da adulto affrontava i cieli con lucidità chirurgica. Al suo fianco c’erano Mario Castoldi, progettista del Macchi MC.72, e Tranquillo Zerbi, mente del motore Fiat AS.6 da 3100 cavalli. Senza di loro – e senza meccanici come Armando Palanca – il record non sarebbe stato possibile. Ma molti pagarono con la vita: Giuseppe Motta, Tommaso Dal Molin, Stanislao Bellini.

Il volo di Agello fu anche un gesto sportivo, “culturale”. Nell’Italia degli anni Trenta, la velocità era mito e avanguardia. Il Futurismo l’aveva elevata a religione estetica. D’Annunzio lo chiamava “Augello”, come un uccello che fende l’aria. Marinetti scriveva versi acrobatici ispirati a quel volo. Ivanhoe Gambini dipingeva l’idrovolante rosso che tagliava il tramonto. Era un’epoca in cui la meccanica era quasi poesia.

Gli Americani sono andati sulla Luna e con Russi ed Europei hanno costruito e fanno funzionare una stazione spaziale orbitante, esempio per ogni altra attività dell’uomo su questo assai minuscolo corpo celeste, che è “atomo opaco del male“. (X Agosto, Giovanni Pascoli”). L’uomo raggiungerà Marte e andrà oltre, quando saremo trapassati.

Le Frecce Tricolori hanno compiuto 65 anni e sono stato a vederle volare appena fuori casa mia, perché noi qui nel Medio Friuli siamo abituati ai loro allenamenti che tracciano il cielo, quasi ogni giorno. Ogni tanto i piloti, tutti ufficiali dai venticinque ai quarant’anni, vengono in piazza a Codroipo per un caffé o un taj di vino friulano. Con un ufficiale, che fu presente a Ramstein nel 1986 ho avuto modo di parlare diverse volte: nessuna iattanza, nessun militarismo, solo passione per il volo e amore per il proprio lavoro e per l’Italia. Forse che qualcuno osa affermare che questi sentimenti sono di destra?

Italiani di un tempo e italiani di oggi. Come sono orgoglioso di molti italiani di un tempo, come sono orgoglioso di molti italiani di oggi, e non li ammiro per la loro apparteneza politica, ma per cosa fanno, che significa come sono in quanto singola persona. Tu sei quello che fai (e che dici). Io pure. Non ammiro alcuni italiani e italiane di oggi che non sanno (forse perché a volte non hanno mezzi cognitivi e culturali adeguati) apprezzare ciò che di buono si stia facendo in Italia, a partire dal lavoro, che è tra i meglio organizzatii del mondo, se si sanno leggere le statistiche, e dalla situazione sociale, dove – pur non mancando i problemi – si osserva una crescita, soprattutto tra i giovani, la maggior parte dei quali è studiosa e laboriosa.

Uso la statistica come scienza esplicativa oggettiva della situazione, in sé a-valutativa, perché la scienza statistica non è la scienza etica (che è valutativa del valore morale dell’agire umano libero): per meriti soprattutto del Popolo italiano, dei lavoratori (che sono quasi totalissimamente ottime persone) e degli imprenditori (che sono in larghissima parte aperti e generosi), dei politici di ogni schieramento che hanno fatto negli anni cose buone (potrei citarne diverse provenienti da destra, da sinistra e forse soprattutto dal centro, dove si compensano gli interessi delle persone e dei ceti, categorie sociali), delle persone di cultura (di costoro manifesto stima inferiore rispetto alle categorie sopra citate), l’Italia ha un’economia solida, un’occupazione in crescita, se pure lenta; l’Italia ha uno dei più bassi numeri di omicidi tra le grandi nazioni (circa 320 nel 2024 di cui un terzo di donne), ma nel 1980 errano 2000 all’anno; ha un numero di incidenti mortali per strada in netto calo da anni: cirrca 3.000 nel 2024, contro gli oltre 10.000 di trent’anni fa, con tre milioni di auto in più oggi; persiste un numero elevatissimo di morti sul lavoro (circa 1000 nel 2024), che erano calati a circa 600 prima della pandemia, ma nel 1990 erano circa 2000.

E allora, per favore: presidente Meloni non assegni tutti i meriti o quasi al suo governo, perché i fenomeni socio-economici sono dentro lunghe derive; onorevole Schlein (e c.) cerchi di giudicare nel merito le scelte del Governo in carica evitando di cassare tutto, perché non è vero che questo governo, come peraltro i governi precedenti, sbaglia sempre. A tutte e due una informazione fondamentale di cui pare necessitiate: l’economia italiana non va bene essenzialmente per le politiche governative di qualsiasi governo, ma per meriti condivisi tra imprenditori e lavoratori! Anche voi, studiate.

