Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Le fake news, ovvero dell’amplificazione o della falsificazione della notizia

Il web oramai permette di tutto, dall’informazione sana e utile o perfino necessaria e indispensabile, all’informazione fuorviante, falsa e perfin dannosa. Ne sono quotidiano testimone in diretta. Un esempio: in un’azienda che seguo, una lavoratrice telefona al sindacato affermando che “gente se ne sta andando a lavorare da un’altra parte”. Il sindacato si allarma, mi chiama e chiede “cosa sta succedendo, state spostando un reparto, trasferite una produzione, devo preoccuparmi?” Nulla di tutto ciò: in realtà una lavoratrice si è dimessa per andare a lavorare più vicina a casa. Tutto lì. Fake new, allarmismo inutile forse generato da manie di protagonismo. Nei prossimi giorni chiamerò a colloquio questa lavoratrice e le chiederò semplicemente “secondo te il sostantivo gente è plurale o singolare in italiano“, mi risponderà certamente “singolare“, e allora io le chiederò “ma il significato si riferisce a una sola persona o a più persone?” e lei mi risponderà “a più persone“. Bene, allora le dirò “ma tu hai avuto notizie che più persone andranno a lavorare da un’altra parte?”, e lei mi risponderà “no“, e infine le dirò “e allora perché hai parlato di gente, se sai che se  ne andrà via una sola persona?”. E lei farà scena muta. Ecco come nasce, si diffonde e si amplifica una notizia falsa,  e forse volutamente tendenziosa, nata per darsi importanza o per creare confusione, non so da parte di chi.

Oggi, che il web è pieno di notizie vere e false, affidabili e fuorvianti, è importante sviluppare un senso critico per smascherare ciò che è vero da ciò che è falso, badando bene anche ai titoli, che speso sono solo uno specchietto per le allodole, atto ad intortare il lettore frettoloso con termini ed espressioni poco o per nulla coerenti con il testo dell’articolo sottostante. L’importante è colpire, incuriosire, interessare il lettore a proseguire nella lettura ché intanto gli si ammanniscono spot e video pubblicitari, e chissà che non ci caschi a comprare qualcosa. Bisogna colpire il lettore nelle parti basse anche se ciò è incoerente e disonesto.

Ancora emerge il tema della educazione di base della formazione alla cittadinanza, compito che spetta alle famiglie e alla scuola primaria. Che cosa si sta facendo in merito? Si fanno corsi sulla multiculturalità ma non più quelle piccole e striminzite lezioni di educazione civica che si tenevano fino agli anni ’80. E’ superfluo leggere insieme agli alunni di quinta elementare e delle tre medie inferiori gli articoli principali della Costituzione repubblicana, parlare loro dello Statuto dei diritti dei lavoratori, delle leggi sulla parità tra maschi e femmine,  sul nuovo diritto di famiglia che riconosce pari dignità e libertà alle persone, sulla tutela delle lavoratrici madri, sul divieto di mobbing e di stalking, sulla pericolosità del bullismo?

Va bene far rendere conto i ragazzi dei grandi cambiamenti in atto a livello planetario, con le migrazioni e la globalizzazione, ma partendo dalla conoscenza dei valori fondamentali della nostra cultura e della nostra civiltà, altro che imparare a vivere dai migranti, cara solita inopportuna presidenta Boldrini. Andiamo! Sta scherzando o è seria (seriosa forse) quando dice queste amene cazzate?

Dobbiamo far conoscere loro la grande storia dell’Italia e dell’Europa, del plesso Mediterraneo e della civiltà egizia, mesopotamica e greco-latina, la Bibbia e i filosofi greci, gli scrittori romani, Eschilo e Virgilio, Pericle e Augusto,  Salomone e Alessandro Magno, Agostino di Ippona e Tommaso d’Aquino, Dante e Petrarca, Federico II di Svevia e Carlo V, Leopardi e Montale, Einstein e Maiorana, Raffaello e Mozart, Bach e Monet, Jung e Dostoevskij, Caravaggio e Verdi, Galileo e Wagner, Dickens e Tolstoj, Flaubert e Cervantes, Beethoven e Piero della Francesca, Lutero e Michelangelo, Leonardo e Descartes, Maria Teresa d’Austria e Napoleone, Darwin e Marx, Hume e Adam Smith, Kant e Nietzsche, Haendel e Dirac. Questo dobbiamo far conoscere loro, prima di ogni approccio multiculturale, in modo che sappiano dove sono nati, in che culla di enorme cultura e civiltà si sono sviluppati i loro genomi filogenetici, altro che confuse ammucchiate di tutti uguali, anzi identici. Col cavolo! E’ disonestà intellettuale e delitto pedagogico continuare in questa deriva genericista e ignorante, proprio per permettere loro di sviluppare un senso critico sulle cose e di essere capaci di cogliere la ricchezza della diversità nella diversità tra genti, popoli e nazioni che sempre più si intersecano, collaborano, convivono su questo piccolo pianeta.

Non si può esser d’accordo con l’altro se prima non si sa bene chi si è, se prima non si sa da dove si proviene, se si ignora la propria storia e se le nozioni acquisite si fermano al campionato di calcio o al mondiale di moto GP di Valentino, o a Rihanna e compagnia cantante per le femmine, che si imitano o si vorrebbe imitare. Il resto viene da sé: filmare e diffondere sui social atti di bullismo, dare le terga all’insegnante, rispondere male o di malavoglia, a monosillabi e con frasi senza costrutto alcuno… ma chi è responsabile di tutto ciò? i Ragazzi? Nooo. Una impostazione di politica pedagogica semplificatoria e banalizzante, come quella della incredibile ministra Fedeli che vuol portare le superiori da cinque a quattro anni, disfarsi del latino al fuori del classico, anzi smaterializzare il classico facendo sperimentazioni curricolari diverse al posto del greco antico. Mandiamola a casa a studiare, ma il problema resta, perché c’è una generazione di politici imbecilli che la vede nello stesso modo, non so a pro di quale potentato massonico o para-massonico internazionale. Se continuiamo così avremo sempre più persone disorientate, ignoranti, che saranno vittime di famelici guru opportunisti e altrettanto ignoranti, potrei fare decine di nomi di questi imbroglioni che fanno affari perché il terreno è fertile, alimentato da un ripopolamento costante del target di indifesi giovani e men giovani, maschi e femmine, che cercano risposte-scorciatoio alle domande importanti sul senso delle cose e della vita.

In questa fase della mia vita, ritengo sia una mission, nel mio piccolo, combattere senza tregua questa battaglia per la cultura e per la verità.

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