Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Cyrano de Bergerac, Panzeri et co. (“parte lesa” è l’Italia non il PD!), Sinisa Mihajlovic, e Pilutti

(omissis) Facciamola finita, venite tutti avanti
Nuovi protagonisti, politici rampanti
Venite portaborse, ruffiani e mezze calze
Feroci conduttori di trasmissioni false
Che avete spesso fatto del qualunquismo un arte
(omissis)
Non me ne frega niente se anch’io sono sbagliato
Spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato
Coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco

(testo di Francesco Guccini)

(omissis)

Venite gente vuota, facciamola finita
Voi preti che vendete a tutti un’altra vita
Se c’è, come voi dite, un Dio nell’infinito
Guardatevi nel cuore, l’avete già tradito
E voi materialisti, col vostro chiodo fisso
Che Dio è morto e l’uomo è solo in questo abisso
Le verità cercate per terra, da maiali

Tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali
Tornate a casa nani, levatevi davanti
Per la mia rabbia enorme mi servono giganti
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco
E al fin della licenza io non perdono e tocco
Io non perdono, non perdono e tocco

(omissis)

Un testo, una canzone, per mettere insieme i sentimenti di questo sabato, contrastanti, duri, dolorosi. E’ dalla speranza che Guccini canta voglio partire, per dire che la rassegnazione non deve star di casa da me, ma riprendere il suo significato originario di ri-segnazione, che vuol dire ripartenza.

Mihajlovic si è ammalato di quel “brutto male”, il cui “cugino malvagio” aveva colpito anche me due anni prima. Io sono qui, addolorato. Lui lo immagino nelle praterie celesti, con la sua forza slava, senza limiti. Io più fortunato di lui. Fortunato?

Nel testo di Guccini sta un po’ tutto. Leggiamo dove parla dei politici, e qui viene in mente un tipo come Panzeri “Tel chi el Pànzer“, dove sussisteva oltre al cognome evocativo, il termine tedesco che rappresenta la forza di quella etnia e il carrarmato della Seconda Guerra mondiale, come con un qualche compiacimento dicevano alcuni milanesi dopo la sua elezione al Parlamento europeo con centomila preferenze. Il Panzeri capace di travolgere tutto come un “panzer”.

Ora ha veramente travolto tutto, anche l’immagine e il buon nome della sua parte politica, che affannosamente si affanna a dichiararsi “parte lesa”. Ma come “parte lesa”? Di che partito fa parte Panzeri? Ora ci si distingue?

“Parte lesa” è l’Italia, non il PD, vivaddio!

Ragioniamo con la logica filosofica: il Panzeri è inquisito (e fino a che non vi sarà una verità processuale, nessuno che abbia a cuore uno “stato-di-diritto” lo può condannare preventivamente, e si dovrà anche supporre la sua innocenza) per tangenti cospicue ricevute da due stati esteri al fine di favorire le posizioni politiche ed economiche di questi paesi. E dunque non lo condanno io, perché è prematuro e perché non ho titolo per farlo.

Torno al discorso della sua parte politica che, in generale, è anche presso a poco la mia. Ripeto: come si fa a dire che il suo partito si dichiara “parte lesa”? (Letta? dai su). Panzeri è di quel partito e per quel partito è stato eletto. Vero è che la responsabilità penale è personale, ma l’appartenenza è politica… sarebbe quindi saggio che la sua parte politica non si stracciasse le vesti, per due ragioni: la prima perché Panzeri potrebbe essere innocente, la seconda perché, se colpevole, la responsabilità è sua, ma… è anche, per la proprietà transitiva dell’appartenenza, anche obiettivamente di chi lo ha accolto, valorizzato e reso leader in una certa sede, che prima è stata anche sindacale.

Sarebbe dunque meglio, politicamente, e più elegante, esteticamente, che il PD si astenesse, rimanendo in vigile attenzione degli eventi, da un lato, e verificando, dall’altro, le biografie e i comportamenti di chi ritrova all’interno del proprio corpaccione malandato.

Conosco persone di quell’area che nulla hanno da insegnare agli altri, intendo quelli dell’altra parte politica, sotto il profilo etico, così come ne conosco moltissime di specchiata onestà e moralità. Uno degli elementi della crisi attuale della sinistra politica sta proprio in questa miopia, in questa incapacità di selezionare il personale politico.

E del sindacalista Visentini, che conobbi quando era ragazzo, perché fui proprio io ad affidargli il coordinamento dei giovani di quel sindacato, che dire? Gli auguro e auguro alla sua (che fu anche mia) sigla sindacale, di non essere “maltrattati” da cattiva fama derivante da questi tristi eventi.

E della “Afrodite” socialista Eva Kaili? Che dire di lei e del suo rampantissimo e inconsapevolmente apollineo compagno?

Da ultimo, mi verrebbe da fare un ingeneroso (per lui) paragone tra Panzeri e Pilutti, ma anche tra Pilutti e altri che, una volta usciti dal sindacato, si sono collocati in ben godibili comfort zone.

Noto , invece, che io crebbi solo del mio, in cultura e professionalità, nulla avendo di risulta, come si dice, o dal camino dei regali natalizi.

Come è bello dormire sonni assai tranquilli, sapendo che nulla mi è stato regalato per appartenenza a correnti o partiti, ma tutto mi è arrivato da studio, lavoro e credibilità conquistata con la fatica dell’impegno morale ed operativo, cotidie.

Un pensiero e una preghiera per Sinisa.

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