Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La ginestra, fiore del deserto, canto del filosofo-poeta, o del ponte Morandi a Genova che non le sopravvive

La ginestra o Il fiore del deserto è la penultima lirica di Giacomo Leopardi, scritta nella primavera del 1836 a Torre del Greco nella villa Ferrigni e pubblicata postuma nell’edizione de I Canti nel 1845. Qui su l’arida schiena/ Del…

Continua a leggere

Para leer el Zibaldon verdadero y escribir con humildad un Zibaldon nuevo

I miei cari lettori sanno che a volte uso citazioni dirette di autori che stimo e ammiro, per introdurre temi da commentare nella situazione attuale. Questa volta invito a leggere quasi integralmente i capp. 103 e 104 dello Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi, che sto ristudiando come testo filosofico di grandissima attualità, fonte di ispirazione per Nietzsche e per gli esistenzialisti nostri contemporanei, da Sartre a Heidegger. Chi fosse interessato a questo brillantissimo e profondo anche se a-sistematico testo filosofico,…

Continua a leggere

Il cherubino di Amiens

Le strade del Tour si snodano accompagnando la grande corsa con il paesaggio e la storia. Gli eventi di questi giorni me lo regalano con dovizia di tempo e ne son lieto. La grande campagna francese stupisce con la sua calma bellezza. Dopo Chartres, neanche gli organizzatori avessero deciso di omaggiarmi, Amiens, sicuramente sfiorando Beauvais. Non è qui il luogo per cantar la meraviglia delle tre cattedrali. A Chartres son stato quattro volte, tre in auto e una in…

Continua a leggere

La foresta di Arenberg

La Parigi-Roubaix è il mito del ciclismo da centosedici anni, caro lettore. E’ stata vinta da alcuni tra i più grandi ciclisti di ogni tempo, soprattutto quelli polivalenti, cioè capaci di vincere sia corse a tappe sia corse di un giorno: citare qui nomi come quelli di Henry Pelissier, Fausto Coppi, Rik Van Steenbergen, Rik Van Looy, Eddy Merckx, Walter Godefroot, Roger De Vlaemick, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Sean Kelly, Francesco Moser, Johan Museeuw, Tom Boonen, Fabian Cancellara, fa venire…

Continua a leggere

Grazie a Georg Friedrich Händel, tedesco di Sassonia, che ascolto da quando ero ragazzo, e grazie al mio sentire… sinestesico

Caro lettore, magari scrivo il nome di Händel all’inglese George Frederick, o ancora Giorgio Federico all’italiana, ché il grand’uomo venne più volte in Italia e vi stette una volta per ben tre anni, dove incontrò Alessandro  e Domenico Scarlatti, Tomaso Albinoni, Benedetto Marcello, Arcangelo Corelli, e forse anche Antonio Vivaldi. Nel 1708 a Roma gareggiò agli strumenti con Domenico Scarlatti, alla presenza del cardinale Ottoboni, suo ospite, come usava allora, surclassandolo all’organo, e come avrebbe potuto finire diversamente? E stiamo parlando di un musicista meraviglioso,…

Continua a leggere

Le città bianche e altri racconti

Non avevo mai letto seriamente Joseph Roth, solo qualche brano ancora da liceale. Vi ho rimediato in queste settimane e consiglio il bellissimo volume collettaneo di romanzi e racconti lunghi edito da Bompiani, di milleduecento pagine, una trentina di anni fa. Me lo regalò quando uscii dal sindacato il segretario regionale della Cisl di allora, un gentiluomo colto, merce rara in quegli ambienti allora, e ora più che mai, purtroppo. Il Mediterraneo è circondato da “città bianche”. Dalla costa istriana e dalmata,…

Continua a leggere

Trisillabico, sdrucciolo o tronco, Nìbalì

…Nìbali o Nibalì, à la francese. “Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome Fausto Coppi“, la voce di Mario Ferretti canta l’airone che ha spiccato il volo staccando tutti nella tappa Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia del ’49. Bartali ha 35 anni e ha forato quattro volte, arriva a Pinerolo con quasi dodici minuti di ritardo, secondo, o primo di un’altra corsa. Mio padre Pietro ascolta la radiocronaca e me la racconta vent’anni dopo.

Continua a leggere

“(…) Non mi avete fatto niente… con le vostre inutili guerre (…)”, nella “preistoria” attuale di questo mondo!

Caro lettor mio della domenica, nel titolo è la Terra che parla agli Esseri Umani arrancanti lungo la china, non so se ascendente in termini di consapevolezza morale, della loro umanità. Ecco il testo della canzone vincente il festival di Sanremo, a guisa di spunto riflessivo più ampio, “A Il Cairo non lo sanno che ore sono adesso/ Il sole sulla Rambla oggi non è lo stesso/ In Francia c’è un concerto/  la gente si diverte/ Qualcuno canta forte/ Qualcuno grida a morte/ A Londra piove…

Continua a leggere

1968/2018… senti l’estate che torna

Cinquant’anni fa, in pieno ’68 Le Orme di Tagliapietra e Pagliuca nel ’68 cantavano così: “Su spegni quel fuoco ti prego/ L’inverno è un ricordo lontano/ Stasera non sento più freddo/ Stammi vicina dammi la mano/ Stasera ti vedo diversa/ I tuoi occhi hanno un altro colore/ In strada c’è aria di festa/ Ora la gente, pensa all’amore Senti l’estate che torna/ Senti con tutti suoi sogni/ Senti l’estate che torna/ Tra noi Il vento del nord se ne è andato/ E…

Continua a leggere

Il canto concorde (del trovatore inesistente)

Caro mio lettor d’infra settimana, è il titolo della silloge di liriche che Segno mi pubblicherà a giorni. Canto come canna, come corde vocali, come osso ioide che canta, concorde nel senso che vi è un solo canto alla vita, con-un-cuore-solo (con-corde), e dunque tutti i canti convergono verso un centro, un fuoco immortale che non brucia, come il roveto ardente nel libro dell’Esodo. Trovatore, trobadour, io sono un trovatore stilnovista in realtà, novello Guinizzelli o Cavalcanti o Cino da Pistoia…

Continua a leggere