Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Se un giorno

In giro con lievi minacce di pioggia, con la bici, cercando di evitare le nuvole più scure, e anelando alla schiarita, là in fondo. Così il mio Sabato santo, con il dolore muscolare quasi andato e l’equilibrio ritrovato, forse. Musiche arcane risuonano e sentimenti rinnovati come aquile in volo appaiono sereni fino all’orizzonte del paradosso di Zenone di Elea, cui mi riferisco parlando con il giovine Isacco. Ermal Meta mi fa visita come fosse un viaggiatore nella notte d’inverno. Vietato morire. La cerchia dei monti a oriente è limpida come solo può esserlo a metà di questo aprile infinito. Schivo la pioggia leggiera leggermente pedalando. Sono momenti come tutti gli altri, unici, a volte inquinati dalla stupidità come quella degli agnelli adottati dalla terza carica dello stato, e poi si va avanti, L’albergo dove mi fermo per un caffè è in mezzo al nulla, ed è lì da un secolo, retrò, da fuga, riparo, dimenticanza. Campagne a perdita d’occhio fino alla linea azzurrina dei monti. Non so se domani sarà e con chi. Partirò nell’incanto della vita quotidiana, caro amico che leggi ancora, pazientemente. E’ vivere come un canto un grido un pianto, un rancore, un amore che può crescere senza fine, come insegna san Paolo. Se un giorno sarò ai confini del mondo e della mia vita sarà un incanto. Se un giorno il dolore appannerà il mio viso, non mancherà l’incanto della vita avuta, caro viandante, caro viaggiatore della notte. Notizie arriveranno da lontano, da un paese lontano, fin dalla fine del tempo che non è. Se un giorno incontrerò il destino, come è successo ogni giorno passato, ma che dico? il destino ti accompagna ogni ora che passa, ogni desiderio che ti spinge alla vita. Le emozioni senza voce e senza respiro sono sempre con te. Giardini infiniti mi vengono incontro mentre pedalo, antiche canzoni, nenie di bambino. Il me stesso che ero mi torna alla mente, anche se non ricordo l’anno che era, il giorno, che vita, la mia, certo, quella di un tempo e sempre della stessa anima piena. Cieli immensi e immenso amore, cantava Lucio. E canto. Giovani virgulti osservo sulle ripe e verdissime radure, caro amico. Se un giorno senza parole mi viene incontro senza sapere quello che accadrà, oh sì, e non tremo al pensiero di sapere che quei cieli immensi e alti della mia terra saranno visti anche quando la stagione sarà finita, l’antologia delle stagioni eterne oramai stampata. Se un giorno sai che ogni giorno è il migliore, perché è l’unico, non ve n’è altri di giorni come quel giorno. Come ieri e come tre giorni fa e come oggi stesso… pieno di vento e di nuvole, è stata meraviglia. Pensaci. Se un giorno incontri la notte oscura ma presaga dell’alba allora è bellissimo, anche la notte più buia. Nulla si perde mai, né la tristezza né la gioia, tutto si connette come insegnava Benedicto de Espinoza, scandalizzando i più. E Dio è con noi ovunque, anche se un giorno lo dimentichi. Se un giorno paure e ipocondrie ti prendono, la cura della relazione ti salva come lo sguardo tutt’intorno al mondo. E nessuno di noi invecchia veramente, ché il tempo scompare nell’infinito vagare del cosmo. Amico mio che vivi e leggi e pensi nell’infinità libertà dell’essenza. Un giorno ti dirò.

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