Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’esercizio intellettuale

esercizio intellettuale…è un’attività ascetica, non solum quia in greco antico “esercizio” dicesi àskesis, sed etiam quia è una specie di ginnastica interiore, che muove flussi elettro-chimici e quasi-liberi pensieri, formando re-azioni e creando snodi e nessi nuovi nella complessità cerebrale.

Non sempre in piena consapevolezza tutti si esercitano, perfino coloro che partecipano ai talk televisivi più vieti, perfino quelli che dialogano con sorrisostampato-D’Urso, con la Venier e la De Filippi (inserirei anche la Bignardi in questo novero di minus cogitantes), in ambienti dove si manifesta il massimo dell’abiezione mediatica.

Loro malgrado, costoro si vedono comunque sviluppare sinapsi e assoni nella rete neuronale, mentre la libertas minor, il libero arbitrio, è ridotto ai minimi termini dal condizionamento ambientale e dal potenziale psichico dato soggettivamente.

Vi è poi un livello intermedio di consapevolezza, quello del dibattito socio-politico e della cronaca: ivi si registrano i più macroscopici, vieti e inaccettabili processi para-logici, nei quali la ricerca o la proposizione della verità “localmente plausibile” non costituisce elemento dirimente, e neppure un’ipotesi di lavoro (intellettuale). Nel dibattito politico istituzionale e parlamentare gli interventi si caratterizzano in generale per ideologismo e ars inimicitiae (contrapposizione); in televisione (di meno per radio, dove funzionano altre dinamiche) la qualità della comunicazione e il valore discorsivo è bassissimo, a volte quasi inesistente.

Il processo mentale discorsivo si connette alle emozioni subendo i condizionamenti del medium, dove la coscienza di ciò che accade è spesso ridotta al minimo. In questo “ambiente spirituale” si svolge l’esercizio intellettuale: vi è da chiedersi in che modo, con quali conseguenze, prospettive, possibilità di accedere a più elevati livelli di cognitività e di consapevolezza, cioè di sapere riflesso, su cui il singolo e i suoi interlocutori possano esprimere un giudizio razionale, esso avvenga.

E se contribuisca all’evoluzione dell’umanizzazione del pensiero, delle opere e dei progetti per l’uomo stesso e la natura di cui fa parte. Su questo conviene conservare legittimi dubbi.

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