Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

“…gli immigrati forse non sanno che non debbono violentare” (terrificante frase pronunciata da una avvocatessa a Salerno)

Leggo stamattina questa incredibile frase pronunciata, sembra, dall’avvocato Carmen Di Genio del Comitato delle Pari opportunità di Salerno. E’ talmente assurda, stupida, illogica, cognitivamente improbabile che mi sono sentito di mettere quel “sembra”, poiché un essere umano, femmina, laureato in giurisprudenza, italiano, non dovrebbe poter pronunziarla, e neppure pensarla. Siamo al di là di ogni ordine naturale di ogni genere e specie del linguaggio umano. Siamo al belluino pre-morale che, guardando l’abbigliamento beige, sobrio ed elegante dell’avvocatessa, non mi sembra appartenerle. Ma al modello culturale radical chic oggi è tutto concesso.

Se la frase, così come pronunciata, stava dentro un contesto, come si dice, anche questo non la manleva della sua pericolosissima gravità di messaggio mediatizzato. E non serve che vada giù l’eroico Gasparri a protestare, basta togliere questa signora dal ruolo e farla blaterare in circoli privati, dove ci si allena ad approssimative discussione di antropologia culturale. Mi pare si tratti della stessa ideologia di quegli studiosi di tale disciplina, che confondono la plausibilità socio-antropologica dell’infibulazione come “cultura tribale” africana, con la sua ammissibilità sotto il profilo etico. E’ come dire che, siccome un fenomeno esiste avrà le sue “buone ragioni”, e morta là.

Non è così. Io non so che sottile ragionamento stesse svolgendo a Salerno l’avvocato Di Genio, ma so che per logica comunicativa e mero buon senso non si deve mai cedere a espressioni che lascino un minimo di ambiguità in tema di tutela della condizione umana. Può anche darsi che i “costumi naturali” machisti dell’homo africanus che ha inventato, con la complicità delle donne dominanti, la mutilazione dei genitali delle bambine, prevedano che il maschio stesso possa vantare un potere di predazione sulla femmina, qualunque e ovunque essa si trovi, ma questo non può essere ammesso neppure come ipotesi legata a un’ignoranza “naturale” dei diritti umani, che sono inviolabili, quell’avvocatessa potrebbe dire “secondo le conquiste della nostra etica e della nostra cultura”. Certo che sì, ma non basta. A chi violenta perché lo ritiene un suo diritto, come si è visto fare con facilità anche in Italia nell’ultimo periodo, e come è accaduto la notte del Capodanno di un paio di anni fa a Colonia, bisogna innanzitutto “fermare le mani” e gli altri organi interessati, in qualsiasi modo, anche con le cattivissime, poi giudicarlo e punirlo e, se non pentito e convinto di avere compiuto un’azione malvagia, ricacciarlo oltremare con un biglietto di sola andata. D’accordo presidenta Boldrini, o ha dei dubbi in proposito?

Stiamo vivendo un periodo di grande confusione culturale e morale, ma soprattutto, come ho scritto già più volte, di grande crisi cognitiva. E’ il pensiero che comunque domina l’agire umano, se non vogliamo scendere la scala evolutiva dell’ominazione percorsa in un paio di milioni di anni. Non si può che tornare al valore del pensiero, per migliaia di anni espressione profonda e misteriosa dell’organo che presiede primariamente all’evoluzione, il cervello. Nell’ultimo periodo troppo spazio è stato dato all’emozione sentimentaloide del “sentire”, a una sorta di “etica dell’emozione”, che spesso ha prevalso sulla ragione, rompendo la feconda endiadi che corrobora l’una con l’altro, la ragione con il sentimento. Complici i nuovi media, l’uomo contemporaneo ha lasciato spesso in un angolo la facoltà del pensare, sostituendolo con quella del mero “sentire”, che ha in comune anche con i cugini animali. L’eguale dignità tra tutti gli umani non deve fare dimenticare le irriducibili differenze tra i singoli e tra le culture, che non vanno rimosse, ma studiate, non per uniformarle a standard astratti, ma per renderle umanamente compatibili.

Per questo la frase di Di Genio, è intrinsecamente sbagliata e fuorviante, qualsiasi sia stato il contesto in cui è stata pronunziata.

Post correlati

0 Comments

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>