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Trasumanar e organizzar

HeydrichCito nel titolo il nostro Pier Paolo per dire di un continuum totalmente umano: il superamento costante dello stato esistente e la insopprimibile esigenza organizzativa, che ha l’uomo.

Il verbo “trasumanar” nel linguaggio classico della “scolastica” sarebbe forse stato “autotrascendersi” e in quello nietzscheano   “diventare se stessi”, mentre l’organizzazione rinvia a organo, organismo, cioè a una operatività razionale ed “economica”.

L’uomo cerca sempre di superarsi e di migliorare le proprie performance, ma a volte in maniera strana e incomprensibile, se non si tiene conto della sua complessità talora caotica, quantomeno nella percezione altrui.

Non so se nella storia umana questo processo di crescita sia stato prevalente, visto che i lobi pre-frontali sembrano aver progredito molto poco in centinaia di migliaia di anni, ma è certo che questo trasumanar e organizzar, a volte si è manifestato sul versante di una crudeltà ferina.

Mi viene in mente la “Conferenza di Wannsee”, a Berlino, dove si decise lo sterminio degli Ebrei. Lì, in quel 20 gennaio del ’42, Reinhard Heydrich (di formazione cattolica e fanatico obersturmbannführer delle SS), insieme con Heinrich Müller, comandante della Gestapo e Adolf Eichmann, progettarono tempi, modi e logistica della Shoah.

Si dovevano evitare le fucilazioni di donne e bambini ebrei, perché troppo stressanti anche per le SS, e quindi si decise per l’uso dei gas, oltre allo sfruttamento bestiale al freddo, e con poche calorie a disposizione, per far fare alla natura il suo corso sui poveri esseri destinati a morire! Nel burocratico linguaggio del testo finale, sembra si stia decidendo una sorta di politica industriale, non di uccidere 11 milioni di Ebrei, visto il fallimento del progetto di deportazione in Madagascar.

Che tipo di “trasumanamento” è stata Wannsee e ciò che ne è seguito? Certamente organizzato, come spiegano gli atti del processo di Tel Aviv a Eichmann nel 1961. Gli eleganti ufficiali nazisti, spesso laureati e suonatori di pianoforte, scesero negli inferi dell’umanità, pianificando, organizzando ed eseguendo i loro compiti con precisione professionale. Ciò che Hannah Arendt avrebbe definito come “banalità del male”, di cui nei tempi che viviamo abbiamo esempi devastanti.

Un “trasumanamento” è anche quello degli eroi che muoiono per l’altro, infiniti eroi del quotidiano, mamme e papà, uomini e donne, medici e lavoratori, preti e suore, atei e credenti. Il trasumanamento che permette a questa disgraziata generazione umana di andare avanti.

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