Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il permanere della presenza

ettore maiorana“(…) la relazionalità essenziale degli esseri umani nella loro duplice contrastante forma Io-Tu e Io-Esso può essere illustrata nella loro differenza attraverso la contrapposizione tra passato e presente. L’Io-Esso appare nella sua operosa attività di oggettivazione all’uomo condannato al passato, mentre l’Io-Tu sta nell’evento della relazione come unica possibilità di esperire il presente vivente. (…), (riporta il mio amico Francesco Ferrari nel suo Presenza e Relazione nel pensiero di Martin Buber, Edizioni dell’Orso, Alessandria 2012, a pag. 217, citando M. Weinrich – Der Wirlikcheit begnegen: Studien zu Buber, Grisebach, Gogarten, Bonhoeffer und Hirsch, Göttingen, 1980, p. 65),

e

“(…) nell’incontro si sviluppa il presente. Questo presente non sottostà alla legge del continuo scorrere del tempo, ma gli si contrappone e permane tanto quanto dura l’incontro (…)” (ivi in F. Ferrari, che cita sempre M. Weinrich, ma quello di un altro testo: Grenzgänzer: Martin Buber Anstösse zum Weitergehen; ed. Kaiser, München 1987, p. 43).

Sono incantato, oltre la contrapposizione Parmenide-Eraclito, oltre l’essere e il divenire, anche oltre Aristotele, e piuttosto sto con l’Agostino kairologico dell’undicesimo libro delle sue Confessioni.

E commosso da quanto riporta Ferrari, se è vero che il presente-dell’incontro-con-l’altro mette il tempo, nel suo scorrere, nelle condizioni di non nuocere, per quell’hic et nunc durante il quale avviene l’incontro, cioè la musica e l’incanto del riconoscimento dell’altro.

Altro che chiusura, altro che tutela assoluta dello spazio vitale, pur necessario. In che cosa mi riconosco come essere umano, se non nello specchiamento, nella tranquilla differenza-uguagliante del vedere veramente l’altro volto che guardo?

Se è vero che il presente dell’incontro non subisce la legge del tempo è meraviglioso, e allora ecco che in qualche modo comprendo l’eterno che sta nel momento, nell’attimo fuggente-che-non-fugge, ma re-sta, permane come un lampo di luce che viaggia creando lo spazio necessario al suo spostamento, ed è, viaggiando.

L’incontro altro non è che il fermarsi del tempo, e il suo valore. A volte la sua tenerezza.

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