Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il riflesso della società nella politica (e viceversa)

bierce-cinicoC’è un aspro e un po’ sbilenco dibattito sul tema: se la società civile sia migliore della classe politica attuale o se vi sia una corrispondenza sociologica e quasi logico-matematica tra i due ambiti, sotto il profilo della qualità morale.

Di solito le “anime belle” propendono per un giudizio positivo o perlomeno indulgente verso la società civile, che “sarebbe angariata” e talora tradita dalla politica, solitamente covo di disonesti e malversatori.

Ma è proprio così? Oggi anche i 5S stanno capendo che tra il moralismo spicciol-popolano del primo Grillo e l’amministrazione della cosa pubblica vi è un divario logico e pratico immenso.

E’ probabile, invece, che vi sia più o meno una corrispondenza biunivoca tra società e politica, in Italia e anche altrove: che, cioè, la qualità politica dipenda anche dai vizi sociali, e perfino etno-antropologici, e che la società tragga spesso cattivi esempi dalla politica.

Un esempio: se diventa invalsa l’abitudine a parcheggiare in seconda fila, specialmente in qualche territorio della nazione, forse che lo stesso automobilista esiterebbe a rubacchiare, avendone la possibilità? Se il senso morale di una persona dipende dalla possibilità di trarre comunque dei vantaggi personali da un certo agire, e non da principi etici di giustizia e rispetto dei beni comuni e altrui, ben introiettati, chi gli impedisce di aggravare la portata delle proprie azioni, quando ne abbia la possibilità?

Certamente che essere cinici e scettici à la Zenone di Cizio o à la Pirrone di Elide è utile e sano, e perfino dubitare che la pallina del biliardo sia la causa del movimento dell’altra pallina colpita, piuttosto che solo l’occasione, cioè a dire un fatto che accade dopo un’azione non ne sia diretta conseguenza, o effetto di una causa, à la Hume, è buona cosa, anzi prudente, ma non basta.

Il nostro cinismo-scetticismo non può arrendersi di fronte all’evidenza della mediocrità così diffusa, in una rassegnazione stanca anche di stupirsi, ma deve essere motore di vitalità esistenziale, di meraviglia e di emozione sana per la bellezza della trasparenza, della lealtà, dell’onestà, del rispetto per la verità di ogni cosa e per la gentilezza sincera del tratto, della buona relazione, del disinteresse e perfino, perché no?, un poco ingenuo.

Non troppe volpi in giro, e neanche galline, ma anche qualche falco capace di volare alto e leggero, oltre le nebbia ottobrina.

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