Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

giorni d’estate

monte Creta Forata…inesorabilmente giunti, anzi è la terra che li ha raggiunti con il suo movimento attorno alla stella, mentre rotando enumera i giorni del solstizio. I colori nitidissimi del temporale hanno lasciato spazio ai grandi mattini e ad albe senza romore (Cardarelli).

All’improvviso irrompe la luce infinita del giorno, nelle domeniche silenti della pianura, dove il cielo altissimo del confine si perde oltre i tetti e le fronde più alte… appena iniziata l’estate accorcia di un niente i grandi giorni sereni, e affida ai rintocchi delle campane il segnale del tempo, dove garriscono rondini freneticamente volatrici… e poi le cicale frinenti nascoste tra le ramaglie.

Giorni d’estate variopinti e dolenti, ma già colmi di una quieta speranza, appesa al filo delle parole e alla rete dei sogni. Care persone che siete a questo mondo, nell’albero dei miei affetti, e che in queste giornate vi siete fatte vive in voce e  in ispirito, sono con ciascuno e ciascuna di voi ad annusar la vita che vince.

Non ho progetti feriali, mi basta questo lento migliorare del corpo, mi basta questo senso di amicizia che sento tutt’intorno, è già moltissimo in questa estate calda. Vado a raccogliere le mie giornate a mano a mano che vengono dal turbinare regolato del mondo. Ora qui è quasi notte, ma in Polinesia è domani, pieno giorno azzurrissimo sul Pacifico. Oggi, domani, ieri, un’ora fa, tra due ore, pochi istanti fa, domani per me, per te che leggi, per Bea che studia storia un po’ ansiosa, tutto lì, tutto qui, in questo piccolo mondo immenso.

Lavorerò, molte cose farò, leggerò e scriverò, al solito, moltissimo, misurando il mio ristabilimento, per riprendere a usare il corpo nella prova, dopo aver finito di zoppicare. Se oggi mi sento come il paralitico che va da Gesù a chiedere guarigione e si sente dire “Vai e pentiti dei tuoi peccati”, ebbene, proprio perché il Maestro è tra noi, mi pento, eccome, mi pento di tutte le volte che non ho saputo apprezzare gli immensi doni che ho avuto, la salute, la forza, l’assenza del dolore e della malattia. Ecco, oggi ringrazio Dio Padre-Figlio e Spirito di avermi provato, come legno fresco sul fuoco, o metallo da temprare, e ho fischiato, temprandomi, più duro e resistente di prima.

Distesa estate, stagione dei densi climi, dei grandi mattini (Cardarelli), ancora mi accogli, diversamente, ma con tutto il tuo amoroso e femminino intento di comprensione, di silenziosa compagnia, di infinita pietas, estate mia, stagione della mia vita.

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