Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

la ricerca è buona, la dottrina del “gender” dissennata e ridicola

spermatogenesiCaro lettor paziente,

l’uomo è curioso da quando l’ominizzazione è iniziata, e probabilmente lo era anche l’Homo Naledensis, recentemente scoperto in Sud Africa, un milione e mezzo di anni fa.

Nel prosieguo della storia umana le cose sono andate avanti (o indietro per altri aspetti) grazie a questa curiosità senza requie: la ricerca scientifica umana è dunque cosa buona (e giusta).

Sugli “spermatogoni” si è ottenuta una delle ultime vittorie scientifiche contemporanee. Leggiamo sotto:

(dal web) “Per la prima volta al mondo sono stati ottenuti spermatozoi umani completamente in vitro, a partire dal tessuto di un uomo sterile. Lo ha annunciato la Kallistem, start up del Centro nazionale ricerche francese durante una conferenza stampa.

Gli spermatozoi, hanno spiegato gli esperti della compagnia, nata dalle ricerche dell’Istituto di Genomica Funzionale di Lione, sono stati ottenuti a partire da tessuto prelevato dai testicoli. La tecnica potrebbe servire a preservare la fertilità di bambini che si devono sottoporre a terapie potenzialmente pericolose come la chemio, oltre che a trattare dei casi di infertilità che non si possono risolvere in altro modo. “Entro cinque anni – afferma Isabelle Cuoc, presidente della compagnia – speriamo di avere i primi centri che mettono a disposizione la tecnica“.

Quando si vedono questi risultati -per negativo contrasto- vengono in mente trovate come l’utero in affitto che, se non fossero squallide, potrebbero definirsi imbecilli, e forse anche di più se sono una sorta di “riforme terminologiche” senza fondamento scientifico, come la teoria del cosiddetto “gender”, sostenuta da misteriosi (boh?) gruppi di pressione.

Questi, non so se sono una ignobile lobby o qualcos’altro di paramassonico, vogliono spiegare queste idiozie perfino ai bimbi delle scuole dell’infanzia e delle elementari, certo per condizionarli all’indifferenziato, all’indistinzione tra maschio e femmina, tra padre e madre, chiamandoli genitore 1 e genitore 2, oppure proponendo il sintagma “persona incinta” piuttosto che “donna incinta”.

Finanziamenti, associazioni incaricate dagli enti locali, tentativi di coinvolgere ufficialmente il MIUR per istituzionalizzare questo tipo di educazione e di cultura.

L’idiota teoria del gender è collegata e riferita (forse per darle la dignità che non possiede) a figure della filosofia e della politica, e personalità varie, che pare costituiscano dei precursori: Friedrich Engels con la sua dottrina della lotta tra uomini e donne, addirittura precedente la lotta di classe, Michel Foucault padre del costruttivismo sociale, per cui tutto ciò che è, è sociale, non soggettivo.individuale-personale (tutto il male è sempre colpa della società), alle femministe Adrienne Rich, Judith Butler e Simone de Beauvoir, convinte assertrici di una sessualità completamente staccata dalla procreazione, il medico Alfred Kinsey il quale asserì, falsificando i dati, che il 10% della popolazione è omosessuale: è noto che il campione da lui considerato faceva riferimento a persone condannate al carcere per reati di tipo sessuale. Che dire?

Per i “genderisti” esisterebbero quattro prospettive, staccate tra loro e non integrate o integrabili: a) il sesso maschile e femminile, b) il genere che è determinato dai modelli culturali; c) nella persona, in famiglia e nella società, i ruoli sarebbero interscambiabili; d) la complementarietà dei due sessi non esisterebbe in natura e l’eterosessualità non sarebbe una norma.

Altro: per costoro il sesso apparterrebbe solo ai genitali (sex), l’identità di genere sarebbe propria del cervello/ mente (identity), l’orientamento sessuale sarebbe orientato dal cuore (attraction), mentre l’aspetto dell’atteggiamento esteriore sarebbe soggettivo e mutevole (expression).

L’unità antropologica della persona umana va così a farsi benedire in uno spezzettamento incomprensibile ed assurdo, caratterizzato non dall’oggettività dello stato e dell’apparato psico-fisico, ma dall’auto-percezione del momento!

In questa ottica vengono ri-declinati anche semantica e sintassi, come abbiamo visto sopra: genitore 1 e genitore 2, persona incinta, e così via…

Consiglio d’Europa, OCSE, Organizzazione Mondiale della Sanità e Governo Monti sono (o sono stati, e meno male che il governo Monti è defunto da tempo!) da questa parte. In Europa ad esempio: in Svezia i bimbi vengono chiamati con il pronome hen, neutro; in Svizzera la scatola del sesso contiene peni e vagine di plastica per far giocare i bimbi piccoli per la conoscenza degli organi sessuali (!); in Germania sono obbligatorie le lezioni di genderismo, per cui i genitori che si oppongono rischiano penalmente!…

Il convegno “Educare alle differenze” tenutosi a Roma nel settembre del 2014, sponsorizzato dal Comune (ancora una ne hai fatta, oh Marino!) ha sostenuto tra l’altro nelle sue tesi che “(…) va introdotta la conoscenza e la condivisione del transgenderismo e del transessualismo finora tabù per tutto ciò che concerne il rapporto con la fascia di età o-6 anni… e quindi bisogna attuare le linee dettate dall’OMS, dall’OCSE che indicano di trattare l’educazione sessuale delle differenze di genere, secondo un approccio globale, da prima dei 4 anni di età del bambino… e infine che questo investe la crescita e la definizione di identità di genere, della relazione tra i generi, della libera scoperta ed espressione di sé, delle emozioni, e dei sentimenti, degli stati d’animo, quanto il tema degli orientamenti sessuali e dei tipi di famiglia esistenti e possibili”. Sesquipedali stronzate!

Tutto e il suo contrario, tutto spezzettato e indifferenziato in un pot pourrì senza capo né coda, ma Marino te ne sei accorto? Forse no, perché…

Decostruire gli stereotipi ed educare alla diversità e al pari valore antropologico-morale di tutti gli esseri umani va benissimo, ma non  inventare di sana pianta una teoria ridicola, più ancora che una idiota nefandezza.

Posso aggiungere un’altra chicca, magari alla faccia di Elton John e di tale on. Scalfarotto: la dizione “omofobia” è insensata e ridicola. Prima di lavorare per configurare un reato, si studi un po’ di greco antico, al mero fine (molto onorevole)  di non dire stronzate: il termine “omofobia” è composto da due etimi greci, che qui scrivo traslitterati, òmoios, cioè uguale, e phòbos, paura: “omofobia” significherebbe, dunque, “paura dell’uguale”; ma i proponenti di tale sintagma non intendono forse “avversione” e non “paura”? Allora bisognerebbe dire “omomisia” (dal verbo greco mìsèo, cioè odiare). E via dicendo, alla faccia dei propugnatori di parure di idiozie e imbecillità.

Altra cosa è il riconoscimento che vi possono essere in natura forme di ermafroditismo e inter-sessualismo biologico che vanno rispettate, evitando soluzioni semplificatorie di tipo chirurgico.

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