Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Sensibilità, capacità di ascolto, interpretazione e feedback

occhialiSiamo esseri umani, animali sensibili e anche interpretanti ciò che sentiamo, leggiamo e che ci accade, o accade attorno a noi. Certamente anche un cane lo è, ma in modo diverso, perché non riesce a trasmettere chiaramente la sua interpretazione dei gesti umani o di suoi simili, non essendoci la condivisione di un codice linguistico ricco e ben definito. In altre parole anche il cane comprende l’affetto del padrone ed offre feedback (retro-azione, o risposta), ma non al punto da permettere approfondite o sofisticate deduzioni. Magari mi smentiranno gli etologi versati in “psicologia” animale.

In realtà, anche per noi esseri umani il rapporto tra sensibilità, capacità di ascolto, interpretazione e feedback è molto complesso, e mai scontato nei suoi esiti. Siamo diversamente sensibili: ognuno di noi sviluppa un grado diverso di empatia, modalità relazionale da considerare con molta attenzione, sia quando è assente, e allora sono guai immediati per tutti e due o tre o più interlocutori, sia quando è eccessiva, e in questo caso sono guai per chi la vive.

Nella vita quotidiana, in ogni situazione e specialmente sul lavoro le quattro nozioni del titolo sono indispensabili, poiché rendono possibile e fruttuosa una collaborazione rispettosa e sana. Chi non ci crede o non conosce l’importanza di questi quattro momenti, ignora l’abc dell’organizzazione e della gestione di gruppi di lavoro, in qualsiasi ambito operino.

Sperimento molti casi nei quali vi è una carenza di uno più di questi elementi, e allora ci si deve impegnare per una fatica supplementare, fatta di dialogo paziente, di ascolto più che attivo, di counseling/ coaching, dove personalmente utilizzo la metodica della ricerca dialogica, senza mai dare l’impressione di spingermi su terreni di condizionamento o, peggio, di manipolazione. Su questi terreni, invece, si spingono spesso prassi derivanti da dottrine psico-comunicazionali e relazionali assai discutibili, come certe forme di PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) estreme, mentre invece forme di attenzione linguistica e di rigore terminologico, come ha insegnato il genio di Wittgenstein, sono non solo utilissime ma indispensabili.

Inoltre, vi sono comportamenti altamente disdicevoli sul piano morale, che rasentano e a volte includono forme di mobbing, come quando in certe strutture, anche aziendali, qualcuno si illude di risolvere i problemi mettendo in difficoltà colleghi o dipendenti (a seconda se il fattore stressogeno sia orizzontale o verticale), che a un certo punto diventano sgraditi o non-facenti-parte-del-progetto, modo di dire assai angusto e talvolta miserabile.

Costoro non sanno o non capiscono di stare mettendo a repentaglio l’equilibrio della struttura interpersonale, che invece ha bisogno di una continua intelligente “manutenzione”, per raggiungere, appunto, eventualmente nuovi equilibri (omeostasi) e più efficienti modalità operative. Inoltre non si rendono conto di rischiare qualcosa sotto il profilo legale, se venisse promossa una causa di lavoro.

In definitiva conviene a tutti curare il flusso regolare dei vari momenti, dalla capacità di sentire ascoltando, alla capacità di interpretare codici espressivi e linguistici diversi, e infine alla capacità di offrire feedback buoni, tempestivi e rispettosi. Se una persona, per varie buone ragioni non dovesse fare più parte del progetto, è preferibile contattarla, parlarle e cercare un accordo onorevole di separazione dei rispettivi destini.

Questa modalità è più rispettosa di un’etica generale, e meno costosa sotto il profilo del dispendio energetico ed economico. Ma ci vuole pazienza e saggezza, non improvvisazione presuntuosa, né ci si può inventare gestori di persone per tutte le situazioni e stagioni. Così sembra essere.

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