Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’intenzionalità condivisa

primatiOgni giorno se ne scoprono di nuove su noi umani. Michael Tomasello, nel suo Unicamente umano. Storia naturale del pensiero (Il Mulino, Bologna 2014), ci propone un’ipotesi suggestiva sullo sviluppo della mente e del pensiero umani: non solo, tra tutti gli animali e anche tra i primati, siamo provvisti dell’encefalo più voluminoso e del numero maggiore di neuroni, sinapsi e assoni, ma vi sarebbe un’altra ragione, altrettanto forte e pregnante di quella del linguaggio complesso che ci contraddistingue, a caratterizzarci tipicamente quali siamo,  cioè la nostra tendenza a cooperare, non solo sotto il profilo fisico, ma anche sotto il profilo “sociale”. Scrive Tomasello nel citato volume: “L’interazione sociale cooperativa distingue gli esseri umani, fina dalla più tenera età, anche dalle scimmie antropomorfe, gli animali che più ci somigliano“.

Nell’evoluzione della nostra specie, la raccolta cooperativa del cibo, la cura congiunta dei piccoli, forme comuni di apprendimento e insegnamento, difesa cooperativa del gruppo, possono avere operato quella radicale differenziazione che è avvenuta nel fascio antropologico che ha portato all’emersione dell’homo sapiens sapiens, come ci siamo chiamati.

Secondo Tomasello, il linguaggio stesso si sarebbe sviluppato successivamente alla fase della cooperazione, cioè dell’intenzionalità condivisa, che avrebbe contribuito in maniera decisiva alla formazione dei codici composti da suoni aventi significati condivisi, e che poi sarebbero stati fissati in segni pre-linguistici e in linguaggi e idiomi sempre più complessi.

Che dire, se non che la meraviglia e lo stupore ci prende, quando squarciamo anche solo un lembo del nostro passato remotissimo, che ci ha costituiti così come siamo.

E aggiungo: ringraziamo il Signore.

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