Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il nulla, o meglio, il delirio

opera artisticaCaro lettore,

preciso subito che qui non tratterò del nulla logico (sappiamo che in fisica e metafisica il nulla non si dà, e in matematica lo zero ha un’importanza e funzioni fondamentali), un po’ perché l’ho già trattato in precedenza, ma soprattutto perché… l’ho trovato!

L’ho trovato in un book romanzo premiato da uno dei premi (indulgo alla cacofonia) più premianti d’Italia, lo Strega.

Come ho già fatto “recensendo” qualche tempo fa il “grande” Dan Brown, qui replico con Exit strategy, Ed. Rizzoli, 222 pagine (grazie a Dio non 223), 18 euro, di Walter Siti, novello Manzoni del 2014.

Faccio la fatica (e te ne chiedo altrettanta, caro lettore) di riportare alcune fulminanti frasi, così en passant, rigorosamente estrapolate dal contesto per me da Pippo Russo di Panorama… così fanno ancora più bella figura.

Non so a che pagina leggiamo: “Non mi manca il suo corpo, ma la certezza della sua visitazione. (…) Il lessico religioso usurato germoglia sempre più fiacco e la schiavitù impallidisce. (…) Tutto fila liscio fin che funziona la collaudata macchina gnostica”.

A pag. 20: “La violenza e l’ingiustizia incarnate nei suoi quadricipiti gonfi come tascapani di nuvole, erotomania quale superamento dell’umano, ma l’incarnazione sempre più irrancidita e risaputa in una tavola di equivalenze lacunosa (…)”.

A pag. 44: “Quando strati diversi di desiderio frizionano senza chiarirsi reciprocamente, non aumenta la luce ma il buio; l’incarnazione sta passando di mano e nel passare diminuisce il voltaggio. La mia ossessione, anchilosandosi alle giunture come succede ai vecchi, lascia trasparire la sordidezza della dipendenza sotto il velo cangiante della divina mania – sotto la giaculatoria affiora la bovina ottusità del gioco d’azzardo; gli slanci verso l’Assoluto non sono (non erano?) che puntate in un casinò da cui presto mi cacceranno perché sto esaurendo le fiches“.

A pag. 214: “Una di quelle serenità orizzontali che devi solo sperare non arrivino sussulti, perché non hai a disposizione ridondanze di ritorno“.

“La convergente certezza che un tintinnio di miasmi scuotesse il pendolo dei destini ciechi. (…) Consultando le effemeridi colgo l’enzima del desiderio calato dentro un esperimento d’agorafobia, e scopro che l’onanismo è epico edificare muri a secco dell’Ego“.

Queste ultime due frasi non appartengono al premiato romanzo, ma sono uno scherzo del giornalista su citato Pippo Russo, che si è misurato con la letteratura “sitiana”, riuscendoci, mihi videtur, non proprio male.

Quello che mi turba non è tanto il Siti autore, ma i giurati, probabilmente affetti da ebetudo maior, (sindrome ancora non registrata dal Manuale Medico Diagnostico V per le malattie psichiatriche), che Dio li perdoni.

Rivendico per me il Nobel per la letteratura.

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