Un nota storica di colore: vi informo che la signora Margaret Roberts Thatcher e Tony Blair, al di là delle appartenenze poltiche, nutrivano una grande stima reciproca. Magari, imitateli.

Questa è l’Italia, con i suoi 59 milioni di abitanti, una demografia in calo, ciò costituendo il problema sociale più importante. L’immigrazione, secondo una lettura storiografica diacronica corretta, è un tema fondamentale per il futuro del Paese: va accettata ma gestita, perché è linfa vitale per il futuro e necessità per il lavoro italiaano. Ne sono testimone diretto in un significativo campione di aziende nazionali e multinazionali dove opero. Altrettanto, della gestione di questo fenomeno fa parte il controllo degli ingressi (come fa Sanchez, ad esempio, in Spagna, e cerca di fare Starmer con grandi difficoltà in Inghilterra) e la formazione di queste persone che diventerannno nuovi Italiani.

Sono stato orgoglioso ieri sera quando ho visto segnare un bellissimo goal per l’Italia il forte centravanti nero della Fiorentina Moise Kean, di origine ivoriana, nato a Vercelli, che esegue dopo ogni rete segnata un breve balletto echeggiante l’Africa profonda da cui proviene, e poi al goal di Mateo Retegui, italiano d’Argentina, di nonna sicula, che canta Fratelli d’Italia a squarciagola. Il terzo goal dell’Italia lo ha segnato un ventenne italiano, Francesco Pio Esposito, dell’Inter. Tre “italiani”-italiani, e anche i primi due lo sono. Concludo suggerendo al generale Vannacci, che è acculturato, di non dire che Paola Egonu non è italiana perché è nera: le suggerisco di studiare un po’ di etnologia e di antropologia filosofico-culturale, caro generale, dove troverà la notizia che lei. come me, come Kean, come Retegui e come Paola siamo tutti nipotini di “nonna Lucy”, di patria centrafricana della Rift Valley.

Questa è l’Italia, che a volte è anche quella di Kabobo, che girava per Milano con l’ascia per uccidere chi trovava per strada. E anche di diversi altri disadattati e malvagi.

Il mio nonno materno Dante, emigrato in Argentina, ed ha risalito il Rio Paranà fino a Rosario, dopo avere combattuto sul Piave nel 1918, perché non trovava lavoro in Italia: la disoccupazione e la miseria furono all’origine del fascismo in Italia come del nazismo in Germania. A proposito: prendete lezioni della storia, cari Trump e c.. I popoli affamati cercano e trovano soluzioni di terrorismo e di guerra! Leggete Tucidide, Seneca, Tommaso d’Aquino, Voltaire, Kant, Gadamer, De Felice, Kelsen e… Putin (perché il gerarca russo sa di storia, come Stalin, a differenza dei più, in occidente), anche in trattatelli sintetici, visto che non avete passione per lo studio.

Il mio bisnonno paterno Pietro, nei primi anni del ‘900 emigrò in Baviera, a sud di Monaco, con uno stuolo di giovanotti friulani a “far mattone”. Sulle sue tracce mezzo secolo dopo si mise mio padre Pietro, con due corrriere di disoccupati friulani, a spaccare pietra nell’Assia boscosa, per fornire l’Olanda dei polder, un tratto di mare prosciugato artificialmente attraverso dighe. I polder sono aree un tempo coperte dal mare e poi prosciugate, bonificate e rese coltivabili.

Sappiamo bene che, se non altro per ragioni statistiche, che “i Kabobo” non sono la maggioranza di quelli che arrivano con qualsiasi mezzo, e dunque dobbiamo saper distinguere. Gli emigranti italiani negli Stati Uniti d’America, che venivano filtrati a Ellis Island di fronte alla Statua della Libertà, erano uomini e donne in cerca di una vita migliore, e là l’hanno trovata. Sappiamo che quasi il venticinque per cento degli statunitensi è di origine italiana. Tra questi emigranti, però, oltre ai fratelli Collavino che hanno costruito la Freedom Tower a New York, oltre a Robert De Niro e a Martin Scorsese, sono colà emigrate anche famiglie come quelle di John Gambino e di Frank Costello. Con ciò voglio dire che il loglio si trova sempre nel grano (cf. parabola della zizzania, Vangelo secondo Matteo 13,24-30 e nell’apocrifo Vangelo di Tommaso (57), come insegnava Gesù, l’Ebreo (cf. Romano Guardini).

E anche voi, sciammannati che spaccate vetrine, smettetela, studiate un po’ e andate a lavorare.

Post correlati

0 Comments

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>