Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La grande bellezza del mondo e l’ospite di Minoli

2016-04-10 18.46.31

Il mio gentil lettore si chiederà certamente che cosa c’entri l’un tema del titolo con l’altro. Una semplice “connessione del diverso”, sperando che sul web la citazione di Giovanni Minoli giunga alla sua interlocutrice di stamani, una signora che si è rifiutata di spiegare le sue condizioni familiari durante un colloquio di lavoro, venendo subito “sbattuta fuori” dal suo interlocutore. E così legga questo pezzo, ché le potrebbe servire in futuro per evitare di commettere lo stesso presuntuoso errore che l’ha messa fuori da un’opportunità di impiego.

Oramai la stagion di primavera avanza e le giornate son lunghe, lunghissime. Oggi ho profittato di un rientro prima del tempo per inforcar la bici ordinaria e spingermi giù verso la Bassa, passando i paesi popolati dal patriarca Niccolò di Lussemburgo nel XIV secolo dopo la grande pestilenza, di contadini croati. E allora i nomi dei villaggi suonano così: Jutizzo, Gorizzo, Gradiscutta, Belgrado, Santa Marizza,  echi evidenti di slavitudine.

Non so perché invecchiando vedo il mondo così bello, la mia terra, le montagne, il grande fiume alpino, il viridescente aprirsi della vegetazione, i grandi alberi della campagna. Non so perché. La luce è più intensa, i colori più brillanti, l’orizzonte più nitido. E sento una gioia profonda nel cuore, forse comprendendo un poco il privilegio di godere della grande bellezza del mondo.

Questa bellezza, che ha tratti inesprimibili, che rasenta l’ineffabile, si scontra con la stupideria umana, come quella dell’episodio citato qui sopra. Ne parlo un momento per poi chiudere come ho iniziato, lodando il Signore del mondo.

Stamani su Radio24  ascolto Minoli, sempre intelligentemente garbato: lui ospita una signora che racconta di essersi rifiutata di declinare la propria condizione familiare, sposata, convivente o meno, con o senza figli, e così ottenendo di essere cacciata in malo modo dal colloquio. E convinta di aver fatto bene e lo rifarebbe, perché, secondo lei, un intervistatore nel colloquio di lavoro non “deve permettersi” di violare la privacy. A nulla è valsa la paziente controdeduzione del giornalista, che ha cercato, anzi tentato, di spiegare alla zuccona che, anzi, dirsi madre di due bambini, e nel contempo professional con quattro lingue e una laurea magistrale depone assai bene, non l’incontrario. Idea confermata da un imprenditore lì presente che dice: “se mi si presenta in un colloquio di lavoro una professionista mamma la prendo subito, perché di sicuro ha una marcia in più“. Certo che è così, confermo per esperienza trentennale, io che ho visto a colloquio almeno tremila candidati e candidate e fatte/i assumere non meno di un migliaio. Si fida signora presuntuosetta?

E torno ai prati, alle distese di terra che aspetta la semina, al cielo cangiante verso la sera che viene, con il cuore colmo di gratitudine per la vita, per il respiro, per i pensieri, per la speranza, per la forza, per il sonno e la veglia, per il bene che riuscirò a fare, ancora, a questo mondo. Grazie.

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